Durante il tragitto sto in silenzio, sono un po' imbarazzata, poi decido di prendere coraggio e di avviare una conversazione.
<<Dovrei fidarmi a stare in macchina da sola con uno sconosciuto?>> Azzardo cercando di stuzzicarlo e rompere il ghiaccio. Lui si gira per un attimo sorridendo, guarda prima me, poi la strada, e poi punta i suoi occhi sulle mie labbra, in questo momento il mio cuore ha appena perso un battito.
<<Ormai dovevi pensarci circa 10 minuti fa, potrei essere un serial killer, saresti già fregata>> Mi risponde con fare spavaldo per poi continuare a guardare la strada.
Guardo le sue braccia e le sue mani sul volante, ha la camicia avvolta su se stessa fino ai gomiti, intravedo le vene in rilievo, ha delle mani davvero belle, curate. Nella mia testa già mi immagino cosa quelle mani mi possano fare, quali piaceri mi possano provocare. Sto decisamente delirando, e lui si starà accorgendo delle mie fantasie inopportune in questo momento.
<<Potrei essere anche io una tipa pericolosa, non ci hai pensato?>> Sogghigno cercando di distogliere i miei pensieri dalle sue mani.
<<Ma davvero? Potrei essere finito nella trappola di una pericolosa criminale?>> Accosta l'auto in un quartiere mai visto, ma piuttosto carino. <<Dovrei preoccuparmi?>> Si toglie la cintura e si avvicina a me, mi sta fissando le labbra e io sto letteralmente andando a fuoco, o almeno le mie ovaie mi stanno dando svariati segni di stare bruciando, allunga una mano e la fa scivolare dietro la mia schiena, ed ecco qua, mi apre la portiera. <<Siamo arrivati>> mi dice con fare malizioso.
Scendo dalla macchina e mi fa cenno di raggiungerlo al capezzale dell'auto. Alzo lo sguardo e mi ritrovo davanti agli occhi un'insegna con su scritto: ''Da Mario'' ristorante italiano. Mi volto a guardarlo con fare stupito, Gli sorrido e ci incamminiamo verso l'entrata.
<<Buonasera, ho prenotato un tavolo per due, a nome Lewis>> Ci accomodiamo al tavolo e finalmente ci possiamo guardare negli occhi.
<<Ti piace il cibo italiano vero? io l'ho dato per scontato, con il fatto che hai origini italiane sono andato sul sicuro.>> Noto nella sua voce un leggero imbarazzo, anche se cerca di non darlo a vedere. <<Scherzi io amo il cibo italiano, in realtà amo tutto ciò che riguarda l'Italia>> Il suo viso si rilassa e continuiamo la conversazione.
<<Sei mai tornata in Italia?>> chiede curioso
<<In realtà no, mai, ma mi piacerebbe molto andarci, anche solo per visitare il paese dove sono nata>> Rispondo con un pizzico di nostalgia, e lui sembra accorgersene, mi guarda negli occhi e di nuovo le mie ovaie fanno le capriole, per cercare di smorzare la situazione decido di continuare <<Infatti è nella mia lista di cose da fare prima di...>> Mi blocco, per un attimo di sono quasi dimenticata della malattia. <<Insomma si, ho capito>> interviene lui d'un tratto. <<Sai che io sono stato in Italia, ed è veramente bella, e si mangia veramente bene>> Mi sorride, e tutto va a posto, questo ragazzo riesce a mettermi serenità. Arriva il cameriere a prendere l'ordine.
<<Cosa vi porto ragazzi?>> Chiede il cameriere rivolgendosi ad entrambi.
<<Per me una carbonara e una pizza capricciosa>> Ordina Lewis con prontezza, e io che non so ancora cosa prendere. Apro il menù e sfoglio velocemente.
<<Io uno spaghetto alle vongole e una pizza margherita>> Sorrido rivolgendomi al cameriere.<<Non so se riuscirò a mangiare tutto>> concludo per poi rivolgermi a Lewis.
Lui mi sorride. <<Allora, cosa fai nella vita? raccontami un po' di te>> chiede incuriosito, rivolgendomi un sguardo ammiccante <<Lavoro come impiegata, in uno studio di avvocati>> Rispondo con malinconia, pensando a quando potrò tornare a lavoro. <<E ti piace?>>, Mi piace? Non ci avevo mai pensato. <<Sono entrata a lavorare lì dopo il college, non mi sono mai chiesta se mi piace o no, ormai lo faccio automaticamente.>> Lui mi guarda di sottecchi <<Ho capito, e allora qual è la tua grande passione?>>. A quella domanda rimango interdetta, certo, mi piace leggere, viaggiare. <<Al momento mi sto reinventando, ho adottato un gatto, e io e lui stiamo alla grande>> Sorrido rendendomi conto che quello che ho appena detto non ha assolutamente senso. Ma lui sembra non darci peso. Mi guarda e mi sorride.
Finalmente arriva il mio spaghetto alle vongole. Inizio a mangiare. <<Caspita è veramente buono, vuoi assaggiare?>> Chiedo con una voce sovraeccitata come se non mangiassi da giorni.
<<Perchè no!>> Prende la sua forchetta e la affonda nel mio piatto, io sorrido.
<<Tu invece, hai qualche passione?>> chiedo realmente curiosa, non so perchè ma questo ragazzo mi incuriosisce.
<<Oh io amo leggere e fare trekking e ho un debole per le ragazze italiane>> Di nuovo i suoi occhi si fiondano sulle mie labbra. Sento una scossa che mi pervade tutta la schiena, inizio a sentire caldo.
<<Ti va, dopo cena, di venire a casa mia a bere un drink?>> A questa domanda rimango spiazzata e involontariamente mi metto a ridere. Lui mi guarda di sottecchi e io mi sento mortificata.
<<Scusami, non volevo metterti in imbarazzo, è che credevo che queste frasi da rimorchio non si dicessero più>>
<<Okay, mi arrendo, non sono bravo con tutte queste cose da rubacuori, è che da quando ti ho vista nel negozio di animali non ho fatto altro che pensarti>>.
In preda all'emozione e ad una lunga astinenza da uomini rispondo prontamente. <<Paghiamo il conto e andiamo a casa tua a bere questo drink.>>
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Come una piuma di pavone
RomanceL'amore per la propria vita, la rabbia e l'amarezza di un evento traumatico. La forza di chi ha toccato il fondo e ci ha trovato un trampolino per risalire. Questa è Iolanda.