VII. CONTRADDIZIONI

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"I keep on fallin' in and out of love with you,
Sometimes I love you,
Sometimes you make me blue,
Sometimes I feel good."
Fallin' - Alicia Keys

<<Direi che almeno per i prossimi cinque giorni non guido più nemmeno una bicicletta>> affermò Lewis, nemmeno troppo ironico, rivolto verso Mia e Angela.

Il weekend del Gran Premio di Monaco era stato a dir poco da dimenticare per il britannico. Settimo in qualifica, settimo in gara e soprattutto non più leader del mondiale. Max non aveva solo vinto, aveva surclassato Lewis, dandogli più di un secondo di distacco e poco importava al numero 44 del punto addizionale guadagnato con il giro veloce, quello sarebbe stato in ogni caso uno dei fine settimana peggiori della sua carriera.

Mia trascinava il suo trolley con la mano destra, mentre alla sinistra aveva al guinzaglio Roscoe che non sembrava avesse molta voglia di camminare.

<<E invece da domani pomeriggio torniamo ad allenarci più carichi che mai>> lo spronò Angela. Era sempre positiva e di buon umore, non sembrava una donna che si perdeva d'animo facilmente ed era l'arma segreta di Lewis, da quando lavoravano insieme il pilota aveva dominato tutti gli anni.
<<Guarda come sono carico>> ribatté facendo un'espressione di finto entusiasmo, provocando la risata delle due donne.
<<Fai in modo di presentarti scattante domani>> lo avvisò disattivando l'antifurto della propria macchina e aprendola. <<Fate i bravi, mi raccomando. Soprattutto tu>> continuò salutandoli, puntando l'indice e il medio dai suoi occhi a quelli di Lewis, per poi salire in macchina portando con sé anche il bulldog inglese di Hamilton e andare via.

<<A te invece hanno mangiato la lingua oggi?>> domandò il pilota rivolgendosi a Mia una volta che furono arrivati alla sua Mercedes bianca.

Lei sorrise timidamente, si sentiva terribilmente a disagio in quel momento, non sapeva come comportarsi.
In quelle settimane aveva ritrovato la serenità con Max, lontani da Jos, convivendo nella casa monegasca e mettendo finalmente da parte tutte le incomprensioni che in quel periodo li avevano tormentati.
Mia era inevitabilmente felice per i risultati che Max aveva conquistato quella settimana, era per la prima volta in carriera in testa alla classifica piloti, ma non poteva vivere quel momento con la spensieratezza che aveva sempre immaginato. Nessuno le aveva proibito di andare sotto il podio per il suo fidanzato, ma lei stessa aveva rinunciato a farlo, non lo trovava giusto per il ruolo che ricopriva e per il testa a testa che in quel momento coinvolgeva Lewis e Max. Poi era seriamente dispiaciuta per il pilota inglese, che quella settimana aveva vissuto il proprio calvario personale in pista. Aveva instaurato un buon rapporto con Lewis, lavoravano bene insieme ed erano in perfetta sintonia anche nei momenti liberi, erano a proprio agio e lui era l'esatto opposto di quello che tutti descrivevano. Era un ragazzo molto educato, simpatico e sempre disponibile e Mia non avrebbe mai dimenticato come si era comportato nei suoi confronti a Imola. Non aveva solo preso le sue difese, l'aveva protetta. Aveva osservato la scena da lontano ed era intervenuto quando aveva visto Mia ferita ed umiliata senza motivo, aveva detto chiaramente a Max che i suoi comportamenti non erano degni di una come lei e poi l'aveva portata via avvolgendole le spalle con il suo braccio sotto gli occhi di Max. Si era preso cura di lei e aveva fatto in modo di tirarla su di morale.
Lewis si era comportato da uomo e a Mia tutto ciò non era passato inosservato.

<<Ho solo un po' di mal di testa>> mentì.
Lewis annuì anche se perplesso e le prese la valigia dalle mani per sistemarla nel bagagliaio insieme alla sua.
Non le credeva.

<<Guidi tu allora?>> le domandò, lanciandole le chiavi dell'auto.
Mia era sovrappensiero, si ritrovò il mazzo di chiavi addosso e goffamente lo afferrò sotto gli occhi divertiti di Lewis.
Fece scattare il suo sguardo da Lewis alla Mercedes AMG GT R bianca al loro fianco, e poi fissò nuovamente l'inglese.
<<Che? No, io non posso>> si tirò subito indietro nervosa e Lewis la guardò accigliato. <<Che vuol dire che non puoi? Ti sto chiedendo io di guidarla>>.
<<Non posso. Non sono capace>> si difese.
<<Se è per il cambio autom->>.
<<Lewis, non sono capace, non so guidare. Non ho la patente>> strillò.
Lui rimase pietrificato. <<In che senso?>>.
Mia chiuse gli occhi frustrata. <<Nel senso che non ho la patente. Vuoi un disegnino?>> domandò sarcastica.
Lo vide trattenersi dalle risate mentre le apriva lo sportello dal lato del passeggero e lo maledì mentalmente.

CATRAME  ||  Lewis Hamilton - Max VerstappenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora