Antico Egitto

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" Vi prego risparmiatemi" singhiozzava il condannato.
"E a chi dovrebbe importare di un essere come te? Chi sentirà la tua mancanza? Verrai punito per ciò che hai fatto" disse Anubi.
*risate di scherno*
"Ha ragione! Devi pagare per il male che hai fatto!" Urla Thot.
"Avvicinati, forza!" urla Anubi "non starò qui a farmi pregare , il mio tempo è prezioso".
Anubi portò il condannato dinanzi alla sua definitiva sorte. Prese il cuore  e su un piatto della  bilancia posò  la piuma, anche detta Maat simbolo di verità e giustizia .

Il condannato sudava freddo, non riusciva a muoversi o a parlare, il suo destino girava attorno a quella piuma.

Il suo pensiero andò verso i tempi passati

Quando era il padrone Hud

Grande flashback , dove si narrano in prima persona  i pensieri del condannato*

"Ares ti prego sono stanco" disse lo schiavo dopo l'ennesimo lavoro che aveva svolto per il padrone.

Mossa poco furba.

*risate di scherno*

"Lavora" rispose il padrone mentre studiava.

"Padrone le gambe mi cedono, sono disperato".

Sapevo come sarebbe finita.

*il padrone si alza dalla sedia*

*prende qualcosa*

 esce con la frusta

*urla dello schiavo*

Il padrone rientra nella casa in silenzio.

Non era il caso di lamentarsi perché era questo quello che si otteneva  in cambio, violenza su violenza.

Il padrone era un vecchio e ricco mercante, il quale aveva atteggiamenti molto violenti.

Picchiava almeno uno schiavo ogni giorno, e se ti toccava la frusta non c'era da lamentarsi, ma da ringraziare gli dei perché , quel giorno , non aveva fatto  del suo peggio.

Io ero uno tra quegli schiavi prima di diventare un uomo libero.

Sono nato da mia madre Shiva e mio padre Aras un povero mercante il quale non aveva mai realizzato la sua fortuna, di fatti finì come schiavo da uno di questi mercanti potenti e , per via del lavoro, praticamente abbandonò me e mia madre.

Mi chiedevo sempre perché quegli arroganti riuscissero sempre ad avere tutto.

Tutto avuto con il male.

E pensavo però anche che questi sarebbero stati puniti a tempo debito dal giudizio della bilancia.

A questo punto penso che sarò io a scoprirlo , a mie spese.

In età più avanzata andai a fare da schiavo per questo mercante di città , sapevo cosa veniva detto di quell'uomo, ma del resto avevo forse scelta?

Cercai di fare tutto ciò che mi veniva chiesto senza obiezioni e  tacendo.

Non dico di essermi guadagnato il suo rispetto, ma comunque  ho ottenuto una leggera benevolenza del padrone nei miei confronti.

Volevo diventare un uomo libero e niente mi avrebbe fermato.

Promisi agli altri schiavi che mai le avrei traditi e che una volta realizzata la mia fortuna sarei tornato e le avrei comprati per salvarli.

Inutile dire che le cose andarono diversamente.

Al contrario io stesso assunsi degli schiavi  e piano piano iniziai ad assumere quel comportamento del padrone che tanto odiavo.

Ero diventato un mostro

e lo ero fino a poco fa, quando uno schiavo mi ha tolto la vita.

Ma come sono diventato un uomo libero?.

Dopo il mio grande lavoro come schiavo il padrone, grazie alla mia condotta decise di liberarmi.

Da quel momento iniziai a fare da mercante e piano piano estesi il mio dominio.

Vendevo oggetti esteri di prima qualità , mi occupavo anche dei corredi funebri e costruii una piccola fortuna.

Grazie a quei guadagni fui in grado di comprare dei terreni e decisi di mettere due schiavi in ognuno di questi.

Successe  che uno di questi ultimi tentò la fuga.

Mi accanii su di lui una volta che mi fu riportato.

Urlava pietà, ma non mi fermai e nessuno lo aiutò.

La violenza che feci quel giorno fu qualcosa di totalmente folle.

Solo qualcuno davvero crudele poteva accanirsi così su un uomo.

Inutile dire che il dolore che feci fu irreversibile e dopo poco lo schiavo morì di stenti.

La scena fu vista ed udita da chi passava e dagli schiavi delle terre vicine.

Tra le terre vicine c'era anche quella del mio primo padrone.

Lì incrociai gli sguardi  degli schiavi che lavoravano con me , mi guardavano con degli occhi pieni di odio che non sarei neanche in grado di descrivere.

Lì per lì mi comportai però da spavaldo e tentai di difendermi anche se non avevo scuse.

Avevo consapevolmente ucciso un uomo.

Un uomo con una famiglia, un uomo a cui era stata donata la vita, che era il suo unico diritto in quel momento.

Avevo estirpato tutti i suoi diritti.

E poco dopo questi eventi uno schiavo mi uccise ,durante una rivolta di questi verso di me.

Fine flashback*

"Anubi sono realmente pentito salvami ti supplico!"

"Sarà la bilancia a decidere, ma dubito che ad adesso il tuo pentimento serva a qualcosa , poiché tu ti sei pentito sì, ma solo sotto minaccia razza di codardo!"

Poggiò il cuore.

Thot confermò l'esito della bilancia.

Pesava più della piuma.

Ammit ingerì il cuore del mercante.





La morale è che il male perde sempre.

Ama te stesso ed il prossimo.

Vivi la vita da "buono" e sarai ricompensato a prescindere dal fatto che tu creda o non creda.



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