«Ho sempre pensato che tu meritassi di meglio, sai?», dice Arnold mentre si infila in bocca un'oliva. «Ogni volta mi chiedevo cosa ci facesse in un posto simile una ragazza come te. Io sono qui per scelta, tu invece perché non avevi la possibilità di scegliere».
Annuisco mentre guardo le macchine che passano sotto il nostro sguardo. La luce dei pochi lampioni funzionanti si riflette sull'asfalto mentre la notte incombe sul quartiere, quasi inghiottendolo.
«Forse... Forse neanche adesso avrei la possibilità di scegliere, però-»
«Però stare con quel ragazzo è già una scelta, Kendra. La svolta che darai alla tua vita sarà così epica che ti scorderai di questo buco a breve», mi fa l'occhiolino e sorrido.
«Non è così facile... Non so se ho intenzione di trasferirmi a casa di Kenneth», ammetto con una punta di disagio nella voce.
«Perché no? Quel ragazzo ti cerca sempre e questo posto sembra un covo di rabbia, dolore e lacrime», allunga la confezione di plastica verso di me, offrendomi un'oliva.
L'afferro e la mando giù. «Non so cosa c'è in me che non va, Arnold».
«Lo so io», fa scontrare le nostre spalle in modo scherzoso e accenna un sorriso. Allunga la mano per sistemarmi meglio il plaid sulle spalle. «Perché non sei capace di accettare il fatto che qualcun altro, oltre a te, è in grado di prendersi cura di te e del tuo dolore. Ma non è respingendo le opportunità e le persone che starai meglio, sai? Devi correre il rischio e assaporare ciò che la vita ti offre. Devi abbandonarti e vedere dove ti porteranno le onde, Kendra. Non è sempre tutto bianco e nero. Non è sempre tutto rose e fiori. Non è sempre tutto dolore e felicità. Nel mezzo ci sono altri colori, altre emozioni, alcune erbacce tra quelle rose. Devi prestate attenzione e cercare di cogliere l'essenza delle cose, di immergerti in quel momento e basta, sentirlo sulla pelle, nel tuo cuore, ovunque. Se pensi che nel tuo bel giardino non spunterà mai nessuna erbaccia, allora ti sbagli».
«E se invece il mio giardino fosse fatto soltanto di erbacee?», gli chiedo con un filo di voce.
«Se pensi che in quel giardino pieno di erbacce non fiorirà alcun fiore, allora ti sbagli lo stesso», rettifica con un sorriso dolce. «I fiori sbocciano ovunque, anche dove non ci si prende cura della terra. Cogli quei fiori e prenditene cura, un giorno quel giardino diventerà colorato e profumato. Tempo al tempo», mi arruffa i capelli e trattengo un singhiozzo mentre mi lancio su di lui e lo abbraccio forte.
«Mi sarebbe piaciuto avere un padre così... Oppure una madre in grado di darmi supporto in questo modo. È terribile vivere in una famiglia senza colori ed è ancora più terribile quando il tempo passa e tu non sei più in grado di distinguerli quando ti danzano di nuovo davanti agli occhi.»
Arnold manda giù un'altra oliva e appoggia gli avambracci sul cornicione dell'edificio.
«Il mondo si spegne un'infinità di volte, Kendra. Spetta a noi donargli di nuovo un po' di luce.»
Appoggio la testa sulla sua spalla e sollevo gli occhi verso il cielo. I fiocchi di neve oscillano nell'aria sinuosamente e sorrido.
«Non dovresti essere qui, adesso», sospira profondamente.
«Kenneth lo sa», gli dico con gli occhi in lacrime. «Sa che a volte ho bisogno di sentirmi a casa, ovunque essa sia».
«Mi sarebbe piaciuto avere una figlia come te. Ma essere genitore non fa per me», ride sommessamente.
«Non importa. Tu avrai me e io avrò te», un fiocco di neve si posa sulla punta del mio naso.
«Dovresti chiamare il tuo ragazzo. Fa freddo e stai gelando».
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Boyfriend- Un ragazzo in prestito
RomanceKendra Collins ha ventisei anni, usa la sua laurea per lavorare al McDonald's e spera segretamente di realizzare il suo sogno un giorno: lavorare come editor per una casa editrice. Kenneth Harrison è il capo della K.H Publishing company, nonché la...