XV. Un passo falso e qualcosa di stupido.

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ps. ascoltate la canzone dove ci sono le lyrics. La canzone è quella inserita qui sopra. Enjoy!


"Se avete qualcosa di stupido da dire fatelo in fretta, ma probabilmente non lo ascolterò."

BEEEP.

- " Ehi Kat - aehm-- sono Sero. Volevo dirti che io non c'entro niente. Non ero nemmeno a casa in quel momento e posso dimostrarlo- ho un alibi!"

- " Katsuki, ti prego, non dare di matto. Non ucciderlo, se puoi. Fallo in nome della nostra amicizia, uhm? Ejirou".

- " KATSUKI, sono tua mamma, rispondi subito a quei FOTTUTI MESSAGGI che ti ho inviato. Adesso!"

-" Tu. Voglio i documenti pronti sul tavolo, entro domani. Todoroki, ovviamente".

***

(Una settimana prima, giorno dopo capitolo 13)

Katsuki Bakugou era agitato - più del solito, solitamente era solo arrabbiato  per stupidi motivi o altro - e non sapeva spiegarsi esattamente il perchè diamine lo fosse; sarà stata la chiacchierata con Kirishima Eijirou - che aveva ragione, anche se non l'avrebbe mai ammesso nemmeno all'amico dai capelli rossi - o sarà stata la costante tenzione che si stava accumulando a lavoro viste le date di scadenze imminenti per lanciare i nuovi prodotti aziendali.

Aveva ignorato la segreteria telefonica - aveva ascoltato i messaggi, ma non aveva risposto loro, tranne a sua mamma perchè altrimenti avrebbe sentito gracchiare per millenni e perchè suo padre gli aveva inviato o un messaggio dove lo implorava di  rispondere a Mitsuki Bakugou.

Non sapeva di cosa stavano blaterando quei tre idioti dei suoi amici e nemmeno lo voleva sapere perchè, diamine, aveva troppi problemi per andare dietro anche alle loro cazzate.

Già- problemi.

Faccia Tonda era un problema - ma in senso buono, supponeva. Deku era un problema - e no, non era in senso buono. E Todoroki era un problema - anzi, lui era una vera e propria spina nel culo.

Quel giorno, Katsuki Bakugou, era entrato in ufficio sbuffando più del solito - e aveva già mandato al diavolo sia la receptionst al piano terra che il tizio delle stampe di cui non ricordava affatto il nome ma nemmeno gli importava. Si era diretto rapidamente al suo angolo ufficio e aveva cercato di non guardare avanti a sè. Primo, perchè non voleva ricordarsi che la sua scrivania era proprio davanti all'ufficio - fatto con muri di vetro - del nerd. E secondo perchè non digeriva la vista del broccolo di prima mattina; non la digeriva mai, in effetti, ma senza la sua quadrupla dose di caffeina tendeva a dare in escandescenza alla prima parola.

Ma una voce fastidiosa - e no, non fastidiosa come quella bassa e cinguettante di Ochaco Uraraka e nemmeno quella squillante di Mina Ashido -, una voce veramente fastidiosa di cui davvero, avrebbe commesso un omicidio pur di farla stare zitta, rieccheggiò proprio davanti a lui.

Non ci voleva un genio che quella voce appartenesse a Melissa Shield, la nipote del direttore della AllMight Corporation e la figlia dello stilista più famoso del Giappone, e che stava - come al solito - nell'ufficio proprio davanti a lui.

Nell'ufficio di Deku.

Katsuki assottigliò gli occhi; quella scena gli dava fastidio. E non poco.

Che ormai la ragazza, Ochaco Uraraka, dalle guance paffute e la faccia tonda - e no, non avrebbe smesso di chiamarla così solo perchè - beh per quello, insomma, non gli fosse indefferente non era nemmeno più una novità per il cervello di Katsuki Bakugou, ma che provasse quel tipo di sensazione... beh era nuovo. Non che fosse geloso del nerd - okay un po' sì - ma lui era stupido e sapeva bene di essere migliore - anche se, in qualche modo, continuava a fregargli da sotto il naso le cose che voleva lui - e sapeva bene che Faccia Tonda avrebbe presto aperto gli occhi riguarlo quel broccolo ambulanda. Sperava il prima possibile perchè il suo malumore non faceva che peggiorare di giorno in giorno.

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