2-Clienti importanti

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Sono a casa. Amo la mia casa. E' piccola ma raffinata: niente è in disordine e nessun dettaglio è lasciato al caso, proprio come piace a me. E' un piccolo monolocale appena fuori il centro di Roma; sono riuscita a comprarmelo con il mio nuovo lavoro dopo che i miei genitori sono morti in un incidente stradale. Prima avevo altri progetti, ma la vita è imprevedibile per questo ho imparato che fare programmi a lungo termine è soltanto tempo sprecato. Prendo al volo ogni nuova possibilità.

Devo prepararmi per andare a conoscere un nuovo cliente. Li ho sempre divisi in due categorie: ci sono quelli "a breve termine" e quelli "a lungo termine". I primi mi pagano per una o due notti e via. I secondi invece mi assumono per settimane, addirittura mesi. Ovviamente preferisco quelli a lungo termine perché ci faccio un mucchio di soldi, anche se il rischio di innamorarsi è maggiore. Perciò ho le mie regole, la mia ancora di salvezza in questo mare pericoloso.

Il mio nuovo cliente è uno a lungo termine e quindi è speciale. Per lui ho fissato un appuntamento a un bar per discutere di soldi e per conoscerlo in modo tale da diventare la sua donna ideale. Una cosa che mi distingue da tutte le altre è che io sono sempre perfetta, in qualsiasi occasione. Dietro il mio lavoro c'è uno studio approfondito della persona, di come mi devo comportare, del mio look. Come ho detto prima, niente è lasciato al caso.

Adesso devo decidere come vestirmi. Il mio armadio è più grande del mio monolocale. Ho un sacco di vestiti per tutte le occasioni. Sto cercando qualcosa di elegante ma non troppo; qualcosa di attraente ma non sexy. E' come un colloquio di lavoro: la prima impressione è quella più importante. Opto per dei jeans attillati, una camicetta bianca di seta che lascia spazio all'immaginazione e un blazer nero che abbino alle scarpe col tacco. Ora trucco leggero, quasi al naturale; la maggior parte degli uomini detesta le donne super truccate. Eyeliner, rossetto e fatto. Pronta per il mio colloquio.

Esco di casa e vado a prendere la metro. Ho la macchina ma vado a piedi perché poi potrei dover seguire il mio cliente e non voglio dover tornare a riprendere la macchina. La metro è stracolma di gente. Ci sono i soliti visceri che ti mandano le occhiatine. A volte vorrei tirargli un pugno e dire loro di andare a trovarsi un lavoro piuttosto che sperare che una donna si inginocchi ai loro piedi.

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