Sei rannicchiato tra le lenzuola bianche del tuo lettino quando concludi con la vista annebbiata dall'emozione la seconda pagina del tuo diario.
Attorno a te il buio. Forse anche dentro.
Ti senti così piccolo e impotente che vorresti quasi abbracciarti da solo.
Ti sei odiato tanto per non essere stato in grado di aiutare Martino quando più ne aveva bisogno ma, ora che riguardi alle tue spalle con un poco di lucidità in più, riesci solo a rivederti come una creatura in balia di emozioni troppi grandi per essere affrontate.
Proprio quelle che ora stai cercando in ogni anfratto del tuo cuore per illuderti di essere ancora umano.
Sospiri mentre ti sfreghi le palpebre già arrossate nel colletto del pigiama: è tutto così difficile, dubiti che riuscirai ad arrivare in fondo al racconto.
Forse sono questi i momenti in cui, non avere nemmeno il permesso di sentire la tua famiglia se non sporadicamente, ti soffoca così tanto che non puoi fare a meno di cercare un po' d'aria nuova.
Ti affacci alla tua porticina socchiusa: in corridoio tutto tace, è notte fonda.
Non sai nemmeno se potresti, ma vuoi raggiungere il giardino a tutti i costi, sai bene cosa devi raccontare nella prossima pagina e hai bisogno di sentirti più sereno.
"Pagina tre: Capolinea"
Quella mattina, immerso tra le coperte di un letto troppo spazioso per non essere condiviso, singhiozzi sconvolto dalla telefonata che ti aveva appena svegliato.
Prima la litigata a tavola, ora quella scioccante rivelazione. Gli scenari che la tua testa ti sta proponendo compulsivamente sono uno più agghiacciate dell'altro.
Cerchi di tirarti su, appoggiare almeno la schiena alla testata del letto, ma sei stanco e stravolto da tutto.
Da Marti. Dalla tremenda discussine che avete avuto. Da tutte le parole non dette che sono rimaste tra voi. Dalla consapevolezza che qualcosa sta cambiando troppo in fretta per essere fermata.
Fissi la porta ancora serrata a chiave dalla notte precedente mentre ti chiedi se sia possibile affogare nelle proprie lacrime, credi che presto lo scoprirai.
Devi parlare subito con Martino e chiedergli spiegazioni.
Quando ti palesi in salotto tutto ancora tace, lui è rannicchiato in un angolo di divano pallidissimo e coperto solamente da un lenzuolino improvvisato.
Non puoi negare che il tuo cuore non si stringa così tanto da provare del vero dolore fisico.
Non sai se sei ancora arrabbiato con lui, navighi solo in un mare di perché.
Perché si comporta così?
Perché non vuole più il vostro bambino? Tu già sentivi di amarlo incondizionatamente senza nemmeno conoscerlo ancora.
Perché avevi dovuto scoprire così che ti stava mentendo?
"M-Marti.. sveglia"
la voce ti esce più dolce e rotta di quanto vorresti, ma sei preoccupato. Non puoi negarlo.Al minimo suono che emetti lui si sveglia di soprassalto tossendo un po': stava decisamente avendo un sonno tormentato nell'ultimo periodo.
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Don't Forget|| Rames
Fanfikceun grande amore, ma una rottura altrettanto dolorosa: Niccolò racconta in un diario tutto quello che è successo e che lo ha portato a crollare