- 懷舊.
smettila di guardare quella foto.
smettila!yoongi se lo urlava in testa, ripeteva allo sfinimento,
ma la polaroid rimaneva attaccata a quello specchio.
ferma
immobile
statica
morta
e lui non si mirava da giorni interi, però osservava quella.
come se avesse potuto cambiare le cose, come se fissandola fosse stato capace di riportare indietro quei giorni.doveva rassegnarsi.
la vita andava avanti, le strade cambiavano e le rotte si dividevano. era così che andava.
ma era ancora troppo presto.era troppo presto e tutto stava scivolando via dalle sue dita come acqua, non riusciva a trattenere niente.
non riusciva a vivere.
a trovare delle motivazioni valide, delle ragioni per aprire gli occhi ed alzarsi la mattina.
non aveva nulla, niente gli era rimasto.usciva fuori solo per il minimo indispensabile perchè solo quello lo portava ad avere una nausea terribile, sommerso dai sensi di colpa.
sentiva la sua voce, per strada.
odiava andarci perché lo vedeva, riviveva e prendeva consapevolezza di non essere riuscito a salvarlo nemmeno un po'.
magari non era nemmeno più lì, forse era divenuto aria o fuoco oppure terra.
si odiava.
lo faceva in modo viscerale, completo.
odiava ogni suo pensiero
ogni piccola parte del suo cervello malato.non se lo sarebbe mai perdonato.
era scomparso.
non aveva più chiamato, non aveva più aperto porte o più risposto al telefono.
era sparito, aveva tolto il peso della sua vita di torno.
ora era via lontano da lui e da loro.aveva fallito.
su tutto.e ci aveva provato, a cominciare di nuovo.
durante uno dei periodi più statici c'era stata una ragazza.
non era interessato a lei, ma a questa non sembrava importargliene di ciò.aveva intenzione di aiutarlo, se n'era accorto, ma lui non voleva il suo aiuto.
aveva tentato di parlargli, osato abbracciarlo, cercato di ricomporlo, accorgendosi però presto che non era possibile annaffiare una pianta già marcia.era un bastardo impertinente e c'erano solo poche persone che riuscivano a tirar fuori la sua parte migliore.
e quelle non erano lì, né ci sarebbero state. non più.erano successi troppi avvenimenti per tornare come erano.
fin troppi.ed ora era solo.
aveva quindi allontanato pure l'ultima piccola speranza che aveva.
prese stanco la foto, girandosela tra le dita, osservandola.
raffigurava lui e un ragazzo dai capelli castano scuro, liscissimi.
la foto era stata scattata qualche anno prima,o forse meno?
magari di più.l'aveva impressa su polaroid seokjin, il suo migliore amico al tempo.
era riuscito ad immortalare il momento esatto in cui il castano gli si era avvicinato per abbracciarlo e posargli un delicato bacio sulla guancia, ignaro della fotocamera vicina.e se solo avesse saputo parlare.
se solo tutto non fosse andato così.stava tremando, adesso.
brividi freddi, dolorosi si arrampicavano sulla sua pelle rincorrendosi senza meta o fine.la pelle gli pizzicava da quanto voleva strapparsela di dosso, le mani lasciavano il ricordo che stavano tenendo e andavano a stringersi tra di loro in modo convulso, impulsivo, doloroso.
nessuno lo avrebbe considerato nella solita vecchia casa dove si trovava.
perché stava continuando?
che scopo aveva?
lui non esisteva, era in prigione.aprì il primo cassetto del mobile sotto quello specchio
e vi prese un accendino color crema.
poi tirò fuori una scatoletta grigia, con al suo interno quelle che sapeva essere pasticche.
per via di hoseok, un suo amico stretto, di vecchai data, era diventato piuttosto bravo a distinguerle e saperne l'effetto.«scusa hobi»
lo bisbigliò piano, come se quello avesse potuto udirlo e ne buttò giù alcune, abbastanza da stordirlo.
l'ombra di un sorriso triste incorniciò il suo volto, prima che si chinasse verso le tende con l'accendino in mano ed una sola idea in mente.
ti odio
lo amo
lo odi
ti odipiangeva
urlava
stava urlando così forte che la gola gli faceva male
sapeva che lo stava facendo
ma non ci sentiva
era tutto completamente ovattato.basta.
a caratteri cubitali nella sua mente c'era scritto basta.
doveva smetterla di lottare.si sdraiò sul letto, chiudendo gli occhi, sorridendo. sorridendo perchè era tutto così confuso, così tranquillo, ed il suo viso era lì vicino a lui.
sentì una risata, di quelle felici, libere e spensierate, prima che le pasticche ed il fumo lo facessero cadere nel buio dell'incoscienzama sarebbe andato tutto meglio, dopo quello.
sarebbe andato tutto meglio.
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Set your heart on fire.
Fanficjungkook × yoongi. yoongi è rimasto solo, di nuovo. i sei amici che un tempo erano stati la sua unica via di uscita dai suoi strani pensieri ora stavano vivendo la loro vita, ed i bei momenti erano finiti. tuttavia uno di quei ragazzi ha capito qual...