Voglia di vera vigilia di Natale...

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24-12-2021

Caro Covid...O forse dovrei chiamarti
COVID DEI MIEI STIVALI?! Insomma con un sostantivo che ti si addica calzanoditi a pennello.
Maledetto covid dei loro, dei suoi, dei nostri stivali! Per colpa tua e solo tua i mental breakdown sono alla portata di tutti tutti i giorni; ci hai davvero stremati, come spremuti, per finire annientati.
Oramai viviamo del riflesso della tua scia. Una scia che si compone di malessere fisiologico, sociale e psicologico. Basta, fine. Nient'altro di distruttivo.
Stai minando l'equilibrio della sanità mentale. E lo fai senza accorgertene o forse te ne accorgi, ma non ti interessa ugualmente il resto di nulla!
Rimaniamo a casa soffrendo chiusi nelle nostre abitazioni. Abbiamo invaso gli ospedali, ce ne siamo impadroniti, messo sottosopra le terapie intensive, ingigantito migliaia e migliaia di cimiteri nel mondo.
Siamo sfiniti, senza parole o forze...Molti per sempre. Morti per sempre.
Ma forse non hai mai infilato piede dentro un'aula scolastica. Anzi, per non comprendere i numeri delle vittime sulle quali hai "trionfato" e che impassibile ed ostinato più che mai, giorno dopo giorno continui a far fuori, è cosa certa. Non devi capirne nulla di matematica...0! Altro che conti che non tornano! Tornano eccome e sono troppi!
Sei superficiale. Il peggior incubo che di notte e di giorno si possa fare. Peccato tu sia reale. Un mostro che per vivere ha lo spietato bisogno di uccidere. Ecco cosa sei! Un incubo concreto assetato di vita. Che vive di morte e di morti. Che si nutre di noi. Non esistono altre parole per descriverti in maniera così impeccabile.
Sfacciato! Ti aggiri anche nei reparti nascite e fra i banchi di scuola...Sei un po' in ritardo, sai? Non ti vergogni!?
Te la prendi con i bambini che dovrebbero coincidere con i più indifesi. Ma qui il vero debole sei tu!
Fossi stato forte non ti saresti azzardato ad anche solo sfiorare un frammento della nostra quotidianità. E invece no, invece ce l'hai strappata. Tutta. Portata via non si sa dove e chissà se un giorno sarai disposto a scusarti.
Beh una cosa è certa! I nostri cari non torneranno indietro, a loro spetta un destino differente da quello dei pacchi. Ecco, proprio quello che non avremmo mai voluto sapere.
Se fossi stato forte non ti saresti scagliato con nessuno. Ma non lo sei e a quel "nessuno" non fai sconti, neppure a Natale. Sei diretto, passi al regalo...Un crescendo di morti tanto per cambiare. Non fai sconti ma sei schifosamente scontato eh! Sorprendici qualche volta su!
Ti si incontra dappertutto. Colpisci alle spalle facendo tue le persone buone e risparmiando, la maggior parte delle volte, le cattive; anche se dinanzi a una mostruosità del genere la cattiveria smette d'esistere, all'improvviso ci si sente spaventosamente piccoli e tutti uguali. Nessuno ti merita. Ma non te ne frega perché non guardi in faccia...Mastichi vita rubata accompagnata da vite di qualsiasi età. Trascini tutti e tutto nel tuo vortice.
E siamo stanchi. Totalmente demotivati. Morti senza esserlo. Non abbiamo più voglia di correre incontro alle nostre passioni e mi domando cosa resta dell'esistenza quando di queste rimaniamo nudi.
Anche nel cosiddetto "fiore degli anni", a tredici, quattordici, quindici, sedici, diciassette anni, non si osserva alcuna varietà di fiori se non silenziosi fiori appassiti, lentamente morti. Qualche rosa in lontananza di cui noi costituiamo le spine ben definite.
Ci pungiamo l'un l'altro, facciamo male a ciò che di più bello custodiamo senza rendercene conto.
La paura gioca brutti scherzi. Ma noi, per quanto possa essere dura, dobbiamo sbatterci senza ucciderci, limitarci a qualche danno. È una corsa contro le preoccupazioni, la nostra ansia, contro di te. Dobbiamo arrivare primi. Non possiamo permetterci il lusso di farci soffiare altre medaglie, tu ne collezioni fin troppe! Sfoggi orgoglioso quasi infinite file di trofei di vite spezzate...
E siamo morti dentro. Abbiamo il fiatone...Questa corsa pare infinita. Non ci sono pause, solo pseudo. Fuori però, è tutto "rose e fiori".
Ogni giorno ci arricchiamo di odorosi petali variopinti che non ci appartengono. Siamo abituati a fingere. Per quello abbiamo una capacità innata che scordiamo di possedere da bambini. E così siamo sempre più professionisti dell'arte del mentire, questo perché ci esercitiamo facendo gli attori perfino con noi stessi.
Non stiamo bene, nessuno. Altro che "#andràtuttobene"! Non ci crediamo più già da un pezzo ma sorridiamo anche quando fa malissimo, siamo disperati, avviliti, scoraggiati. Senza speranza. Alberi sdradicati. Natura morta.
Non si comprende per quale sfumatura di ragione l'essere umano si sforza di far sembrare che proceda sempre tutto a gonfie vele...Convinto di non avere nulla da perdere finge finge e finge ancora finché non finisce per smarrire la cosa più preziosa di cui dispone: il dono della vita.
Se stesso.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 30, 2023 ⏰

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