CAPITOLO 4

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Thomas pov

La caccia è sicuramente la parte peggiore dell'essere come me.
Mentre sfrecciavo tra i boschi ho avvistato un grosso puma,il suo odore era buono,me lo sarei fatto andare bene come facevo sempre. Però ad un tratto percepii una odore più forte,un odore che stordisce,non lo avevo mai sentito prima d'ora ma sapevo che quel magnifico odore non poteva appartenere ad un animale.  In quel momento il mio istinto di predatore mi ordinò di correre ad assaporare quel sangue e il mio corpo non esitó a rispondere al comando,in meno di due secondi mi ritrovai difronte a quella creatura e mi fermai. Non riuscivo a capire cosa fosse. Era distesa sull'erba.Mi avvicinai piano,cercando di non spaventarla. L'unica cosa che riuscivo a distinguere erano le due grandi ali bianche che la avvolgevano,come per proteggerla.

Mi inginocchiai e la sollevai,poggiandola sulle mie gambe.  In quel momento le sue ali sembrarono rilassarsi e mi permisero di osservare quella  meravigliosa creatura,sembrava una visione,un angelo.

I suoi lunghi capelli biondi le illuminavano la pelle pallida del viso,le sue lunghe ciglia,le labbra carnose,le piccole manine,le gambe, tutto di lei era perfetto.

Solo in un secondo momento mi accorsi che la mia gola bruciava più del solito,il vampiro dentro di me la desiderava,la voleva assaporare, però la mia parte umana non riusciva a negare la vita a quella che era la perfezione fatta persona. Tratteni il respiro e continuai a osservare ogni parte del suo corpo,ogni linea del suo viso,ogni piuma delle sue immense ali.

Dopo una decina di minuti,percepii il suo battito aumentare,sembrava avesse paura. Sicuramente era svenuta. 

Aspettavo impaziente che aprisse gli occhi per poterla osservare in tutta la sua bellezza. Non dovetti aspettare molto,si portò una mano alla tempia e fu allora che spalancò i sui grandi occhi azzurri e io mi persi a guardarli.

Il suo cuore cominciò a battere ancora più forte,sembrava esplodere.

Capii che c'era qualcosa che non andava quando vidi i suoi occhi osservare il vuoto..non mi aveva visto. Come era possibile?

Alice pov

Aprii gli occhi,un poco frastornata,ma non vedevo nulla. Era tutto buio,tutto nero. Eppure avevo gli occhi aperti. Cercai di stare calma,ma la paura si impossesso di me,soprattutto quando mi accorsi delle mani fredde e delicate che mi avvolgevano. Allungai le mano e tastai l'erba sotto di me,solo allora mi ricordai quello che mi era successo. Le fitte. Il dolore. Mi liberai dalla presa fredda che mi avvolgeva e mi allontanai impaurita. Con un lento movimento sollevai la mano per toccare le spalle che sentivo pesanti ma un forte rumore me la fece ritrarre. Qualcosa in me era cambiato. Allungai nuovamente la mano che si poggió su delle soffici piume,cercai di segnare con le dita la forma di quello che avevo sulle spalle,sembravano...

-Bellissime- disse una voce melodiosa accanto a me.
-Chi sei?- cercai di allontanarmi dalla voce
- Da quanto le hai?-  evitò la mia domanda
- Di cosa parli esattamente?-

Mi alzai barcollando,stavo per cadere ma la stessa mano fredda di prima mi afferrò e mi mise in piedi sostendomi dalla vita.

- Dimmi chi sei- gli ordinai allungando la mia mano verso il suo petto per respingerlo. Sembrava una scultura di marmo. Un fisico freddo e scolpito.
-Potrei farti la stessa domanda- m'incalzó
Rimasi in silenzio, per un attimo mi ero distratta da ciò che mi stava succedendo nel tentativo di capire se quel ragazzo fosse una minaccia o meno.

-Vieni con me-mi disse distogliendomi dai miei pensieri.

-Cosa? Nemmeno ti conosco-

- Puoi fidarti oppure puoi tornare a casa da sola- rise. Una risata che mi sorprese.
In effetti le mie condizioni non mi davano tanta scelta.
Sospirai - D'accordo, ma continuerò a non fidarmi-
- Va bene- lo immaginai sorridere -Vuoi che ti prenda in braccio?-
- Non se ne parla, ce la faccio da sola, grazie-
- Come preferisci-
Lo sentii inspirare forte e poi mi prese la mano.
Rabbrividì al contatto. Sentivo i muscoli contratti del suo braccio.

Abbiamo camminato per più di mezz'ora, ho rischiato di inciampare diverse volte, nonostante lui mi dicesse nel dettaglio come muovermi.
Mi ha chiesto delle mie ali e gli ho detto ciò che sapevo, ovvero nulla. Sono arrivata alla conclusione che era tutto solo un sogno molto realistico.

-Eccoci- disse
-Dove siamo?-
-A casa mia, ti farò vedere da mio padre.-
-È un medico?-
-No,però ne saprà sicuramente più di noi-
Noi?...
Lasciò in fretta la mia mano,quasi bruscamente e lo sentii allontanarsi.

-Aspetta- feci per fermarlo ma afferrai solo il vuoto.
Lo sentii poi in lontananza parlare con qualcuno.

Thomas pov

"Ciao Derrik" dissi a mio padere che comparve davanti alla porta prima che io potessi aprirla. Giusto in tempo,non riuscivo più a sopportare di starle così vicino senza poterla assaggiare.

"Chi è?" Chiese mio padre con il suo tono sempre gentile.

"Lei è..." mi ricordai che neanche io conoscevo il suo nome.

"Alice...Alice Marie Scott" disse rimanendo ferma dov'era, con gli occhioni spalancati che cercano di guardare in direzione delle voci.

E così si chiamava Alice. Alice Marie Scott.

NOTA AUTRICE
Ciao a tutti,spero che la storia vi stia piacendo.
Votate e commentate,grazie :)

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 23, 2017 ⏰

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