III. Cotta Del Liceo E Stalker

255 26 26
                                    


§§§

"Qui parla la fantastica Mina-chan. Se non rispondo è perchè sono impegnata a lavoro. Provate più tardi!"

"Mina, amore, sai che non voglio disturbarti sul lavoro, ma riguarda Ochaco-san, è Midoriya lei-".​

Un secondo, e poi il telefono che risponde alla chiamata. «Kirishima Eijirou. Dimmi immediatamente cosa cazzo succede!»

«Oh... ehi,Mina.... uhm, Midoriya Izuku, lei...»

«COSA.»

«... lo ha visto in compagnia di un'altra donna.»

«...»

«Mina, ci sei?»

«La donna era alta?»

«Uhm, sì.»

«Bionda. Biondissina?»

«E capelli lunghi, credo.»

«Risata troppo squillante?»

«Be', aveva una risata piuttosto carina.»

«...»

«Cioè, fastidiosa. Fastidiosa da morire.»

«...»

Dopo un attimo, il tu tu tu del telefono fece capire a Kirishima Eijirou che la sua ragazza aveva appena attaccato.

«Ehm, Mina?»

***

Katsuki Bakugou non sapeva, esattamente, perchè si fosse alzato da quella fottuta sedia e avesse attraversato di corsa il pub, impegando tre secondi dal tavolino all'entrata e sfilando accanto a Midoriya – e forse, beh forse, gli era scappata una spallata – e aveva seguito Uraraka.

Tuttavia, nonostante il caratteraccio, nelle profondità – ma molto, molto in fondo – Katsuki era gentile e, vedere l'espressione cupa e intrisa di risentimento della sua nuova – sfortunatamente – coinquilina gli aveva mosso un moto di rabbia improvvisa che, se avesse potuto, avrebbe spaccato quella faccia lentigginosa più del solito.

Andiamo, va bene rompere con una ragazza, ma uscire con un'altra due settimane dopo era esagerato. Sopratutto dopo che loro due avevano passato anni a girarsi intorno – alle medie – per poi finire insieme al liceo. Katsuki se li ricordava bene quei due piccioncini del cazzo – e ricordava anche come si fosse chiesto cosa ci trovasse esattamente una ragazza piuttosto carina come Uraraka con uno scemo come lui – e, quindi, quel nerd bastardo non poteva fare questo ora.

Si disse che, in circostante normali, non gliene sarebbe importato nulla – ad oguno i suoi problemi, pensava – però, adesso che quella Faccia Tonda era diventata un membro di casa solo... dèi, no. Non voleva passare un'altra fottutissima settimana a sentire quel film di merda a qualsiasi ora del giorno e le fottutissime canzoni di Taylor Swift – che, a forza di ascoltarle, sapeva pure i testi.

Quindi, diede quella spiegazione al suo cervello quando – dopo aver seguito la scia di Uraraka che lo aveva condotto sul retro del pub, dove c'era una panchina nascosta da due cespugli – si ritrovò ad accasciarsi seduto di fianco a Uraraka, che singhiozzava.

«Sto bene.» miagolò Uraraka, passandosi una mano sulle guancie estremamente rosse. Più del normale, almeno.

«Certo che stai bene, Cheeks.»

«E' vero! Sono solo un po' ubriaca.» ribattè, petulante come al solito. Certo, ubriaca d'aria. Aveva bevuto a malapena un drink – Katsuki si sorprese del fatto che avesse notato un dettaglio così irrilevante... ma comunque, non era ubriaca. Era triste, a pezzi, delusa, certo ma – non ubriaca.

RommatesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora