Ho cercato il tuo nome

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10 dicembre 2020.

Sono a Milano, una città che in questi mesi è diventata un po' la mia seconda casa.
Milano uguale musica, sempre.
Mi sto lasciando alle spalle l'esperienza ad X-Factor e torno a pensare a me stessa.
Non che in questi mesi non l'abbia fatto, ma ora è tempo di passare al capitolo successivo.
Sento qualcosa nell'aria, come quando l'odore di una tempesta lontana ti travolge in piena estate e ti rinfresca. Non so cosa sia, so che lo sento ed è forte.

Con mille pensieri per la testa cammino avvolta in una giacca che è più grande di me, fa freddo.
Accendo una sigaretta e ne assaporo il calore sulle labbra; dopo poco arrivo all'appartamento che in questo periodo mi ha accolta calorosamente in una città che non è la mia.
Ho un appuntamento tra mezz'ora.
In fretta mi cambio, infilo il primo paio di jeans non ancora in valigia, indosso una semplice felpa grigia e mi guardo allo specchio raccogliendo i capelli in uno chignon un po' spettinato. Oggi mi piaccio proprio.
Il tragitto in macchina sembra volare per quanto la mia mente sia sospesa in questo momento.
Sto raggiungendo Dario.
Mi ha parlato di un progetto, aggiungendo solamente che non mi avrebbe detto nulla di più per telefono.
Arrivo a destinazione.
Dopo un breve saluto, Dardust fa la sua magia.
Parte la base di una canzone dalla melodia dolce, a tratti malinconica.
Ha per le mani un pezzo davvero incredibile.
Una ballade diversa, non la classica storia d'amore; beh, in realtà si, il testo parla di quello, ma fin dal primo ascolto ha qualcosa di più, non so.
Lo ascolto tutto per la prima volta e mi lascio trasportare da quelle parole che sento particolarmente vicine a me per qualche motivo che ancora non capisco.
Mi emoziono, perché sono fatta così, e ascoltandole mi vengono in mente tante cose.
Riaffiorano ricordi dell'ultimo periodo, momenti in cui mi sono sentita leggera come mai prima, come fossi avvolta da una bolla che mi ha allontanata da tutto ciò che mi circondava.
Una parte della canzone continua ad echeggiare nella mia testa:

"E quanto tempo ci vuole
per abbracciarsi la notte"

Come spesso accade quando ascolto un pezzo, cerco di portare il testo nella mia vita lasciando che ogni parola mi si cucia addosso.
E con questo brano è lo stesso.
Lo sento personale, lo sento mio.
Mi rivedo in ogni situazione descritta, rivivo istanti della mia quotidianità come se fossero parte delle note che pian piano si compongono davanti ai miei occhi.
Ripenso a ciò che mi fa sentire bene davvero, a chi mi ha fatta stare bene in questo periodo, e ogni mio ricordo ha un solo nome.
Il mio cuore mi guida verso una sola persona.
Improvvisamente lo sento battere forte, è una reazione inaspettata.

Mi allontano per fumare, mi dirigo verso la finestra e, appoggiandomi al davanzale, mi affaccio.
Porto la sigaretta alla bocca e, mentre con una mano tento di accenderla, con l'altra cerco di riparare la fiamma dal vento invernale.
Aspiro lentamente il fumo che, come ogni volta, mi aiuta a schiarire le idee e nel mentre ascolto il silenzio della strada.
Chiudo gli occhi, rilasciando un sospiro nella fredda aria di Dicembre, cercando di dare un perché a questo rush di emozioni.
La realtà è che in questi giorni, in queste notti, ci ho pensato tanto. Più ci penso e più la mia bocca si allarga in un sorriso, di quelli veri che ti partono da dentro e che non riesci a trattenere. È qualcosa di strano ciò che sto provando, ma mi accende. Non ho risposte ma non sono quelle che mi servono al momento, né quelle che voglio.

Lascio da parte le questioni lavorative per un attimo ed esco a cena con Francesca per godermi l'ultima serata nella fredda Milano.
Dopo aver fatto due passi tra luci e addobbi natalizi, rientriamo a casa.
Seppur la giornata non sia stata troppo piena, mi sento esausta.
Apro l'acqua della doccia e mentre aspetto che diventi calda mi spoglio e mi strucco. Sovrappensiero lascio cadere il dischetto con impresso il rossetto rosso appena tolto. Mi chino per raccoglierlo e subito dopo lascio che le porte di vetro della doccia si chiudano dietro di me.
Sento l'acqua ed il vapore avvolgermi dolcemente ed appannare le pareti attorno a me. Inspiro ed espiro, inclino la testa all'indietro e sento l'acqua bollente scorrere tra i capelli e lungo tutta la schiena. Subito mi rilasso, rilasciando un sospiro, è quello che mi serviva.

Avvolta nel mio accappatoio mi stendo sul letto ancora un po' bagnata, ma non importa. Non riesco a pensare ad altro, devo chiederle di cantare con me quella canzone.
In queste ultime settimane ci siamo viste tanto, il tempo con lei non mi stanca mai ed averla intorno mi fa ridere il cuore. C'è qualcosa di diverso dal solito, riesce a tirarmi fuori emozioni che ancora adesso sento esplodere dentro di me.
Per qualche motivo sento che alcune parole di quel testo sono cucite perfettamente per noi, intorno a noi. Questa canzone è o con lei o con nessuno.
Sono avvolta da così tante sensazioni, così tanti pensieri da non riuscire a ragionare al momento... glielo chiederò domattina.
Spengo la luce e socchiudo le tende della finestra permettendo ad un piccolo bagliore di tenermi compagnia durante la notte.
Mi infilo il pigiama e mi metto sotto le coperte, intenzionata a scrollare come mio solito la home di instagram per un po' e poi riposare per affrontare il viaggio che mi aspetta domani.

Ore 9:00.

Suona la sveglia e riprendo contatto con ciò che mi circonda.
Per quanto vorrei rimanere nel letto ed alzarmi con calma, devo tornare a Roma e non ho tempo da perdere.
Bevo di fretta un caffè e lascio la città.
Approfitto del fatto che sia Franci a guidare per risolvere un paio di questioni di lavoro.
Faccio qualche telefonata e poi decido di lasciarmi guidare dal cuore e da questa voglia di stare bene che mi dice di andare avanti.
Digito in fretta il suo nome nella barra di ricerca di whatsapp e le scrivo... Niente moine o frasi di circostanza per agganciare il discorso, non è da me, non con lei.

Le inoltro l'audio con la canzone.

"La prima strofa la canto io, la seconda la canti tu e lo special finale lo cantiamo insieme".

Nessuna richiesta, nessuna premessa, solo un progetto in cui voglio farmi accompagnare da lei. Dentro di me sono sicura che non rifiuterà, ma sono comunque agitata.
Franci nota il mio lento picchiettare delle unghie sulla portiera e mi guarda ridendo.

"Oh cosa c'è?"

Sto per risponderle con una delle mie solite battute quando vedo lo schermo illuminarsi.

"Amore mioooooooooo!
Certo che sì, non vedo l'ora, bacio."

Leggo la notifica e sorrido.
Ale è così, riesce a mettermi sempre di buon umore anche in un periodo in cui, con tutto quello che sta succedendo, mi sembra quasi difficile poter anche solo pensare di esserlo davvero.
Il suo entusiasmo, la sua gioia.
La prendo sempre in giro per questa sua esuberanza, ma la verità è che questa parte di lei è quella che mi illumina di più.
È completamente diversa da me.
Io sono la calma, lei è la frenesia.
Io sono malinconica, lei è energia vitale.
Io sono l'oscurità della notte, lei è la luce del giorno e io ho bisogno di persone così nella mia vita... ho bisogno di lei.

Mi giro di nuovo verso Franci lasciando trasparire la mia felicità:

"Ho il duetto per la canzone di Dario."

Lei accenna ad un gesto di approvazione e ad un occhiolino, proseguendo sulla strada di casa e io mi sento stranamente diversa, ancora più contenta di tornare e, ora, con un motivo in più per farlo.

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