Il primo appuntamento

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Ci penso e ci ripenso, potrei mandargli un messaggio, o potrei chiamarlo, magari non succederà niente, magari perdo solo tempo, non ci sarà attrazione e la stroncheró sul nascere, così posso concentrarmi su di me.
Agguanto il cellulare, cerco nelle tasche dei pantaloni e tiro fuori il bigliettino stropicciato con il suo numero di telefono.
Inizio a comporlo. Squilla.

-Pronto?

Prendo un bel respiro e inizio a parlare.

-Ciao Lewis, sono, sono Iolanda, la ragazza di oggi pomeriggio al negozio di animali.

O mio Dio sembro una ragazzina a telefono con la sua prima cotta. Che figuraccia.

-Oh ciao Iolanda, speravo di sentirti sai?

Risponde con un tono leggermente arrogante, ma anche dolce, ma non sorpreso.

-Si, ecco... Mi chiedevo se ti andava di venderci in questi giorni.

-Si

Risponde subito con fermezza.
C'è un attimo di silenzio, mi sono bloccata non so più che cosa dire. Speriamo dica qualcosa lui.

-Senti- Riprende lui la conversazione- Se per te va bene, mandami un messaggio con l'indirizzo di casa  così domani sera ti passo a prendere e andiamo a cena fuori.

Sto letteralmente prendendo fuoco, che faccio, va bene? Non va bene?

-Va bene- rispondo senza tanti giri di parole- ti mando un messaggio con l'indirizzo, ci vediamo domani.

Riaggancio, e una botta di calore mi pervade tutto il corpo, sono emozionata. Dove andremo a cena fuori? Sarà simpatico?
Cosa mi metto?
Cerco di rilassarmi vado in cucina a farmi una camomilla.
Mi metto sul divano e poi realizzo che è due anni che non esco con un ragazzo, non ricordo neanche più come si fa, mi depilo o no? Perché se mi depilo significa che ho in mente di andare già a fondo al primo appuntamento, giusto? Devo andare dal parrucchiere.
Poi piano piano inizio a ricordare che l'intento era quello di non farmelo piacere ed evitare altri grattacapi, quindi decisamente non mi depilo.
Il Capitano mi guarda con occhi stralunati, non sta capendo tutti i miei pensieri.
Vado a letto e cerco di rilassarmi.

La mattina mi sveglio e mi ricordo che devo avvisare a lavoro per dire che il mio rientro non sarà così tranquillo, oggi è sabato e dovevo rientrare lunedì a lavoro, ma lunedì mattina devo andare prima dallo psicologo e poi iniziare il percorso di chemioterapia.
Dovrò chiedere un congedo se non riuscirò a lavorare.
Cerco di non pensarci adesso, vado in cucina a prepararmi la colazione e nel frattempo il capitano, si sveglia e si struscia alle mie gambe, capisco che anche lui vuole fare colazione, verso i croccantini nella sua ciotola e mi metto a tavola a mangiare.
Verso le 9.30 decido di andare a farmi una doccia, e visto che è una bella giornata, cercare di andare a fare una passeggiata.
Mi vesto e scendo, i raggi del sole mi riscaldano la pelle, e per un attimo chiudo gli occhi, penso all'appuntamento di stasera, e anche se non cerco niente di serio, stasera voglio sentirmi bella, così decido di andare in qualche negozio a cercare un vestito.
Eccolo qui, un bel vestito lungo, non troppo elegante, è giallo pastello, mi risalta il verde degli occhi, e mi fa tutte le curve al punto giusto.
Mi dirigo verso casa, perché inizio a sentire una certa stanchezza.
Mi butto sul divano, e puntualmente Harlock mi sale in braccio.
Ci addormentiamo insieme. È così bello avere qualcuno che ti capisce.
Apro gli occhi, e vedo che sono le 16.30, ma quanto ho dormito? Ho saltato il pranzo, anche se a dire la verità non avevo fame.
Decido così di iniziare a prepararmi, Lewis mi aveva scritto che sarebbe passato alle 19.30.
Mi depilo, ho deciso. Mi metto sotto la doccia e inizio ad uccidere i miei peli superflui.
Mi rilasso un po' ed ecco che sono le 18.00.
Mi asciugo i capelli e inizio a truccarmi, metto un velo di correttore per nascondere le occhiaie, un po' di eyeliner e mascara.
Non mi sono mai truccata tantissimo, ho sempre voluto un effetto acqua e sapone.
Sono le 19.20, mi infilo il vestito, metto delle scarpe nere, comode, ma che stanno bene con il vestito. Non ho intenzione di stare tutta la sera con i dolori ai piedi.
Sono pronta, e molto emozionata.
"Driiiin" è arrivato
-sto scendendo- rispondo al citofono
Apro il portone ed eccolo qui.
Con tutto il suo splendore, è veramente bello.
I ricci sono belli, ben definiti, indossa un jeans nero con delle scarpe da ginnastica, una camicia bianca e una giacchetta.
Siamo abbinati bene.
Lui mi sta guardando.
-sei bellissima. -Mi dice sorridendo.
-Anche tu non stai male. -Rispondo io con un po' di sarcasmo.
Mi apre la portiera e salgo in macchina.
-Dove andiamo a cena?- Chiedo curiosa
-È una sorpresa-risponde sorridendomi.

Come una piuma di pavoneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora