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-"Non sarà troppo vistoso come abito?" chiedo a Ryan che è già pronto da un pezzo ed è seduto sul divano a bere il suo whisky e a fissarmi con il suo solito sguardo da predatore.
Nel primo pomeriggio siamo usciti insieme da casa e siamo andati a fare shopping in vista della serata all'ambasciata americana.
Abbiamo passato un pomeriggio in giro, tra le bellezze di Roma come una normale coppia, abbiamo girato un'infinità di negozi fino a scegliere l'abito che indosso stasera.
Lui indossa uno smoking nero di alta sartoria e come al solito è di una bellezza unica.
-"È perfetto per te. Sei bellissima" dice serio continuando a guardarmi e alzandosi. Poggia il bicchiere sul tavolino e mi raggiunge per poi poggiare le sue grandi e calde mani sulla mie spalle nude, surriscaldando la mia pelle mentre fissa il mio collo.
-"C'è una cosa però che stona" dice serio.
-"Cosa?" dico stordita dall'intensità del suo sguardo e dal suo buonissimo profumo. Tocca la catenina d'oro al collo e la fede. Porta le sue mani dietro il mio collo, mentre rimango imbambolata a fissarlo con il cuore che ha preso a battere con uno strano ritmo, e apre la catenina togliendomela dal collo. Rimango a fissare le sue mani che si muovono nel sfilare la fede d'oro dalla catenina, prende la mia mano sinistra e lentamente me la infila al dito per poi fissarmi di nuovo negli occhi, quasi con uno sguardo fiero. Mi sento come se fossi ubriaca in questo momento per le sensazioni contrastanti che sto vivendo.
Ryan poggia la catenina sul piccolo mobile accanto allo specchio e sorride.
-"Ora va meglio" dice vicino al mio viso con le mani poggiate sui miei fianchi. Deglutisco con difficoltà e a corto di parole.
-"Ryan..." riesco solo a sussurrare con difficoltà rimanendo a guardare le sue iridi profonde.
-"Shhhhh" sussurra poggiando la fronte contro la mia e chiudendo gli occhi. Chiudo anch'io gli occhi per la troppa intensità di sensazioni.
-"Andiamo" dice poi serio staccandosi all'improvviso e prendendomi per mano.
Mi sento in una giravolta di emozioni e non ci sto capendo nulla.
Usciti dalla sua suite e poi dall'hotel in cui alloggia, ci infiliamo sui sedili posteriori dell'auto di cortesia e ci dirigiamo all'ambasciata americana.
Ryan è silenzioso e immerso nei suoi pensieri mentre fissa davanti a lui. Guardo il suo profilo, le sue labbra, la sua barba e le sue rughe e sono sempre più attratta da quest'uomo.
Mi avvicino a lui e poggio la mia mano sinistra sulla sua coscia.
Ryan guarda la mia mano con espressione curiosa e sorrido. Sorride anche lui e intreccia le nostre mani, stampandomi un bacio sulla fronte.
Rimango attaccata al suo corpo e poggio la testa sulla sua spalla sospirando.
-"Il dottor Hill mi ha chiamato qualche giorno fa" dice poi serio, riferendosi a mio padre. Subito alzo la testa, sorpresa dalla notizia.
-"Cosa ti ha detto questa volta papà?" chiedo scocciata.
-"Il divorzio" dice serio fissandomi. Dentro di me sento qualcosa di strano e faccio difficoltà a respirare.
-"Non voglio Faith" dice poi spiazzandomi del tutto. Mi stacco da lui per guardarlo bene in faccia.
È fin troppo maledettamente serio.
-"Come non vuoi?" chiedo sorpresa.
-"Non voglio" dice soltanto.
-"Perché?" chiedo confusa.
-"Abbiamo vissuto male fin'ora?" chiede serio.
-"No" dico senza nemmeno rifletterci.
-"Abbiamo le nostre vite e siamo liberi, continuiamo a vivere le nostre vite anche se siamo sposati. Non ci sarà nessuno che potrà incastrarci ed entrambi abbiamo i nostri benefici quando ci incontriamo" dice serio prendendomi la mano.
-"Beh, non fa una piega" dico ironica.
-"E se dovessi incontrare l'uomo della mia vita?" chiedo poi ridendo. Ryan sorride stringendo la mia mano.
-"Sei tanto sicura che lo incontrerai? Magari già c'è lhai" risponde con il sorriso baciandomi poi il dorso della mano. Alzo gli occhi al cielo esasperata.
-"Basta. Tu mi confondi e mi urti il sistema nervoso alcune volte" dico scocciata. Ryan ride divertito tirandomi a lui.
-"Amo confonderti e stuzzicarti. Sei parecchio eccitante" sussurra portando la mia mano sinistra sulla sua erezione durissima. Il riflesso della fede al dito mi fa venire quasi un capogiro.
Non è il suo posto lì.
Ryan mi blocca la mano con il respiro strozzato e gioca con la mia fede.
-"Siamo quasi arrivati" dice con voce roca e tesa. Sorrido e sospiro.

COLPA DI TUTTI E DUE!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora