-Ancora non ci credo.- sospirai estasiata.
Incrociai le gambe sotto il tavolino accanto alla finestra, mentre con gli occhi seguivo i suoi movimenti. Sentii un colpo al cuore e mi sciolsi un po'.
Stavo velocemente precipitando in uno stato di confuso amore.
-Mmm?- Nicholas si voltò con un pezzo di ciambella in bocca e le labbra sporche di zucchero. Che tenero!. -Di cosa parli?-
-C'è il mio nome su quel progetto!- ridacchiai mentre gli porgevo un fazzoletto. La sua mano afferrò il tovagliolo poggiandolo sul tavolo non curante. Si sporse in avanti con le labbra e sorrisi come un ebete intuendo i suoi pensieri. Poggiai le mani sporgendomi a mia volta e lo baciai sulle labbra, raccogliendo con la lingua i granelli dolci.
Si staccò soddisfatto, con un grande sorriso malizioso.
-Beh. È il tuo.- sospirò. -James dice che fai un buon lavoro e molto felice del tuo contributo nell'azienda.-

-Quindi parlate di me?- chiesi afferrando la tazza del caffè. Portare ciambelle per la colazione era stata una mia idea. Ma poco dopo aver messo piede nel suo appartamento, mi ero pentita: mi aveva aperto senza camicia, i muscoli del petto in bella vista, i pantaloni del completo scesi sui fianchi e avevo sentito le ovaie liquefarsi.
Mi ero trattenuta a stento dal saltargli addosso.
Lavoravo nel suo stesso edificio da circa un mese. Dopo un breve colloquio ero stata assunta, circa una settimana dopo avevo avuto il primo incarico e le mie idee erano piaciute così tanto da divenire un vero e proprio progetto.

-Quindi?- sorrisi vedendo il suo viso contrarsi in una smorfia.
-Si. Ho scambiato qualche parola con lui, qualche giorno fa in ascensore.-si strinse nelle spalle. -Volevo solo accertarmi che fosse tutto okay...-
-Solo questo?-
I nostri sguardi si incrociarono e rimasero fissi per qualche istante.
Nicholas scosse la testa, mentre si puliva le mani su un tovagliolino.
-Metto le carte in tavola.- prese un sorso di caffè. -Ho chiesto di te, ma non per mancanza di fiducia nei tuoi confronti, solo...-
-Solo?-
-Volevo mettere in chiaro al tuo supervisore che sei un'ottimo acquisto per l'azienda, tutto qui.-
-Stavi facendo questo? Oppure gli stavi dicendo che sono tua?-
Sentii i brividi sulla pelle un'attimo dopo aver sussurrato quelle parole. Avevo appena deciso di lasciare perdere tutto e di concedermi finalmente il piacere che meditavo.
Mi sollevai dalla sedia facendo il giro del tavolino. Nicholas sembrava in trance mentre mi posava le mani sui fianchi.
-A che ora devi essere in ufficio?- chiesi.
Ero china su di lui, le mie mani sulle sue spalle e la bocca a pochi centimetri dalla sua.
Non rispose a parole, ma intrappolò la mia bocca per un bacio appassionato.
Il suo gomito si scontrò contro il tavolo rovesciando quasi il caffè, mentre mi sollevava fra le braccia e mi portava con sé nella sua camera da letto.

Il tempo sembrava scorrere lento, su quelle lenzuola profumate.
Nicholas mi aveva sciolto i capelli e in ginocchio uno di fronte all'altra, avevamo messo a nudo non solo i nostri corpi, ma anche le nostre anime.
-Non ho mai visto nulla di più bello.- le sue mani mi sfioravano la pelle, scendevano sulle mie spalle con una lentezza che abbatteva il tempo, eppure mi sembrava di andare a fuoco, di bruciare.
Mi circondò con le sue forti braccia, una mano fra i capelli a guidare le mia bocca sulla sua.
-Nicholas...-sussussai. -Mi stai uccidendolo.-
Mi sentivo sull'orlo di una precipitosa caduta: dritta fra le braccia dell'inferno, dritta a consumarmi di passione.
Mi accarezzò il viso, il suo pollice mi sfiorò le labbra prima di infilarsi fra di esse.
Mi ritrovai la testa abbandonata all'indietro mentre succhiavo e leccavo il suo dito sotto il suo sguardo perso.
-Dio mio...- disse. -Sei così sexy!-
Mi spinse indietro osservando il mio corpo nudo. -Ancora non ci credo che sei mia.-
Sorriso come una scema, aprendo le gambe e facendogli spazio fra di esse.
-Non ancora tua.- presi un profondo respiro avvertendo il calore del suo corpo. L'erezione premeva fra i nostri corpi e tremaci quando sfiorò le mie labbra umide.
-Ti prego...-
Gli afferrai le braccia, stringendo le palpebre. Mi stava deliberatamente torturando.
-Ti prego...- ripetei.
Il suo fiato mi sfiorò la guancia,-Ti prego, cosa?-
Aprì gli occhi al suo sorriso teso e sfrontato. Non ero l'unica ad essere in bilico.
-Scopami.-dissi. presi coraggio a due mani, arrossendo sulle guance. -Scopami!-
Il laccio che lo teneva sotto freno si spezzò. Mi entrò dentro, duro caldo, con movimenti veloci che rappresentavano a pieno il nostro desiderio.
Cercavo di baciarlo brevemente, temendo di lasciargli segni con i denti.

E bastò davvero poco, il mio corpo si arrese, si tese attorno al suo assalto e tutto ciò che temevo di spazzato via da un lungo e prolungato piacere. Mi strinsi a lui, quasi temendo che sparisse.
Il suo corpo sussulto, sconvolto, Nicholas aprì la bocca per rilasciare un lungo lamento.

Ci staccammo ansimanti, i corpi sudati e il segno rosso dei miei denti sulla sua spalla.
-Cavolo. Ti ho lasciato il segno...-
La sua risata smorzò il mio imbarazzo, mentre mi stringeva a lui.
-È stato fantastico.-disse. -È questo, mi ha eccitato tantissimo. Tanto quanto il tuo "Scopami".-
Arrossì e abbassai lo sguardo.
-Non vedo l'ora di sentirlo ancora...-
Scivolò su in fianco mostrandomi il suo pene turgido. -Anzi, che ne dici se...-
-Ma che...Non sei sazio?-
-Neanche lontanamente.-
Nicholas si sistemò su di me, o capelli scompigliati e lo sguardo trasognato. -Ne voglio ancora. Altri segni, altro sesso, ancora te...-
Gemetti sentendolo afferrare con i denti un mio capezzolo.
-Credo...-ansimai senza voce,- Che sia così per tutti?-
Rise contro il mio seno. -No. Solo gli innamorati fanno così, l'amore!-

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