Deddy

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Il bar dell'aeroporto era quasi deserto, solo qualche viaggiatore ne occupava i tavoli di legno chiaro, leggendo un libro o lavorando al computer. Giovanni sbadigliò, fissando la notte oltre le grandi vetrate. Il buio era interrotto solo dalle piccole luci blu delle piste che sembravano costellazioni di un cielo stellato artificiale. Pensò che tutto sommato quello scalo notturno non era poi così male. Aveva evitato la confusione e le lunghe file. Prese distrattamente la tazza che aveva davanti e bevve un sorso di caffè ancora fumante. Non era mai stata fra le sue bevande preferite, ma da quando ne aveva scoperto la versione americana, l'aveva senza dubbio rivalutata.

Controllò il cellulare: erano quasi le due e la notifica di un messaggio lampeggiava sullo schermo. L'aprì prevedendone già il mittente. "Atterrato, arrivo". Un sorriso involontario gli incurvò leggermente le labbra. Era felice, di una felicità semplice e genuina, una felicità spontanea e autentica, come solo l'incontro con un vecchio amico avrebbe potuto regalargli. Stava per rispondere quando una voce familiare, proveniente dalle sue spalle, catturò la sua attenzione.

"Che cazzo brody e chi ti riconosceva con questi capelli", poi un'allegra risata. Giovanni si voltò e vide un ragazzo moro avvicinarsi al suo tavolo. Gli sorrise di rimando e si alzò per abbracciarlo. Dennis accelerò il passo e si fiondò fra le braccia dell'amico scompigliandogli i corti ciuffetti castani chiaro. Quando si staccarono, il nuovo arrivato studiò il suo taglio con aria contrariata e Giovanni pensò che quel viso gli era mancato davvero molto.

"Le tue fan saranno in lutto per i tuoi bei riccioli dorati, mi sa che devo fare quattro chiacchiere col tuo hair stylist".

I due risero, poi si sedettero al tavolo, studiandosi a vicenda alla ricerca di ciò che riconoscevano l'uno dell'altro dopo quasi un anno trascorso dall'ultima che si erano visti.

Ad ogni incontro gli accessori di Dennis sembravano moltiplicarsi a vista d'occhio e i suoi look total black diventavano sempre più ricercati e sofisticati, donandogli l'eleganza di grandi firme. Portava tre orecchini su ogni lobo e al collo altre due catenelle si erano unite a quelle con i pendenti a forma di microfono e forbici da cui non si separava mai. Aveva un anello su ogni dito. Sulla mano destra la parte finale di un nuovo tatuaggio faceva capolino dal polsino della camicia. Alcune cose,però, non sarebbero cambiate mai, come il sorriso, che aveva il potere di far sentire l'amico al sicuro, come se tutti i problemi del mondo fossero risolvibili con una lunga chiacchierata notturna.

Giovanni, dal canto suo, sembrava essere in continua evoluzione. Quando si erano conosciuti 6 anni prima, stava giusto vivendo la fine della sua adolescenza. Col tempo il suo viso era maturato diventando sempre più spigoloso. Le guance, che erano state piene, ora erano più scavate, mettendo in risalto la mascella squadrata. Dennis cercò nel suo viso un indizio di ciò che era stato e lo trovò nei suoi occhi azzurri, limpidi e sinceri come sempre. Gli cercò la mano sul tavolo e gliela strinse, grato di quell'incontro che erano riusciti a strappare ai loro impegni.

Giovanni si risistemò le ciocche scompigliate e replicò alla battuta dell'amico. "E che devo fare? Il mio vecchio parrucchiere di fiducia ha cambiato lavoro", risero di nuovo.

"Che stai bevendo?", chiese Dennis, "Caffè americano", fu la risposta pronta. Lui arricciò il naso, "Bro ma come ti sei ridotto? A 'sto punto era meglio una tisanina". Quel riferimento agli anni del loro esordio nel mondo della musica, quando si erano conosciuti, dipinse su entrambi i volti un velo di nostalgia.

"Scusa se non ti faccio compagnia, ma mi ci vuole qualcosa di un pochino più forte per rimanere sveglio, sono sfinito". Il ragazzo si passò la mano sulla fronte e richiamò l'attenzione della cameriera ordinando un doppio espresso ristretto.

"Allora dimmi del nuovo disco, ci stai lavorando da tanto, è pronto?", chiese il moro in attesa che arrivasse il suo caffè. "Sì uscirà fra un paio di settimane, almeno spero", rispose Giovanni e il suo amico notò che aveva un'aria mesta che mal si addiceva all'uscita di un nuovo album. "E quindi esattamente dov'è che stai andando?" lo incalzò, sperando di essersi sbagliato e che fosse solo un po' stanco. "A Malibù" rispose Giovanni con un sorrisetto. Il ragazzo lo spinse scherzosamente, "Eddai non fare il cretino, se non vuoi dirmelo va bene...". L'altro divenne serio, "Davvero sto andando a Malibù, il nuovo disco conterrà una nuova versione remix e gireremo un nuovo video", la voce generalmente allegra sembrava spenta. La mente di entrambi corse al primo video, che aveva girato insieme alla sua fidanzata in un'atmosfera di zucchero filato rosa. La malinconia e il rammarico passarono per non più di qualche attimo sul suo volto, ma l'amico lo conosceva troppo bene per non accorgersene. Dennis notò anche che automaticamente una mano gli era corsa ai capelli, ma non trovando i soliti ricci aveva preso a tormentarsi un fianco. Brutto segno. Tuttavia decise che non sarebbe stato lui ad aprire l'argomento Giulia.

G & G // E sarai per sempreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora