Capitolo 5

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Ad inizio dicembre, la lettera era ancora nello zaino di Ginevra. Non aveva trovato la forza di darla a Rayna. Ne aveva parlato anche con Tobias ed Ettore ed entrambi si erano offerti di dare la lettera a Rayna. In qualche momento, Ginevra avrebbe voluto accettare la loro proposta ma sentiva che era compito suo consegnarla. Aveva anche pensato di lasciarla sul letto, ma non sarebbe mai stata certa che Rayna l'avrebbe trovata e letta.

"Dovrai farlo prima o poi." Le ripeté Ettore una mattina. Ormai sentiva quella frase quasi ogni giorno ma Ginevra sapeva che Ettore glielo diceva per il suo bene, perché la vedeva sofferente.

"Fallo oggi altrimenti te la porterai in giro per tutto l'anno." A parlare era stato Pietro, il ragazzo di Ettore. Da qualche settimana aveva iniziato a sedersi con loro, a detta di Ettore perché Pietro non conosceva nessuno dei suoi amici. Secondo Tobias e Ginevra, invece, aveva iniziato a sedersi con loro perché i due non riuscivano a stare lontani l'uno dall'altra. Era dolcissimo vederli insieme perché spargevano amore da tutti i pori.

Pietro si era rivelato un ragazzo parecchio interessante: faceva parte del club di teatro e li aveva già invitati per lo spettacolo di fine anno. I tre non ci erano mai andati ma Ettore li aveva convinti, descrivendo con particolare dettaglio la calzamaglia che Pietro avrebbe indossato. Pietro, però, aveva conquistato Ginevra e Tobias quando aveva iniziato a parlare della Marvel e si erano ripromessi di andare a vedere il nuovo film, in uscita per l'anno successivo, insieme.

"Conoscendoti, le probabilità sono parecchio alte." Aveva commentato Tobias addentando un pezzo di pane. Il gemello di Rayna era quello che più spingeva Ginevra ad agire e spesso la ragazza si era chiesta se fosse perché anche lui voleva riconnettersi con Rayna. Però, Ginevra sapeva che se Tobias avesse voluto tornare in buoni rapporti con Rayna, lo avrebbe fatto e non avrebbe aspettato che lei consegnasse la sua lettera.

"Dagliela oggi a lezione così ti togli il pensiero." Aveva continuato Pietro. Anche se quella sarebbe stata l'occasione migliore, Ginevra aveva paura di farlo di fronte a tutti. Avrebbe dovuto trovarla sola, ma Rayna era sempre con le altre ragazze della classe. Da quando le due avevano discusso, infatti, Rayna si era attaccata come una cozza a Sophia e alle sue amiche: spesso Rayna si comportava come se fosse sempre stata amica loro e ciò feriva terribilmente Ginevra.

"Ci saremo noi con te, qualsiasi cosa succeda." Disse Ettore, percependo il suo sconforto. Ginevra sorrise all'amico ma sapeva di dover affrontare quella cosa principalmente da sola. Nonostante la sua paura, nonostante la presenza delle altre ragazze che la intimidivano parecchio. Doveva essere coraggiosa e consegnare quella dannata lettera.

Velocemente, si guardò intorno ma nella mensa di Rayna e delle sue nuove amiche non c'era traccia. Ultimamente non la vedeva molto lì durante i pasti, ma solo in classe. Mancavano dieci minuti all'inizio delle lezioni e, sapendo che soprattutto Sophia amava arrivare lì parecchio prima, anche Rayna doveva già essere in classe.

"No, devo farlo da sola." Disse finalmente Ginevra alzandosi dalla sedia. "Ci vediamo in classe." 


La prima lezione di quella mattina era matematica. La professoressa Manzoni arrivava sempre in ritardo e questa era una scocciatura per tutti gli studenti ma non per Ginevra. Il ritardo della professoressa faceva si che gli studenti potessero prendersela con estrema calma e molto spesso, anche se arrivavano cinque minuti dopo l'ultima campanella, la professoressa ancora non era in classe. 

Per quanto questo fosse sempre un vantaggio, in quel momento peggiorava la situazione. Se avesse dato subito la lettera a Rayna, poi questa avrebbe avuto tutto il tempo per venire da lei a confrontarsi. Anche se, alla fin fine, era quello che Ginevra voleva, aveva anche paura che la situazione potesse degenerare.

Dentro l'aula c'erano praticamente tute le ragazze e qualche ragazzo. Rayna era seduta vicino a Sophia e Maria Teresa, due delle ragazze più popolari della scuola. Nessuno aveva notato l'entrata in classe di Ginevra anche se il suo cuore batteva talmente forte che la ragazza aveva paura che tutti lo potessero sentire. Prendendo un respiro profondo, Ginevra si diresse verso le altre ragazze. Stavano tutte ridendo per una battuta ma quando Ginevra fu vicino, smisero di parlare.

"Sì?" Esclamò Maria Teresa con un sorriso falso. Ginevra ben capiva perché era considerata una delle più belle. I capelli nerissimi le arrivano fino a metà della schiena, la pelle perlacea e gli occhi azzurrissimi la rendevano stupenda. Le due non avevano mai parlato tantissimo in quegli anni, ma Ginevra poteva immaginare che quella falsità fosse data dall'amicizia che ora aveva con Rayna.

"Devo consegnare una cosa a Rayna." Iniziò Ginevra, sentendo il cuore aumentare sempre più di velocità. La bocca era secca e sentiva che, se qualcosa fosse andato male, niente avrebbe trattenuto le lacrime.

Rayna fissò Ginevra per qualche secondo e si distaccò leggermente dal gruppo. Le era mancata quella vicinanza con Rayna, ma Ginevra sapeva benissimo che l'amica era ancora arrabbiata o delusa o qualsiasi altra sensazione stesse provando.

"Allora?" Disse sprezzante Rayna, allungando una mano. Quella era la stessa mano che Ginevra aveva stretto tantissime volte, la stessa che l'aveva abbracciata e accarezzata. Ginevra prese l'ennesimo respiro e poi si mise a frugare velocemente nello zaino: la lettera era dentro il quaderno. Appena la prese in mano, la fisso un secondo e poi la mise tra le mani di Rayna.

"Una pezzo di carta?" Sbeffeggiò Rayna, prendendolo però in mano e aprendolo.

"Sarebbe meglio se lo leggessi da sola, se non ti dispiace." Disse velocemente Ginevra, preoccupata che tutti i suoi sentimenti venissero spiattellati a chiunque. Ovviamente non poteva essere certa che quella lettera non sarebbe stata letta da tutte le altre, ma si fidava abbastanza di Rayna per sperare che si tenesse quella lettera per sé.

"E' una cosa di voi lesbicacce?" Spiattellò Rayna ridendo. "O forse è meglio dire frocie? Non so bene il vostro linguaggio."

"Leggila da sola e basta. Non ti chiedo altro." Sussurrò Ginevra, cercando di trattenere le lacrime. Senza dire altro, Ginevra si girò e andò a sedersi sul proprio banco. Nel frattempo era arrivata Diana che le sorrise dolcemente.

"Va tutto bene?" Chiese Diana. Il suo banco era già pronto per la lezione ma sul suo viso non c'era la solita serietà scolastica ma c'era vera preoccupazione. 

"Onestamente no." Rispose Ginevra guardando Diana e sorridendo tristemente. 

"Penso che quello che hai fatto sia coraggioso." Non avevano mai parlato di quello che era successo con Rayna in presenza di Diana anche se né Ettore né Ginevra, a quel punto, nascondevano più il loro orientamento sessuale. 

Diana non aveva mai detto nulla a riguardo, aveva semplicemente continuato a studiare e a passare qualche pomeriggio di svago con loro. In uno di quelli avevano forse parlato di Rayna e non si erano ricordati che Diana non sapeva nulla?

"Grazie." Riuscii a dire Ginevra prima che Diana appoggiò una mano sulla sua e la stringesse. 

"Vorrei essere coraggiosa come te." Disse improvvisamente Diana, confondendo Ginevra. Quest'ultima non ebbe il tempo di chiederle cosa intendesse che entrarono in aula sia i ragazzi che la professoressa.

Subito la Manzoni iniziò a spiegare ma per tutta la lezione Ginevra continuò a pensare a quella lettera: cosa ne aveva fatto Rayna? L'aveva messa nello zaino o l'aveva direttamente buttata via? Ginevra non aveva fatto in tempo a notarlo.

In cuor suo, sperava che Rayna l'avrebbe letta e che ciò avrebbe portato le due a parlarsi. D'altro canto conosceva abbastanza Rayna da sapere che anche se avesse compreso fino in fondo quello che Ginevra aveva scritto, Rayna sarebbe stata zitta per un po'. O almeno finché anche i suoi sentimenti sarebbero stati equilibrati con quelli di Ginevra. Cioè finché Rayna avrebbe trovato il coraggio di perdonarla.

Allo stesso tempo, Ginevra si ritrovò a pensare alle parole di Diana. Cosa aveva voluto dirle? Perché voleva essere coraggiosa come lei? In che senso?

Certo, dare quella lettera a Rayna era sicuramente stata una delle cose più coraggiose che Ginevra avesse mai fatto, però c'erano tanti modi per essere coraggiosi. Ogni tanto Ginevra si ritrovò a guardare Diana, con i suoi capelli neri corti fino alle spalle e gli occhi a mandorla che luccicavano ascoltando la professoressa.

Sincerely, MeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora