Su un pezzo di carta

373 19 0
                                    

11 Dicembre, ore 16.30

Sento qualcuno che mi tocca il braccio e mi scuote.

"Oh se non ti alzi ti chiudo qui dentro eh"

Avevo fatto promettere a Franci che a metà strada ci saremmo date il cambio per guidare ma dopo la prima sosta sono crollata, avvolta nel mio maglione bianco e morbido, rannicchiata, con il sedile abbassato, per poi non svegliarmi più.
Con il braccio destro indolenzito e ancora mezza addormentata, scendo dall'auto nella fresca brezza della mia Roma.
Si sente aria di casa.
Seppure la frenesia di Milano mi sia sempre piaciuta, sono davvero contenta di tornare alla base.
Mi aspettano giornate di lavoro intense e tanti progetti, uno in particolare.
Dopo così tanti anni, sento che questo è il momento giusto, che quel testo ci appartiene e quelle parole sono state scritte per noi.
Questi mesi non sono stati e non sono facili, è come se mi sentissi riemergere un po' adesso.
Alessandra è sempre stata una costante imprescindibile per me, così come la mia musica... il pensiero di viverle entrambe allo stesso tempo mi fa tremare le gambe di gioia, non vedo l'ora.

Percorro il vialetto e varcando la porta d'ingresso vengo immediatamente avvolta dal profumo di casa, quell'odore che normalmente nemmeno senti, ma che dopo tanto tempo passato lontano ti inebria i sensi.
Metto il telefono in carica e mi accorgo di avere tre chiamate perse.
Due di Ale e una di Dario.
Sorrido scuotendo la testa. Tra i vari messaggi whatsapp ne trovo uno, sempre di Dario:

"Duetto Emma e Alessandra sia. Abbiamo fissato un appuntamento lì a Roma in studio per lunedì alle 10. Confermi? "

L'idea di vederla così presto mi porta ad allargare il sorriso che ancora non ha lasciato il mio volto. Confermo con un messaggio vocale e subito dopo decido di richiamare quella matta che altrimenti mi fucila.
Dopo nemmeno due squilli, sento la sua morbida voce solare invadere le mie orecchie e qualsiasi traccia di sonno rimasta in me sparisce.

"AMOOOOO e alloraaa??? Dov'eri finita?"

Rido alla sua reazione, assolutamente prevedibile, mentre mi lascio andare sul divano togliendomi le scarpe.
Lei, impaziente, continua:

"Che ti ridi? Mi mandi una bomba così e poi scompari???"

La sua luce è contagiosa.

"È una cazzo di bomba vero? E non l'hai ancora sentita tutta." le rispondo altrettanto entusiasta.

Decido di tirarle qualche pezza, è una cosa che amo del nostro rapporto, lo faccio sempre.

"Beh comunque Dario mi ha detto di lunedì, adesso vedo che fare... ho qualche cosa da sbrigare qua e là forse... magari poi rimandiamo."  dico stuzzicandola.

"Dai su adesso non fare la preziosa. Non ti mancoo?" la sento ridere.

"Certo cretina." rispondo alzando gli occhi al cielo con un sorriso stampato in faccia.
"Ma Ale cos'è tutto sto casino che sento? Che stai a fa?"

"Niente amó, è che... sto fuori col cane..." mi risponde con una leggera frenesia e un rumore indecifrabile di sottofondo.

Parliamo per qualche minuto del progetto e un po' del più e del meno finché mi ricordo di aver lasciato ancora il baule pieno di valigie da scaricare.

"Ciccia, ci sentiamo più tardi che mi tocca sfacchinare con l'auto. Fai la brava."

Ci salutiamo e nel mettere giù penso a quanto vorrei che fosse già qua, a leggere il pezzo assieme, sapere che ne pensa, vederla impazzire di gioia insieme a me.
Disfare le valigie è sempre un incubo, vorrei schioccare le dita e boom, tutto nell'armadio pulito e soprattutto stirato; Ma no, me tocca anche stavolta.

Che sia tu Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora