Pagina 7|| Una chiamata urgente

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Scrivere del tradimento che avevi fatto a Martino era stato tutt'altro che facile.

Si, non importa se ti aveva abbandonato giusto un paio di settimane prima senza un'apparente spiegazione, quello per te era stato un tradimento a tutti gli effetti.

Sapevi di non volere nessun altro che non fosse lui, sapevi che con quel gesto non avresti risolto niente, eppure lo hai fatto.
Hai agito come un bambino che, quando viene ignorato perché fa i capricci, urla ancora più forte per ottenere le attenzioni dei genitori.

Ecco cosa volevi: che Martino venisse a staccarti con tutta la forza che ha dalla bocca di quel tipo, che facesse una delle sue scenate di gelosia in mezzo a tutto il locale e che, spaventato dall'idea di averti perso, si decidesse a tenerti sempre con sè.

Ti sei sentito invisibile ai suoi occhi per quelle lunghe settimane che avete trascorso separati, avevi un bisogno fortissimo di riceve una qualsiasi accortezza da parte sua.

Non vuoi lasciarti altro tempo per rimuginare su quell'errore, durante il corso di quell'anno ti aveva già provocato fin troppi sensi di colpa.

Volti pagina impulsivamente, sei quasi giunto al termine, non puoi mollare ora.

"pagina sette: Una chiamata urgente"

Nove e trenta.

Ricordi perfettamente quell'orario.

Martino ti aveva scritto che sarebbe passato a prenderti per andare assieme al centro adozioni, tu sei già in strada con un quarto d'ora d'anticipo ad aspettare e contorcerti nell'ansia.

Ansia di che, poi?
Martino lo hai già perso, non c'è più niente per cui lottare.

Forse hai ansia che sia arrivato il momento di lasciarlo andare per sempre, che ora che piazzerete le vostre firme su un documento che attesta che non vi lega più niente non ti rimarranno più scuse per cercarlo quando la nostalgia si farà insostenibile, che non sai se rivedrai mai quegli occhioni che ultimamente si sono fatti così spenti.

"Ah, sei già qui!"
Una voce familiare ti sorprende mentre controlli impulsivamente l'ora per l'ennesima volta: nove e trentatré e Martino ti saluta dal finestrino.

Gli fai cenno di sì con la testa mentre ti appresti a salire un po' impacciato nel sedile affianco al suo, siete assieme da pochi secondi e già ti pizzicano gli occhi mentre senti il cuore batterti fin dentro le orecchie: non resisterai a lungo, ne sei consapevole.

Il viaggio sembra infinito: la tua gamba picchietta costantemente sul tappetino e tieni il viso incollato al finestrino, ogni tanto guardi sottecchi Martino e lui ti risponde sempre con un dolce sorriso velato di malinconia.

"Chissà cosa dirà la signora Giovanna"
sussurra lui ad un certo punto, forse cercando di stemperare la tensione visto che hai il viso più bianco di un cencio e la fronte sudata.

La segretaria di quella struttura aveva preso a cuore la vostra storia, effettivamente l'idea di averla delusa ti fa un po' storcere la bocca, avete deluso tutti in realtà.

Non rispondi, ti limiti a voltarti verso Martino con un sorriso che cerca di contrastare il magone che ti sta salendo lungo la gola mentre, la prima lacrima di tante, attraversa la tua guancia solitaria.

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