Marco le stava accarezzando la guancia da qualche minuto ormai e lei lo aveva capito che stava per succedere, il bacio stava per arrivare. Erano nel retro di un locale, lui l'aveva portata lì con la scusa di prendere aria. Avevano ballato per un innumerevole quantità di canzoni, Giulia sembrava inarrestabile e la realtà era proprio che voleva evitare il più possibile quel famigerato momento. Era vero aveva baciato Giovanni, non sarebbe stato il primo, ma sapeva nel primo caso che da parte del riccio non ci sarebbe mai stato giudizio.
I rumori di una rissa interruppe il loro momento.
'A Marco' uno dei suoi amici lo chiamò.
Il ragazzo guardò compassionevole Giulia e corse dall'amico. La ballerina non pote fare a meno di seguirlo.
I suoi occhi credettero di avere una sorta di allucinazione quando le si palesò davanti la scena.
Due ragazzi tenevano Giovanni per le spalle e un altro due lo stava picchiando.
Un principio di nausea le prese lo stomaco, poi l'istinto protettivo.
Marco era stato proprio richiamato proprio da uno di loro per evitare intromissioni.
'Lasciatelo immediatamente!' Cominciò a urlare Giulia mentre Marco la bloccava.
'Marco! Fammi passare adesso!' Giulia continuava a urlare mentre cercava degli occhi amici in mezzo a quella massa di persone. Margherita la ragazza di Sangio era immobile dietro di loro e piangeva. Giulia non riusciva a spiegarsi nulla di quello che stava capitando, ma la priorità era aiutarlo.
Guardò Marco e quando vide nel suo sguardo che gli dispiaceva, ma che non l'avrebbe aiutata, passò all'attacco.
Gli sferrò una ginocchiata nelle parti basse e lo svalcò mentre cadeva in ginocchio. Afferrò il braccio di quello che lo stava picchiando e lo fermò.
'Vi denuncio se non la smettete immediatamente' disse con voce ferma. Il ragazzo si fermò e lanciò uno sguardo agli altri due.
'Lasciatelo o vi denuncio ho detto' urlò, capendo che li aveva spaventati abbastanza.
'Mollatelo' sibilò lui.
Giovanni tossì piegandosi su se stesso.
Giulia si piegò subito alla sua altezza.
Guardò poi Margherita invitandola a raggiungerli, ma la bionda negò con la testa e gli occhi tristi dileguandosi tra la folla in poco tempo. La ballerina non capì, ma poco le interessava, la persona a cui più voleva bene sul pianeta stava sputando sangue. Un'ora dopo nel letto di lei, gli stava pulendo il viso dal sangue. Lui non aveva fiatato per tutto il tempo.
'Mi dici che cos'è successo?' Giulia chiese con la voce spezzata. Non sapeva perché, ma tutta quella situazione le aveva messo uno stress addosso che sembrava star lasciando spazio a un pianto solo in quel momento, mentre finalmente aveva il suo amico pulito dal sangue.
'Nulla Giulie, tranquilla'
'Non può essere nulla' replicò lei.
'Giulia ti prego' sussurò lui in procinto di piangere. Lei sgranò gli occhi a quella reazione così inaspettata per lui. D'istinto lo abbracciò, forte, sentendolo ricambiare. Poco dopo lei si addormentò e con calma Sangio provò a prendere la coperta per coprirsi insieme a lei.
'Non te andare' mugugnò lei.
'No tranquilla' rispose lui con un sorriso dolce. 'Resto'.
Giovanni stava baciando quella Rachele da più di venti minuti e lei aveva deciso di portarlo nel suo appartamento, che si trovava proprio al di sopra del locale dove si era rifugiato, dopo che Daniele lo aveva mandato via e di Giulia non c'erano state tracce.
La ragazza lo stava spogliando, ma lui se ne rese conto solo quando sentii una sua mano insediarsi nelle sue mutande.
'Che fai tu non mi spogli?' Gli chiese lei, maliziosa. Giovanni annuì quasi confuso e cominciò a spogliarla mentre riprendeva a baciarla. Provò a concentrarsi. Lei lo fece sdraiare sul letto e cominciò a toccarlo, ma Giovanni sembrava non molto reattivo. Ci stava provando il più possibile, ma un sacco di ricordi e immagini di Giulia continuavano a passargli per la mente.
Stava rischiando di andare in bianco e fare cilecca, ma in parte fu salvato dal suo cellulare che non ne voleva sapere di smettere di squillare.
'Non puoi spegnerlo?' Chiese la sua compagna di quel momento.
'Scusa è che forse è urgente' provò lui a giustificarsi mentre se la toglieva da dosso e recuperava il telefono.
Numero sconosciuto.
'Pronto?' Chiese dubbioso.
'Sangio? Ciao sono Chiara non so se ti ricordi?' La voce impanicata della bionda lo fece andare sull'attenti mentre già cominciava a cercare le sue mutande.
'Sisi dimmi? È successo qualcosa?'
'Si emh ecco Giulia è qui con me e non sembra stare molto bene, il taxi si è rifiutato di farla salire perché ha paura che gli vomiti in macchina'
'Arrivo, mandami la posizione' le disse secco, chiudendo la chiamata e recuperando i suoi vestiti.
'Scusami, ma è davvero urgente'
'Figurati, tanto mi sa che non c'era molto da fare' ridacchiò la ragazza, ormai stesa sul letto con una sigaretta in bocca e una rivista aperta tra le mani. Giovanni sorrise imbarazzato e uscì da quelle quattro mura.
Sfrecciò tra le macchine col suo motorino e raggiunse il luogo che Chiara gli aveva mandato, non era poi così lontano dal locale di Daniele.
Scese dal motorino e le cercò con gli occhi.
E vide Giulia stesa sulle gambe di Chiara, infreddolite, sedute sul marciapiedi.
'Ma che cazzo è successo?' Giulia era pallidissima.
'Non lo so te lo giuro' rispose la bionda mentre accarezzava i capelli dell'amica.
'Ma dov'è andata? Cosa ci faceva qua?' Chiese, mentre la sollevava dalle braccia.
'Non lo so, era già qui quando mi ha chiamato' mentii la bionda, che stava morendo di paura per la sua amica.
'Ok Chia, prendi' e le passò il telefono 'chiama Evandro e digli di venire qui'
'Ora Giu, facciamo una cosa ok? Tanto ti tengo io ok?' Le sussurò all'orecchio, mentre la sorreggeva in tutto e per tutto.
Giulia annuì, lui le mise due dita in gola e le piegò la testa. Diede di stomaco, quel poco che aveva mangiato, ma già cominciò a sentirsi meglio.
'Meglio Giu? Mh? Piccola?' Chiese lui quando la ragazza aveva sollevato la testa.
'Si' si limitò a dire lei flebilmente.
'Bene, ora ci infiliamo la giacca e ce ne andiamo a casa, va bene? Pensi di potercela fare?' La ballerina diede segno di assenso. Sangio le infilò piano la giacca dopo essersi accertato che la ragazza riuscisse a tenersi in piedi da sola.
'Come sta?' Urlò Chiara che voleva novità sulla sua amica mentre quell'Evandro compariva anche lui sceso dal motorino.
'Meglio Chia tranquilla' il quartetto si avvicinò.
'A zi ma che cazzo succede?' Chiese sbalordito Evandro vedendo la ballerina, sua ex conoscente, in quelle condizioni.
'Non lo so zi, porti a casa Chiara per favore?' Gli chiese il riccio sbrigativo. La bionda lo guardò scioccata sentendosi presa in causa.
'Ma no Sangio non c'è bisogno'
'Non esiste, ora Evandro ti porta, tanto lui stava in giro sicuramente. Grazie per avermi chiamato' le fece un occhiolino e poi una pacca sulla spalla dell'amico con cui si scambiò uno sguardo d'intesa.
Le coppie si divisero, Giovanni sistemò il casco a Giulia e poi l'aiutò a salire.
'Giu, ascoltami, mi serve che ti reggi fortissimo e che rimani sveglia capito?' Le urlò mentre metteva in moto.
'Gio, mamma' disse semplicemente lei.
'Si Giulie andiamo da te tranquilla' rispose lui sorridendo intenerito dalla ragazza che comunque metteva sempre sua madre sopra tutto.
Arrivati sotto casa Stabile, Sangio se la caricò a principessa, cercando di fare il più piano possibile.
'Giulia sei tornata?' Chiese la madre dalla sua stanza.
'Si, c'è Gio con me' sbiascicò lei.
'Ok, ma va tutto bene?'
'Sisi Susi tranquilla' rispose Sangio al posto suo, dirigendosi in camera.
La fece stendere sul letto e poi si mise a cercare un cambio.
'Grazie Gio' Giulia si era stretta su se stessa, e guardava il vuoto.
'Nulla' provava delle sensazioni contrastanti in quel momento, era in parte arrabbiato perché non capiva in che cazzo di casino si fosse imbattuta lei, confuso per quelle emozioni troppo forti che si continuavano a ripresentare tutte le volte che si trattava di lei e intenerito da lei e dalla sua dolcezza anche in un momento simile.
Le prese dei vestiti dai casetti e si girò a guardarla.
'Riesci a vestirti?' Le chiese insicuro sul tono da tenere, se duro o addolcito.
'Ci provo' il riccio le porse le cose e si girò.
Aspettò 5 minuti e poi provò a chiederle se era tutto ok.
'Fatto Giu?'
'Si' sbiascicò lei.
Il riccio si girò e cercò di contenersi il più possibile vedendo come la sua amica si fosse infilata la maglia solo per il collo, lasciando le braccia di fuori insieme al resto del petto coperto dal reggiseno.
Era un mix tra stra divertito e stranamente attirato a quella vista.
'Giu le braccia'
'Ah' si limitò a dire lei, infilando per bene la maglia.
'Mi slacci il reggiseno?' Gli chiese innocente e assonnata. Giovanni rimase quasi senza saliva a quella richiesta.
'Non ce la fai da sola?'
'No altrimenti non te lo chiedevo. Dai che sono coperta' proseguii lei stanchissima.
Lui si avvicinò piano e con il cuore a mille le infilò le mani sotto la maglia. Un reggiseno lo aveva sganciato chissà quante volte, eppure gli tremavano le dita. Sentii la schiena di Giulia con la pelle d'oca.
'Hai freddo?' Chiese con una voce molto più roca di quella che avrebbe voluto usare.
'No' rispose lei sicura ad occhi chiusi.
'Ho le mani fredde?' Riprovò.
'No' di nuovo Giulia gli rispose assopita.
Voleva chiederlo il perché di quella pelle d'oca, magari avrebbe capito qualcosa di più anche sul suo stato attuale. Non era la serata giusta però, proprio per niente. Le tolse l'indumento, facendo passare le spalline dalla maglia.
Giulia a quel punto si sentii autorizzata a sdraiarsi. Lui rimase lì per lì con il reggiseno in mano, indeciso sul da farsi.
'Rimani?' Chiese lei quasi totalmente addormentata.
'Si si certo'
'Dormi qua allora'
'Si ora vado sul divano'
'Ma no, qua qua Gio. Vieni'
'Aspetta mi cambio'
In balia delle emozioni cominciò a spogliarsi trovando subito qualche suo vecchio indumento in quella cameretta. Si infilò sotto le coperte, coprendo anche lei.
Giulia si girò e si concesse di poggiare la testa sul suo petto.
'La prima volta che hai dormito qui eri distrutto ricordi?' Gli chiese poi, mentre lo aveva rilassato con dei massaggi fra i capelli.
'Si'
'Ora quella distrutta sono io, ma le cose che sento non mi sembrano poi tanto diverse. Soffro per me quanto soffro per te' sussurò lei, lasciandolo senza parole. La strinse contro di sé, godendosi la pace di quel momento.
'Io invece soffro molto più per te che per me Giulie' rispose dopo non sapeva quanto, ma certo che lei non lo potesse sentire.
Il mattino successivo Giulia aveva il mal di testa più forte della sua vita, lo constatò appena aveva aperto gli occhi. Vari ricordi le passarono per la mente, a ciò che le avevano fatto, le scese una lacrima dal viso poi venne distratta da alcune risate provenienti dalla camera di sua madre.
Si ricordò di Giovanni e di quello che aveva fatto, quasi le mancò l'aria pensando al fatto che ora gli doveva delle spiegazioni. Si alzò e legandosi i capelli in una cipolla lì raggiunse. Giovanni stava facendo gli esercizi con la madre. Si fermò a fissarli sullo stipite della porta, lui era così dolce nei modi, ma anche così simpatico, non c'era traccia di patetismo in lui e questo le alleggerì il cuore. Giulia pensò quasi che una vita così le sarebbe piaciuta, averlo al suo fianco sempre, dormire con lui, avere qualcuno su cui poter contare al di là di tutto.
'Ti ho preparato del caffè in cucina' la voce di lui la risvegliò dai suoi pensieri. Era neutra e priva di colore e Giulia si ricordò che quell'idillio che si stava immaginando stava per essere spezzato da una probabile litigata.
Si avviò verso la cucina e cominciò a buttare giù il liquido scuro accompagnato da un misero biscotto. Dopo un quarto d'ora Giovanni la raggiunse e chiuse la porta dietro di sé.
La ballerina abbassò gli occhi pronta a qualsiasi sfuriata.
'Mi vuoi dire cosa cazzo è successo ieri notte?' Sibilò lui.
Giulia rimase in silenzio incapace di trovare una spiegazione plausibile.
'Giulia, non fare la bambina e dimmi che cosa stai combinando. Possiamo affrontarlo insieme' continuò lui. Aveva sempre provato un fastidio immenso quando Giulia non gli parlava.
'Non dirmi cosa fare o non fare ricordati che non sei nessuno per avere pretese su di me. Sei sparito l'ultima volta perché dovrei fidarmi ora!' Al bambina Giulia si era sentita profondamente offesa, e sopratutto in totale contrasto con quella che era la sua vita in quel momento; così si mise sulla difensiva col solo intento di allontanarlo.
'Perché dovresti? E allora perché hai dato il mio numero a Chiara e non hai chiamato quel coglione di Daniele eh? Perché ti sei lasciata aiutare così facilmente ieri? Tu ti fidi di me e lo sai, questo blocco che dici di avere è una stronzata, mi stai mentendo e sai che non lo sopporto!' Giovanni alzò la voce di tanto. La sapeva leggere perfettamente e questa cosa in quel momento non giocava a suo vantaggio.
'Non ti sto mentendo'
'Ah no? E allora dov'eri ieri sera?'
'Sono uscita con degli amici e mi sono sentita male' provò lei.
'Ah davvero? E come mai la tua giacca era al locale? E che cazzo di amici sono se ti mollano su un marciapiede totalmente fuori di te?' Ribatte lui forte delle sue ragioni.
'Ok senti basta, non sei mio padre non ti devo nulla, sei stato molto gentile, ma non posso dirti più di così, ora esci di qua!' Si alzò dal suo posto e cominciò a spintonarlo verso la porta, lui però le bloccò i polsi.
'Me ne vado, ma sappi che non finisce qua Giulia, sai che non lascerò perdere' rimasero a fissarsi per qualche secondo a pochi centimetri di distanza, le labbra vicinissime. Entrambi se le osservarono e inevitabilmente pensarono a quel bacio scambiato anni prima ed ebbero un impeto di volerlo riprovare.
'Ragazzi tutto bene?' Susi interruppe quel momento.
'Si mama Giovanni se ne sta andando' disse guardandolo bene negli occhi e allontanandosi di un passo. Se c'era una cosa che proprio non poteva permettersi in quel momento era scoperchiare dei sentimenti che si era sempre detta di sopprimere.
Lui la guardò e si rese conto di starle tenendo ancora i polsi. A malincuore la lasciò andare e uscì da casa sua, pieno di dubbi nella mente.
La prima cosa da fare era vedere Evandro. Sfrecciò sul motorino raggiungendo il bar dove era sicuro lo avrebbe trovato.
'Oi zi' lo vide seduto mentre faceva qualcosa al computer.
'Ciao Giova'' Lo salutò l'amico.
'Hai intenzione di dirmi qualcosa di più su ieri sera o devo andare a indovinelli?' L'amico gli abbozzò un sorriso che il riccio cercò di ricambiare.
'Giulia sta impicciata, non so come, non so con chi, ma ha dei problemi e devo capire cosa sta succedendo' spiegò il cantante.
'Papà orso non ce la fa proprio a rimanere al suo posto eh?' Scherzò il ragazzo mentre girava un drum.
'Non scherzare troppo che mi devi dare una mano'
'Non ti è bastato ieri sera?'
'Eva è una cosa seria'
'Ahahah si zi l'ho capito, dai che stavo a gioca. Ovvio che ti do una mano, però sai dirmi qualcosa di più?'
Giovanni cominciò a raccontargli tutte le vicende che erano successe e dei dubbi che gli erano venuti.
'Chiara potrebbe esserci utile' sospirò il riccio ipotizzando qualche altro aiuto.
'Beh ieri sera è stata abbastanza taciturna era spaventata a morte. Poi quando l'ho fatta scendere sotto casa ho aspettato che entrasse in un qualche portone, fingendo di stare al cellulare, al piano di base c'è tipo un locale, ha mezzo discusso con un tipo e poi è entrata nel locale, ho aspettato un altro po', ma non è più uscita quindi ho immaginato ci fosse direttamente da lì la scala per andare ai piani residenziali'
'Non è che il locale era proprio quello di Daniele e il ragazzo con cui ha discusso era proprio lui?'
'E che cazzo ne so brody? Però se vuoi possiamo passarci così vediamo, non era molto lontano da dove stavano loro'
'Apposto dai muoviamoci'
'Questo e altro per la tua Giulietta eh?' Scherzò l'amico mentre sistemava le sue cose.
'Sta zitto va' rispose il riccio arrossendo ripensando a quella mattina, all'estrema voglia che aveva avuto di baciarla.
Giulia sistemate un po' di cose si diresse subito a casa di Chiara. La bionda viveva al piano superiore del locale, Daniele le aveva trovato quella sistemazione per averla sempre vicino al lavoro, lo aveva proposto anche a Giulia, ma lei non si era mai potuta spostare per via di sua madre.
La ballerina dovette passare per forza dal locale per salire dall'amica.
'Giulia' Daniele la raggiunse subito.
La ragazza nemmeno rispose.
'Giu' riprovò lui.
'Non parlarmi. Avevi promesso che non sarebbe andato oltre'
'Giulia sapevi che prima o poi sarebbe capitato, è il tuo lavoro, sei una troia. Cosa ti aspettavi eh?'
'Mi aspettavo sincerità, avresti dovuto essere sincero, avrei potuto decidere, ma tu mi hai privato di qualsiasi scelta, per te sono solo soldi, quindi non fingere più di tenere a me hai capito?' Si era piantata di fronte a lui guardandolo con occhi gelidi.
Il ragazzo non rispose e la lasciò proseguire verso l'appartamento.
Giulia bussò alla porta e senza nemmeno avere il tempo di farsi aprire la porta, già aveva le braccia di Chiara strette al collo.
'Grazie a Dio stai bene'
'Mi dispiace Chia, mi dispiace' sussurò la mora tra le sue braccia.
'Ma mi dici cos'è successo?' Chiese subito spiegazioni, mentre si andavano a sedere sul divanetto.
'Mi ha fatto bere della vodka, ma credo ci fosse qualcosa dentro. Daniele gli ha dato il consenso e io mi stavo rifiutando' spiegò in breve Giulia, mentre sentiva nuovamente la nausea prendere spazio nel suo stomaco.
'Che stronzo aveva promesso che non avresti dovuto' la riabbracciò l'amica davvero amareggiata dalla situazione. Sapeva che Giulia aveva fatto sesso solo una volta nella sua vita, con un ballerino della sua vecchia compagnia, era stata una cosa molto tenera e innocente, lo avevano fatto praticamente in amicizia, lei voleva provare il sesso e lui voleva sperimentare per riuscire a capire il suo orientamento sessuale. Oltre quella prima volta Giulia non si era mai concessa a nessun altro, il fatto che fosse stata forzata in quel modo le spezzava il cuore.
'Tanto sapevo che prima o poi sarebbe capitato' sussurò la ragazza con immensa tristezza nella voce.
'Ricordati per cosa lo stai facendo Giu, riusciremo a uscirne prima o poi te lo prometto'
'Lo so lo so. Il problema adesso è un altro' sospirò l'amica accantonando il suo stato d'animo in quel momento.
'Sangio eh?'
'Si, non so quanto andrà in fondo, ma sa che gli sto mentendo e non lo ha mai sopportato, un altro passo falso e non so davvero come riuscirò a non dirglielo'
'Ti vorrei davvero tanto dire che puoi confessarglielo senza problemi, ma sono sicura che scatenerebbe il putiferio, se un personaggio pubblico come lui cominciasse a dirlo, la polizia ci metterebbe mezzo secondo a venirli a prendere'
'Ma conoscendolo potrebbe addirittura denunciarli da subito' rispose l'amica mettendosi le mani fra i capelli.
'Io poi vorrei tenerlo lontano, ma non ci riesco, è la persona più simile a una famiglia che ho, insieme a te e a mia madre. Non voglio perderlo' sussurò la ragazza a malincuore.
'Lo so Giu, devi reggere un altro po' di tempo e poi potrai mollare'
'Sei davvero speciale Chia' Giulia le accarezzò la guancia.
'Oh amica mia, che dici ordiniamo e film prima del turno sta sera?'
'Assolutamente' finalmente le regalò un sorriso sincero.
Continuo ricordo
'Giovanni gli hai tirato un cazzotto solo perché stavano parlando di lei e Marco, ti rendi conto che non è normale e che non posso passarci sopra?' La mattina dopo la rissa Giovanni si era premurato di andare a parlare con Margherita.
'Ma non li hai sentiti? La stavano insultando, cosa avrei dovuto fare?' Sbraitò il riccio stanco di quell'ennesimo attacco.
'Parlarci anche sarebbe stata una grande idea, oppure fregartene e dare attenzione alla tua ragazza, senza fissare in modo ossessivo la tua amica nel retro del locale! Invece no ti sei infuriato e hai creato il panico'
'Sai che le voglio molto bene'
'Tu la ami. Voi due vi amate e riempite me e voi stessi di stronzate! Solo perché non avete le palle di dirvi la verità'
'Smettila Margherita'
'Oh si che la smetto puoi stare tranquillo, tra noi è finita, basta, abbiamo chiuso, sta volta per sempre te lo giuro' la bionda si alzò dalla panchina e se ne andò, correndo.
Giovanni si disse che forse la doveva seguire, che doveva provare a chiarire, ma la realtà era che nemmeno lui ce la faceva più. Prese il cellulare e la chiamò.
'Ei' la voce spezzata di Giulia gli arrivò alle orecchie.
'Ei ma cosa è successo? Perché piangi'
'Marco mi ha raccontato tutto, ho chiuso con lui Gio'
'Piccola mi dispiace, dove sei? Vengo a prenderti'
'Sono fuori dal bar vicino scuola, ci siamo visti qui'
'Arrivo subito Stabile' in fretta la raggiunse, portandola poi via.
'Dove vuoi andare Giulie?'
'Andiamo da te?' Propose lei sapendo che non c'era nessuno quel weekend e alla ricerca di un po' di calma.
'Va bene'
Arrivati si erano presi un sacco d'acqua e ora stavano correndo verso la porta.
'Non dava brutto tempo oggi però, mannaggia'
'Porca troia è sceso giù il mondo'
'Gio le parolacce no' la ballerina gli diede un buffetto sulla spalla.
'Ma smettila dai, andiamo a cambiarci va'
Giulia stava aspettando sul letto di Sangio che rientrasse dal bagno, stava guardando le suo foto da piccolo, immaginandolo tra i fratelli già molto più grandi di lui.
'Ti va di tagliarmi i capelli?' Spuntò con delle forbici in mano.
'Eh? Ma che sei pazzo?' Rispose lei scioccata.
'È un no?'
'No assolutamente'
'Bene allora vorrà dire che lo farò da solo'
'Fermo fermo fermo' Cominciò a rincorrerlo lei.
'Ma perché vuoi farlo?' Gli chiese togliendogli le forbici dalle mani.
'Così per cambiare un po'?'
'E perché che è successo?' Chiese lei ridendo.
'Io e Margherita ci siamo lasciati' disse lui neutro, guardandosi allo specchio.
'Cosa? E me lo dici così? Come stai?' Chiese scioccata.
'Bene direi, sai che era da un po' che non andava'
'Ma è colpa mia?' Domandò poi titubante.
Giovanni si girò a guardarla, quegli occhi grandi lo fissavano tristi e colpevoli.
'No Giulie assolutamente no' le accarezzò una guancia. Lei d'istinto lo abbracciò.
'Quindi mi tagli i capelli?' Le chiese speranzoso mentre la ragazza lo stringeva.
'Assolutamente no vai benissimo così'
'Mhh che pallee'
'Giovanni!! Le parolacce' lo sgridò lei.
'Addirittura per nome' rise lui.
'Sei pessimo' si imbronciò lei allontanandosi.
'Ahahah che faccetta, dai andiamo a scatenarci balleri'
Sangio la carico sulla spalla e la portò in salone, mise la musica su spotify e fece partire Mistery of love.
'Dai balla per me Giulie'
'Ma no balliamo insieme' la piccoletta si posizionò di fronte a lui, gli mise le braccia intorno al collo e lo incluse in un ballo che comandava lei.
Ridevano come pazzi per scarsa abilità del ballerino, mentre la pioggia faceva di sottofondo alla musica e a loro.
Giovanni era a casa sua da un'oretta, con Evandro si erano accertati del fatto che effettivamente Chiara fosse entrata dal locale di Daniele per salire a casa sua. Il cantante si stava rigirando il vinile di Sufjan Stevens tra le mani, glielo aveva regalato proprio Giulia e a lei stava pensando.
Era davanti a un punto morto, non sapeva che c'era qualcosa sotto, ma non sapeva come fare per indagare, tutti sembravano volergli mentire.
L'unica cosa che poteva fare era tornare al locale. Uscì più sobrio del solito, legando per bene i suoi capelli.
Arrivato sul posto parcheggiò poco distante. Casualmente o forse no rivide la macchina che aveva intravisto la sera precedente, proprio di fronte al locale. Una ragazza ci salì sopra e poi partii e Giovanni ebbe l'istinto di seguirla con tutto l'intento di parlare con quella ragazza.