Giulia fissava lo specchio da almeno dieci minuti, senza veramente vedere la sua immagine. Ripensava alla conversazione che aveva avuto quella mattina con Giovanni. Non era ancora riuscita a trovare una collocazione nel suo cuore, che si adattasse alle parole che lui le aveva detto.Troppo intime per essere una chiamata di cortesia per sapere solo come stesse il suo ex, troppo imbarazzanti per essere la prova che dopotutto potevano essere amici, troppo emozionanti per essere liquidate come un semplice e fugace tuffo nel loro passato. Ma erano state anche troppo intense per essere ignorante, tanto che Giulia si era sentita pronta a sconvolgere di nuovo la sua vita solo per lui.Chiuse gli occhi e cercò di accantonare quei pensieri. Era una serata speciale e lei avrebbe fatto il possibile per non farsela rovinare dall'illusione di poterlo riavere.
Prese un respiro profondo, ricontrollò che il trucco fosse intatto e i capelli ben sistemati, afferrò la borsa sul letto e uscì salutando con un bacio i suoi genitori. "Non faccio tardi", disse e le suonò strano rassicurarli, lei che da molti mesi viveva da sola all'altro capo del mondo. Aperto il portone individuò subito la familiare macchina rossa parcheggiata qualche metro più avanti.Ridacchiò e camminò veloce per raggiungerla. Non appena salì, il ragazzo seduto al volante le dedicò uno dei suoi irresistibili sorrisi. "Hola conejito" esclamò. Lei gli sorrise di rimando egli buttò le braccia al collo schioccandogli un bacio sulla guancia."Te extrañé, chico guapo" gli rispose guardandolo dritto negli occhi. "Non mi far emozionare che devo guidare" scherzò lui,mentre tornava a voltarsi verso la strada e accendeva il motore. Lei scoppiò a ridere accomodandosi bene sul sedile e accarezzandogli con le dita sottili i ricci scuri. "Se vuoi posso guidare io" proposeGiulia. "Non credo che sia una buona idea, con quei tacchi non riusciresti a guidare neanche un triciclo" rispose lui ridacchiando. "Allora, conejito, che mi dici? Ho visto le recensioni della tournée. Vai alla grande". "Visto?" rispose lei gonfiando il petto orgogliosa. "Mi hanno confermato il contratto anche per la prossima stagione". "Molto bene,Giulietta, non puoi immaginare quanto sono contento per te". "E tu?" chiese lei curiosa. "Ho finito una serie di spettacoli perle rassegne estive, con Kledi". La ballerina spalancò gli occhi,"Wow, ma che bello, non lo sapevo". "Siamo partiti a fine maggio e abbiamo finito un mese fa. Ho ricominciato da Maria da un paio di settimane". Giulia arricciò il naso, "Però scommetto che nessuna ti ha detto quanto sei bello il primo giorno di lavoro".Lui rise, "No purtroppo no, non me lo dice più nessuno da un sacco di tempo. Ma già devo ringraziare se non mi dicono: vecchio levati dal palco". Giulia ridacchiò e gli passò delicatamente il dorso della mano sulla guancia, "Ma quale vecchio, sei sempre un super figo". Sebastian arrossì leggermente, "E' tornata la mia fan numero uno, mi sei mancata, sai?". "Anche tu mi sei mancato, mi corazón". Il tragitto per raggiungere il ristorante durò ancora un po', maSebastian e Giulia non si annoiavano mai quando erano insieme. Lei era felice, i suoi affetti più cari le erano mancati davvero tanto. E fu ancora più felice quando rivide tutti gli altri: Simone,Elena, Giulia e Marcello, Veronica e Andreas.
Simone l' abbracciò forte, sollevandola da terra. Elena, che non si era ancora liberata dalla sua esperienza all'estero, sebbene fossero passati tanti anni, si limitò ad un "You rock, babe". La cena proseguì in allegria, fino a che Andreas le chiese curioso, "E così ti sei fidanzata con Adam Waters". Giulia spalancò gli occhi sorpresa,poi arrossì. Rispose guardandosi le mani appoggiate sulle gambe."Fidanzata è un parolone, ci vediamo dall'inizio dell'estate"."E com'è lui?" la incalzò Andreas, che era un appassionato delle creazioni del giovane, ma già affermato, coreografo. "Bravo"rispose Giulia telegrafica, sempre più in imbarazzo. Aveva evitato di pensare a lui e di chiamarlo per tutto il giorno. Si sentiva incolpa anche se tra lei e Giovanni c'era stata solo una telefonata. In cuor suo, però, sapeva che non era stata solo quello, fra loro non sarebbe mai stata solo quello. Sperava ardentemente che quell'argomento fosse chiuso, ma si accorse che Andreas era pronto a replicare. Sebastian, che le sedeva vicino, si accorse del suo disagio e intervenne per toglierla d'impaccio. "Vabbè dai, ti fai mandare il suo autografo quando torna a Boston. Piuttosto ragazzi, ho sentito Umberto la scorsa settimana, non avete idea di cosa mi ha detto...indovinate con chi ha firmato un contratto per la stagione invernale...". Il ragazzo riuscì a distogliere l'attenzione di tutti da Giulia e a dirottarla sul loro ex collega. Qualche minuto dopo, quando i loro occhi si incontrarono, Giulia gli fece un leggero cenno con la testa e gli sorrise discretamente. Era il suo modo di ringraziarlo. Sebastian le passò un braccio intorno alle spalle e la attirò a sé per poterle sussurrare all'orecchio in modo che nessuno sentisse. "Tutto bene conejito?", lei annuì. Il resto della serata si svolse senza altri inconvenienti, Giulia si divertì e si rilassò, dimenticando per qualche ora Adam, Giovanni e il suo cuore spezzato a metà. O forse non proprio a metà. Dopo aver bevuto un amaro, Sebastian controllò l'orologio e cominciò a prendere la giacca appoggiata sulla spalliera della sedia. "Ragazzi io dovrei andare, domattina devo montare una nuova coreografia" disse,rivolgendo uno sguardo divertito a Veronica. "Anche io devo montare una coreografia domattina, ma vedi? Non sono preoccupata per niente"disse lei, alzando leggermente il mento in maniera provocatoria. "Sì certo, se non fosse che tu starai seduta a goderti lo spettacolo e io dovrò ballare per 4 ore di fila". L'intero tavolo scoppiò a ridere, erano tutti sicuri che, anche se ora la buttava sullo scherzo, l'indomani sarebbe stata inflessibile in sala e avrebbe rinfacciato al ballerino qualsiasi imprecisione. Sebastian intanto si era rivolto a Giulia, "Ti dispiace se andiamo o volevi rimanere un altro po'?". Prima che la ragazza potesse rispondere, Simone intervenne, "Ti posso portare io, nessun problema". Giulia intanto si era alzata e avvicinata a Sebastian. "No, grazie, sono un po' stanca, ci metto un secolo a superare il jet lag". Sorrise aSimone e si apprestò a salutare tutti.
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G & G // E sarai per sempre
FanfictionGiovanni non ha mai imparato a fare i conti con la propria paura di concedere tutto se stesso ad un'altra persona, Giulia, invece, di conti con l'amore ne ha dovuti fare fin troppi per riuscire ad essere felice malgrado tutto. E quando tireranno le...