Capitolo 2

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Entrai in classe correndo.
"Signorina Bea le sembra l'ora?" Mi rimproverò il prof.
Chinai il capo, e tutto quello che riuscii a dire fu un "M-Mi s-scusi..."
"Signorina Bea, se continua così mi vedrò costretto a mandarla dal Preside..."
Io intanto, sempre con lo sguardo chino, andai a sedermi al mio solito banco, quello là in fondo vicino al muro.
Cercai di stare attenta per quanto potessi.
Intanto le ore scorrevano lentamente, era come se ad un tratto il tempo avesse iniziato a scorrere molto ma molto lentamente. Era una sensazione strana visto che quando uscivo da scuola e mi tuffavo il tempo sembrava scorrere anche troppo velocemente.
Il prof Rossi era un uomo di mezza età, alto e con i capelli castani. Era solito passarsi le mani sulla nuca per risistemarsi quello che lui chiamava "ciuffo". Allo stesso tempo, mentre spiegava, passava ore e ore girando e rigirando il lapis tra le dita. Aveva uno sguardo triste che descriveva la sua nostalgia nei confronti della propria giovinezza.
Cercai di prendere il maggior numero di appunti possibili, ma il mio pensiero rimaneva sempre lì: all'acqua e al suono delle bracciate.
Io ci provavo invano di stare attenta, ma che ci si può fare, quando uno ha una fissa, ha una fissa.
Finalmente le lezioni terminarono ed io non vedevo l'ora di precipitarmi a casa, prendere la borsa e buttarmi nel mio habitat. Ma non appena uscii trovai lui, un ragazzo scorbutico, egocentrico e narcisista, non per altro il bulletto della scuola. Per sbaglio, nella fretta, lo urtai e lui rispose tirandomi uno spintone che mi fece cadere in terra. Intanto, mentre cercavo di tornare in piedi, lui e la sua banda, la "B.A.N", iniziarono a ridere a crepapelle.
Tornata in piedi scappai via più veloce che potevo.

Una vita per il nuotoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora