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Mi svegliai di soprassalto.

Il sole splendeva al di là delle grosse tende.

Mi diressi in bagno, nel mio bagno.
Trovai la porta chiusa: io non la chiudevo mai.

Entrai sovrappensiero. Ero in condizioni pessime. Harry si stava lavando i denti, senza maglia per giunta.

Spalancai gli occhi e richiusi la porta.

- O MIO DIO! - pensai.

Mi ricomposi ed entrai. Dopotutto era il mio fidanzato.

- Stai bene T/n? - disse ridendo - sembra che tu abbia visto un fantasma! -

Lo guardai sorridendo.

Mi prese il braccio e mi fece fare una piroetta.

Inciampai nel tappeto peloso che c'era sul pavimento cadendo e trascinandomi sopra Harry.

Ci guardammo imbarazzati e ci rialzammo in piedi. Sentì una fitta alla caviglia sinistra che ignorai facilmente.

Harry interruppe quel momento magico. - Ehm, io vado a cambiarmi. Ti aspetto a colazione amore, ok? - E abbandonò la stanza.

Mi guardai allo specchio. I capelli ricadevano scombinati sulle spalle e il pigiama largo e a righe rosa e bianche mi faceva sembrare una carcerata appena uscita di prigione.

Mi ritorno in mente la frase che mi aveva detto mia madre prima di partire per la sua ultima missione con l'Ordine... - Sorridi T/n, sempre. Le persone sono più belle quando sorridono. -

Sorrisi al mio riflesso.

Mi pettinai e mi misi giusto un filo di mascara per sembrare carina.

Mossi un passo per tornare in camera a cambiarmi ma un dolore alla caviglia mi fece fermare.

La osservai. Era viola e si stava gonfiando.

- Perché proprio oggi? - Sollevai gli occhi al cielo disperata. Potevo resistere. Magari sarebbe passato da solo con il tempo.

Mi misi un pantalone largo della tuta per coprirla e una maglia a maniche corte stretta. Ci stavo bene.

Scesi in cucina. Ogni passo era una tortura. Quando mi sedetti a tavola feci un sospiro di sollievo.

- Dormito bene? - Mi domandò Sirius.

Annuì.

Cercai Kreacher con lo sguardo. Non gli avevo dato il "buongiorno", lo facevo ogni mattina.

Mi alzai da tavola e mi diressi in cucina cercando di zoppicare meno possibile.

- Buongiorno signorina. - Kreacher mi salutò sorridendo.
- Buongiorno! Come va? -
- Ho preparato la colazione vai a mangiare, forza! -

Lo guardai.

- C'è qualcosa che non va. - disse.
- No, non è vero. -
- Non era una domanda padroncina. La conosco. Cosa c'è che non va? -

Alzai il pantalone così da mostrandogli la caviglia viola.

- Deve dirlo a qualcuno! Sirius o il suo amico, com'è che si chiama? Harry. - mi incitò.

- No, non adesso. Sto bene. E non lo dirai nemmeno tu ok? - lo ammonì.

Si arrese. Dopotutto ero la sua "padroncina".

Gli sorrisi come a mostrare a lui e a me stessa che stavo bene e tornai da papà.

Mangiai in silenzio.

- Allora T/n, anche oggi aiuterai Kreacher? - Voleva fare cominciare la conversazione e non mi piaceva per nulla.

Alzai le spalle.
- Probabilmente. -

𝗤𝘂𝗲𝗹 𝘀𝗲𝗻𝘁𝗶𝗺𝗲𝗻𝘁𝗼 𝗰𝗵𝗶𝗮𝗺𝗮𝘁𝗼 𝗮𝗺𝗼𝗿𝗲 || Harry PotterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora