Quel sogno estivo e...Sensitivo!

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Era la stagione dell'estate e correva l'anno del 2016.
Non ricordo con esattezza in che mese mi trovassi...Se a fine
giugno, luglio o ancora agosto che sia stato. Ricordo solamente che la scuola doveva essere terminata e non da un tempo troppo ridotto.
Forse per fortuna (chissà), ma fatto sta che uscivo illesa dalle grinfie della prima media, anche se a partire da settembre avrei dovuto fare i conti con la seconda; quindi sì, era decisamente ancora troppo presto per poter cantar vittoria!
E se da un lato la mia mente si lasciava guidare dall'immaginazione fantasticando sulle innumerevoli sorprese che doveva avere in serbo per me quell'anno, dall'altro canto razionalizzavo quasi più frequentemente di quanto non lo facesse il protagonista della Coscienza di Zeno.
Resettavo tutti i pensieri (per non parlare dei buoni propositi mandati dritti a quel paese) o meglio riservavo il posto in prima fila a quelli negativi. Per i restanti era vietato l'ingresso nella mia testa.

Iniziavo ad essere dell'idea che forse Leopardi non aveva poi tutti i torti a prendersela così tanto con la vita...
Soffriva l'arretratezza recanatese. Non aveva amici al di fuori del napoletano Antonio Ranieri. La signorina di cui si era perdutamente innamorato, Fanny Tongioni Tozzetti, non ricambiava i suoi sentimenti. La madre era come se non ce l'avesse. Il suo non era pessimismo.
Ancora, Teresa Fattorini, che molti critici identificano con la celebre Silvia del componimento poetico A Silvia, era la figlia del cocchiere di casa Leopardi, per la quale Giacomo aveva perso la testa, ma che ovviamente non lo filava di striscio.
L'uomo sarebbe inoltre stato affetto da spondilite anchilopoietica giovanile, una rara malattia che si palesa dopo il sedicesimo anno di vita. In alcune missive, infatti, Leopardi viene ricordato come un bambino vivace e privo dell’ingobbimento che lo caratterizzò proprio a partire dai fatidici 16 anni. Il suo aveva più il crudele quanto devastante gusto del realismo.
Nelle lettere che scriveva, spesso descriveva i sintomi che lo affliggevano: disturbi urinari, astenia, gracilità, disturbi visivi, bassa statura, disturbi intestinali e complicanze polmonari e cardipolmonari. La vita gli voleva incredibilmente male. Le cose stavano così. Bisognava solo comprenderlo.
Anche di me non si prendeva cura e me lo dimostrava nel suo modo più efficace. Non scorreva. Vivevo una vita piatta, sopravvivevo ad una vita piatta. 0 amici veri, numero illimitato di comparse. Io non mi piacevo un granché, aspettavo impaziente solo il giorno del mio glow up.
Il mio fisico non era male, per carità! La mamma mi ripeteva sempre fosse addirittura "da invidia", ma faticavo nel crederci e in ogni caso, compensava il viso.
L'amore andava uno schifo. Anzi, quello non andava proprio. Come fa ad andare anche una merda ciò che non esiste? O se esiste è solamente frutto della tua fantasia? È solo un amore dantesco?
L'amore platonico non fa per l'eternità, non è destinato a durare all'infinito. Prima o poi dovrà smettere di essere tale.

La verità era che la mia esistenza non aveva mai subito quel drastico cambiamento di cui ero tanto all'affannata ricerca e quella che nella mente mi appariva come un'assurdità in realtà era la mia banale vita insulsa...
Almeno le amicizie ci provavano a nascere, l'amore non sbocciava mai. Io e Giacomo Leopardi non potevamo che darci una bella stretta di mano. Davvero un autore molto moderno! All'improvviso era diventato uno dei miei preferiti.

Comunque credo fosse luglio. Sento ancora la sabbia rovente, il sole scottante e l'acqua marina bollente che mi bagna la pelle. Dovevano essere inevitabilmente le prime giornata afose del mese. Già! Ma di questi dettagli poco importa, non so nemmeno perché mi sia persa a parlarne...Conta quello che successe, che mi successe. Tutto ciò che accadde in quel benedetto sogno. Niente di più, non una sola virgola in meno.
Sì che ne sono consapevole invece! Sarà stata colpa dell'intramontabile amore per le chiacchiere di Clara, che a volte gioca brutti scherzi. Finché si tratti di anche uno solo di questi però, tutto mi scivola di dosso con estrema facilità. In un universo in cui "le parole hanno un peso", ho imparato a non dare mai più di così tanto valore se non quello che realmente fosse strettamente indispensabile. Ho scoperto che si vive meglio. La trasgressione è la chiave che s'infila dietro ogni singola serratura e tu non devi far altro che entrare al mondo ponendo un piede a seguito dell'altro. Semplice no?
Proprio così. Incarno in maniera impeccabile l'adolescente ribelle, quella tutta fatta di sogni e speranze, fuori dagli schemi, sempre che esistano...
La teenager solita prendere la vita con infinita di quella leggerezza, altrettanta filosofia e aggiunta di una dose non indiscreta di spensieratezza tanto da sfidarla. In una parola soltanto vivendosela.
Non siamo i protagonisti di un film e non abbiamo 7 vite come i gatti. È una sola cazzo! Dobbiamo internare questa cosa. Cresciamo vivendo, è logico, ma è solo se viviamo che impariamo, che maturiamo, che cresciamo. Sveglia!!! La vita è vita in quanto va vissuta. Non siamo scemi dai! Non sprechiamo un dono così costoso che ci è stato offerto gratuitamente. Non siamo che di passaggio e non sta scritto da nessuna parte la passeggiata si perda con lo scorrere del tempo. Il viaggio di Dante nei tre regni dell'aldilà non durò così a lungo...

La foresta della Sognatrice InsonneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora