Dov'è Gio?' Aveva chiesto Giulia tra la folla mentre gli passava un loro amico in comune vicino.
'L'ho visto poco fa lì con Enula' e il ragazzo gli indicò un punto preciso, dove lei, andando in punta di piedi, riuscì a intravederlo mentre si mangiava la faccia con quella bellissima ragazza che era la sua amica Enula. Una fitta le strinse lo stomaco, ma lei subito ricacciò la sensazione, preoccupandosi piuttosto di come tornare a casa, lui non c'era, era con Enula. Giulia si diede della stupida per quei pensieri insulsi, lui non può esserci sempre, è normale che sia così, cercava di autoconvincersi con la razionalità. Incominciò a ricercare la sua giacca, chiamò un taxi e in mezz'ora stava salendo a casa sua. Mentre rovistava nella borsa alla ricerca delle chiavi, il suo cellulare prese a far risuonare la sua suoneria in tutto il pianerottolo. Spaventata dal disturbare chissà chi, la ballerina si affrettò a rispondere.
'Mi dici dove cazzo sei? Mi sono girato tutto il locale' la voce arrabbiata di Sangio arrivò ben chiara alle sue orecchie.
'Tranquillo sono appena arrivata a casa' ridacchiando per quella reazione esagerata, che un po' affievolii quella strana sensazione di saperlo totalmente dedicato a un'altra.
'Cosa ti ridi? Mi sono preoccupato a morte, come hai fatto a tornare? Non mi dire che hai accettato passaggi da qualche coglione, piuttosto che chiamare me' sbuffò lui, ancora adirato.
'Ahaha tranquillo, ho chiamato un taxi. Tu eri con Enu' spiegò lei, diventando istintivamente più imbarazzata a fine frase.
'Mi dispiace Giu, davvero se mi chiamavi venivo subito. Non mi ero reso conto fosse così tardi
'Non preoccuparti, non è giusto che mi fai da tassista personale, fai già troppo'
'No, sei tornata da sola, questo non è troppo'
'Gio va tutto bene, eri impegnato, ora fammi andare dai, buonanotte'
La ragazza nemmeno aspettò la sua risposta, che chiuse la chiamata.
Giovanni rimase col telefono tra le mani, e un senso di colpa nel cuore.
'Per te non sono mai impegnato' sussurò da solo, sapendo che lei già aveva chiuso. Enula gli arrivò da dietro qualche secondo dopo, saltandogli sulle spalle.
'Allora hai trovato quello che stavi cercando?' Urlò nel suo orecchio ridente e abbastanza ubriaca.
'No' rispose lui facendola scendere per poi dirigersi al bancone del locale, sapendo bene che lei lo avrebbe seguito e che ben presto anche lui avrebbe raggiunto il suo stesso livello di ubriachezza. Tutto per quella maledetta ballerina che ogni tanto spariva e faceva le cose da sola senza far rumore o disturbare, mettendosi in pericolo.
Giovanni ripensava alla marea di volte che Giulia lo aveva fatto preoccupare o lo aveva tenuto a distanza, per non farsi proteggere da lui. Era una cosa che lo aveva sempre infastidito, sentiva la necessità di prendersi cura di lei. Il fatto lampante che in quei giorni stava continuando a nascondergli le cose per come stavano, lo faceva infuriare, e non riusciva a non pensare ad altro se non al fatto che doveva assolutamente scoprire cosa stava succedendo nella sua vita.
Con questa determinazione stava ancora seguendo quella macchina, aveva persino superato un rosso per evitare di perderla. Teneva gli occhi fissi su quella vettura senza nemmeno spostarli per un secondo. Solo una cosa avrebbe potuto farlo desistere da quell'inseguimento e per la volontà della sorte una chiamata lo fece distrarre.
Sua sorella Andrea lo stava chiamando, Giovanni mise il viva voce e sperando che non fosse nulla di che, rispose alla chiamata.
'Ei Giovanni scusami se ti disturbo' sua sorella sembrava agitata e questo lo convinse ancora di più che quella macchina l'avrebbe dovuta abbandonare.
'Dimmi tutto, qualche problema?' Si premurò di chiederle.
'No, Jimmy si è tagliato un dito mentre cucinava, dobbiamo andarci a mettere i punti, non posso lasciare Virgi da sola, ha anche l'influenza. Potresti venire tu?' Chiese con tono davvero supplichevole. In meno di due secondi Giovanni aveva cambiato strada.
'Arrivo, tranquilla' la rassicurò subito. Mandò al volo dei messaggi e ripartì verso casa della sorella con l'amaro in bocca.
Un'oretta dopo si trovava in camera della piccola di casa a cercare di farla addormentare.
'Dai Virgi è tardissimo, prova a chiudere gli occhi' le sussurò accarezzandola.
'Non ci riesco Zio ho ancora la nausea' la piccola si era presa un virus intestinale e non riusciva proprio a prendere sonno.
'Se mi metto qui vicino a te, e ti canto qualcosa ci proviamo insieme?' Provò lui.
La bambina sorrise e annuì, scostandosi un pochino per fare spazio nel lettino al ragazzo. Giovanni si riscoprì un po' contorsionista a piegarsi in quella maniera, ma la nipotina sembrava più rilassata sul suo petto. Cominciò a cantare pianissimo fino a che anche lui si addormentò lì al suo fianco.
Il mattino dopo Giovanni si maledì per aver deciso di stare così appiccicato alla piccolina. Da quasi un quarto d'ora era piegato sulla tazza del wc a dare di stomaco lui stesso. Virginia aveva bussato per accertarsi che lo zio stesse bene, ma quando lo sentii in quel modo, corse verso il salone alla ricerca del suo cellulare.
Aprii lo schermo con il codice che sapeva essere la sua data di nascita e la prima persona che le venne in mente di chiamare era la zia Giulia.
'Giovanni?' La ballerina rispose al cellulare anche fin troppo seriamente per i gusti di Virginia che si stranì, ma che continuò con il suo obbiettivo.
'Zia Giuli, c'è zio che sta male male, siamo soli a casa, puoi venire ad aiutarlo?' La bimba lo chiese sinceramente preoccupata e a quella richiesta Giulia non potè che dire di sì, uscendo rapidamente dalla sua abitazione per dirigersi a casa di Andrea.
Ad aprirle la porta fu una Virginia ancora palesemente influenzata e molto preoccupata.
'Piccolina, ma che visino che hai? Cosa sta succedendo?' Entrò Giulia togliendosi la giacca e iniziando a portare la bambina verso la sua cameretta.
'Papà si è fatto male e mamma ha chiamato lo zio, ma mi sa che gli ho attaccato l'influenza' disse la piccola dispiaciuta.
'Mannaggia tesorino, adesso però c'è zia Giuli, quindi puoi tornare in camera a riposarti va bene, io vado a vedere come sta lo zio e poi torno da te va bene?' La piccola annuì e le mandò un bacino volante, per poi correre verso la sua cameretta.
Giulia prese un gran respiro e sperando che Giovanni mettesse da parte le loro discussioni in sospeso, apri senza pensarci troppo la porta del bagno.
Giovanni era seduto con la schiena poggiata al muro, accanto al water, bianco come un lenzuolo e impregnato di sudore.
'O mamma mia Gio' subito la ragazza si preoccupò e si avvicinò a lui, recuperando un asciugamano per asciugargli un po' il viso.
'Che cosa ci fai qui?' Sussurò lui, totalmente rincoglionito.
'Mi ha chiamata Virginia, ora ti prego andiamo in pausa litigata e fatti aiutare' disse lei sicura uscendo dal bagno alla ricerca di un cambio di abiti.
Tornata da lui, lo fece spogliare e gli asciugò il più possibile il corpo. Giovanni era ricoperto di brividi e Giulia si preoccupava sempre di più. Lo rivesti e piano piano lo aiutò a uscire dal bagno. Andò verso la camera degli ospiti e lo fece stendere sul letto coprendolo con due coperte.
'Vuoi una camomilla?' Gli chiese impensierita, accarezzandogli la fronte.
'Voglio te' sibilò lui, ad occhi chiusi e col viso ancora smorto.
Giulia rimase in silenzio, stralunata e imbarazzata da quella frase, ma anche profondamente intenerita.
'Non hai dormito per niente?' Gli chiese poi, tracciando le occhiaie sotto i suoi occhi.
'Non molto' rispose lui, beandosi quelle attenzioni, e dando un bacio sul polso di Giulia quando lo senti abbastanza vicino alle sue labbra. Giulia divenne rossa come un pomodoro.
'Prova a dormire' gli disse allora continuando le sue carezze alla base dei capelli.
'Basta che rimani con me'
Giulia rise silenziosamente.
'Da Virgi posso andare?' Gli chiese.
'Oh si certo, per vedere come sta, poi torni qui?' Rispose lui ritrovando un minimo di vitalità.
'Certo che torno'
'Va bene allora fammi addormentare e poi vai da Virgi' disse lui risoluto stringendosi nelle sue coperte.
'Ok' rise lei, poggiandosi meglio al suo fianco per coccolarlo meglio.
Aveva sempre pensato che Giovanni fosse di una bellezza rara, aveva un viso greco, ma un look in totale contrasto. Riusciva a sembrare sia un uomo di trent'anni, che un bambino di 13, in pochi secondi, dipendentemente da come il suo viso decideva di tenere i lineamenti quel giorno. Quella mattina a Giulia sembrava un bimbo, un po' il suo bimbo e la voglia di riempirgli di baci il viso era tanta. Aspettò che il suo respiro divenisse regolare e poi andò ad accertarsi che anche Virginia stesse bene. Entrambi dormivano serenamente e a quel punto Giulia decise di chiamare Andrea e di sentire come andassero le cose. La giovane mamma le raccontò che il marito si era sentito male per le analisi del sangue e svenendo aveva battuto la testa prolungando la sua permanenza al pronto soccorso, le disse che aveva avvisato Giovanni e Giulia le spiegò che il fratello si era preso il virus di Virginia.
La ballerina chiuse la chiamata dicendole di stare tranquilla e poi si diresse in cucina per cucinare un po' di riso in bianco per i Damian. Tempo mezz'ora che Sangio era sbucato dalla porta con la faccia ancora stanchissima.
'Avevi detto che tornavi' brontolò portandosi le braccia al petto. Giulia non pote che sorridere davanti a quel gigante che si stava comportando come un bambino.
'Sto preparando un po' di riso per voi' lo rassicurò girandosi verso la pentola.
Giovanni la raggiunse e l'abbracciò da dietro, infilando la testa nel suo collo.
'Torni a letto per favore?' Le chiese soffiando sul suo collo, tanto che Giulia non pote non rabbrividire.
'Ora arrivo scemo, dai vai che ti devi riposare' ridacchiò lei, per quel gesto che non le stava sembrando poi così 'da amici', e che le stava causando strani movimenti nel corpo.
Giovanni rimase lì senza muoversi, anzi stringendola ancora di più.
'Mi sei mancata'.
'Anche tu' rispose lei sincera e malinconica, per degli attimi si era scordata per quale motivo era da un paio di giorni che non si parlavano.
A quel punto Giulia sciolse l'abbraccio e prendendolo per mano lo riportò in camera, facendolo stendere.
'Secondo me ho la febbre' sbuffò lui.
Giulia si avvicinò e lo sentii con le labbra, cosa che fece uno strano effetto a lui.
'Sei un pochino caldo' gli disse sospettosa, per poi andare alla ricerca di un termometro. Misurata la febbre e appurato che aveva 38, Giulia gli fece prendere una tachipirina e cominciò ad aspettare che si addormentasse, mentre gli accarezzava i capelli.
Giovanni era come se si fosse totalmente dimenticato di tutto quello che era successo, in quel momento gli interessava solo delle piccole mani di Giulia che si prendevano cura di lui. Nonostante i sintomi dell'influenza, non si sentiva così male, anzi una strana sensazione di benessere si stava diffondendo nel suo corpo, fino a che non riuscì ad addormentarsi.
Si svegliò ore dopo per colpa di qualcuno che parlava nel salone.
Tutto insonnolito andò verso le voci immaginando già a chi appartenessero.
'Eccolo il terzo moribondo, un giorno e tre damian fatti fuori' sua sorella Andrea rise, indicando poi suo marito sdraiato sul divano e Virginia avvolta nelle coperte sulla poltrona. La risata di Giulia lo fece svegliare ancora di più. Lui si limitò a sbuffare e andò alla ricerca del famoso riso che Giulia doveva aver preparato.
'Aspetta ti preparo io un piatto, tu siediti' Giulia sorridente si sbrigò a prendergli da mangiare. Sua sorella Andrea li guardò con uno sguardo molto intenerito.
'Senti Giulia mi scoccia chiedertelo, ma perché non ti porti Sangio con te? A casa da solo non può starci e qui io non posso farcela'
'Andrea, ma figurati, posso stare da solo non sono un bambino' il riccio si imbarazzò tantissimo, sembrando ancora di più quello di cui lo stavano accusando.
'Ci penso io a lui, non preoccuparti' ridacchiò la ballerina, porgendo il piatto con il riso di fronte a lui e scompigliandogli i capelli. 'Dai mangia e poi ce ne andiamo' aggiunse. Andrea gli fece un occhiolino e lui divenne ancora più rosso.
Fini il riso con una rapidità ingiustificata e tremolante andò a recuperare le sue cose.
'Ciao principessa, mi raccomando eh' Giulia salutò la piccola con un bacio sulla fronte per poi accenare un saluto ai due genitori, che la ringraziarono molto.
'Ciao piccola peste' le disse Sangio sorridendole. Virginia gli fece ciao con la manina, troppo debole per sforzarsi più di così.
Giulia lo fece salire sulla sua macchina e silenziosa andò prima a casa del ragazzo, per recuperargli qualche cambio e poi si diresse verso casa sua.
'Staremmo da te se non avessi mamma' commentò solo. Entrambi stavano ripensando all'ultima volta che erano stati lì e di come avessero discusso.
Lo fece stendere nel letto della sua camera e lo coprì.
'Vado a preparare la cena, tu riposati va bene?' Gli lasciò un altro bacio sulla fronte e uscii dalla stanza con un sorriso timido.
Il riccio ripensò alla quantità di ricordi che avevano li dentro e uno in particolare riemerse dal suo flusso di coscienza.
'Stai fermo Giovanni non riesco se ti muovi così' lo rimproverò lei per l'ennesima volta mentre cercava di fargli il punto alla gonna che gli stava molto più larga di quello che pensavano.
'Scusa' ridacchiò lui vedendola così stressata.
'Che ti ridi monello, mo ti mando alla sfilata con la gonna che ti cala' entrambi scoppiarono a ridere e Giulia riuscì a finire ciò che stava provando a concludere.
Dopo poco Carlo entrò in camera e Sangio ebbe un attimo di tentennamento, mostrarsi con la gonna davanti a un italiano medio, sarebbe andata bene?
'Hai visto che figone Sanjuan?' Rise Giulia allontanandosi per guardarlo per bene.
'Un figurino devo dire davvero' rispose con un sorriso Carlito.
'Volevo dirvi che è arrivato il taxi però' un fremito prese alle dita di Giovanni, che Giulia intereccettò subito, prego il padre con gli occhi di dileguarsi. Rimasti soli prese le mani del suo amico fra le sue.
'Ei guardami, sei bellissimo capito? La maggioranza delle persone ti apprezzerà, dico davvero, e anche se non fosse, qualcuno là fuori nel mondo lo farai sentire meglio e compreso, me in primis. Ora esci di qua e fai il sorriso più bello che hai' i tic delle dita si erano placati e l'idea di andare da solo senza la sua fonte di calma lo agitò.
'Non puoi venire con me vero?' Chiese speranzoso.
'Giovanni'
'Come faccio senza di te?' Riprovò.
'Eddai' rise lei. Sangio sbuffò nuovamente alla ricerca delle sue cose. Gli occhi gli finirono su una collana con scritto Giulia. Ci mise un secondo a prenderla e infilarsela al collo sotto gli occhi ridenti di lei.
'Ora sono pronto'
Tornò ad addormentarsi coperto dal profumo di Giulia così forte in quella stanza. Si risvegliò con qualche carezza sul viso, aprendo gli occhi ritrovò sempre lei che lo guardava dolcemente.
'Come ti senti?'
'Molto meglio' sussurò lui, ancora riempito dal conforto di tutte quelle attenzioni.
'Ti va di mangiare qualcosina con noi?'
'Certo' il riccio si mise a sedere e guardandola si alzò dal letto seguendola dentro quella piccola casa che lo faceva sentire al sicuro da tutto.
Si sedettero tutti e tre intorno al tavolo e mentre Giulia riempiva i loro piatti, Susi osservava Sangio per accertarsi di come stesse e per poi chiedergli in un sussuro 'come vanno le cose fra voi?' Giovanni riflette sul fatto che non aveva idea di come potesse rispondere a quella domanda. Più il tempo passava più acquisiva la consapevolezza di provare delle cose molto diverse dalla semplice amicizia, allo stesso tempo non sapeva se fosse ricambiato e soprattutto si sviluppava diametralmente il rancore per questa seconda vita che Giulia continuava a nascondergli. In quel momento però, ad essere sincero, si sentiva solo amato.
Riguardo la madre della ragazza in questione e si limitò ad alzare le spalle 'non lo so'.
'Quindi Sangio come va l'ispirazione, meglio?' Chiese Susi poi mentre avevano cominciato a mangiare.
'Molto meglio devo dire, già sto buttando giù dei nuovi testi quindi'
'Veramente?' Giulia rispose col solito entusiasmo che la caratterizzava quando si trattava della sua musica.
'Si' rise lui, ormai disabituato a tutta quella normalità fra loro due.
'Che bello sono contenta' esclamarono all'unisono le due donne di casa, per poi guardarsi e scoppiare a ridere, coinvolgendo anche lui inevitabilmente.
'Ma poi Ocho? Quella famosa ragazza?' Chiese Giulia curiosa.
'È ancora presente, ma nulla di ufficiale'
'Hai capito Ocho si sta sistemando eh' esclamò Susi. 'Chi lo avrebbe mai detto che si sarebbe sistemato prima di te'
Giovanni si limitò a sorridere imbarazzato, anche dalle risatine di Giulia. Vide le sue adorate fossette prendere forma sul suo visino, e pensò che in realtà una donna fissa nella sua vita lui l'aveva eccome e ci stava cenando proprio in quel momento.
Il pasto continuò tra le risate di tutti e tre e Susi non poteva fare a meno di pensare a quanto Sangio avesse portato un clima così rilassato e vivace, cosa che mancava in quella casa da qualche mesetto.
Deciserò di guardarsi un film tutti e tre insieme.
'Eiii ma così io non entroooo' si lamentò Giulia vedendo che i due già accomodati riempivano quasi totalmente il divano.
Susi guardò Sangio con un sorrisino e lui si sentii più spronato a fare quello che gli era venuto in mente.
'Vieni qui dai' Giovanni aprii le braccia, convincendola a sistemarsi sopra le sue gambe, abbracciandola in modo che lei poggiasse la sua testa sul suo petto.
Entrambi non diedero peso al film, nemmeno per un po', nemmeno per un secondo. Impegnati a sentire alla percezione dei loro corpi a contatto.
Susi interruppe quel loro momento, per farsi accompagnare a letto, ma questo rese ancora di più Giulia intenerita, dal modo in cui Giovanni, nonostante l'influenza si prese cura di sua madre, portandola al letto. Tornati al divano, Giulia si sedette accanto a lui.
'Vieni qui?' Sussurò lui, guardandola.
Lei ci mise pochissimo a tornare con la testa sul suo petto.
Per un'altra mezz'ora si riempirono di carezze e baci sulla testa, ma poi Giulia guardò l'orologio e cominciò a farsi più distaccata.
Alla fine del film, si alzò di botto e si diresse in camera sua senza dare spiegazioni.
'Che ti prende?' Avanzò in camera il riccio, ancora intorpidito dalla rilassatezza che quelle due ore gli avevano dato.
'Devo vedermi con Daniele' disse lei apatica, infilando cose nella borsa.
Giovanni la osservò, era decisamente agitata, non voleva infastidirla, era stanco e ancora non si sentiva bene, attaccarla non avrebbe portato a nulla.
Si limitò a sedersi sul letto senza dire una parola. Giulia lo guardò mentre stava per uscire, vide comprensione in quei due occhi blu e la cosa la fece ancora sentire più in colpa. Si avvicinò a lui e gli lasciò un bacio sulla fronte.
'Non sei troppo caldo, però miraccomando riposati' lo accarezzò e girò i tacchi.
'Giu?'
'Mh?'
'Stai attenta, se hai bisogno chiama'
Giulia si sciolse in un sorriso timido e uscì da quella stanza in cui si stava iniziando a sentire davvero stretta.
Il lavoro quella sera fu davvero pesante, pensare che tornata a casa ci sarebbe stato lui, la faceva sentire tremendamente sporca. Un uomo lei aveva cominciato a darle particolari attenzioni, quella sera e in generale.
'Ei bellissima, perché non scendi e vieni a fare le stesse mosse qui?'
Giulia abituata ignorò la cosa.
'Eddai bambolina vieni giù'
La cosa andò avanti per molto fino a che l'uomo cominciò ad agitarsi e cominciò a prenderla per una gamba.
'Porco, i servizi in più vanno pagati' gli diede un calcio al viso.
'Brutta puttana' cominciò a insultarla, ma per fortuna lo portarono via, una regola nel locale vigeva, il caos era sbagliato, e chiunque lo generasse veniva mandato via.
'Continua a ballare Giulia' le urlò Daniele mentre lei ancora scossa guardava la sicurezza portare via quell'ubriacone.
Finito il turno, entrata in taxi, scoppiò a piangere senza controllo. Era sempre riuscita a rimanere indifferente a questa parte della sua vita, ma Giovanni e tutte le emozioni che portava con sé, la rendevano più vulnerabile.
Scesa dal taxi, si controllò quanto più poteva e salì fino a casa sua. Entrò in camera per vedere come stesse e lo trovò seduto a scrivere. Cercò di sfuggirgli silenziosa, ma lui aveva già percepito la sua presenza lì.
'È tardissimo Giulia' sospirò alzando gli occhi. 'Hai pianto?' Le chiese strabuzzando gli occhi. Lei non aveva le forze per fare nulla, si lasciò andare andandogli incontro gettandosi tra le sue braccia. Giovanni la accolse, cercando di tranquillizzarla.
'Mi vuoi dire che cosa succede?' Giulia scosse la testa.
'Giulia, se non parli io non posso aiutarti capisci'
Lei si allontanò dall'abbraccio.
'Non posso parlartene proprio Gio, vorrei davvero, lo vorrei tanto' gli accarezzò il volto. 'Ma non posso, per me e per te. Però non ti voglio fuori dalla mia vita, quando non ci sei mi manchi, e sta sera, cavolo era da una vita che non ridevamo così io e mamma. Adesso non posso fare nulla, ma se ti prometto che prima o poi tutto questo finirà, riusciresti a starmi accanto?'
Giovanni non aveva sganciato gli occhi dai suoi. Decise di mentirle.
'Si, Giu, certo. Non me ne andrò più, te lo prometto'
Giulia si sciolse in un sorriso raggiante e Giovanni credette di non aver mai nulla di più bello.
'Però ti devo chiedere una cosa' si avvicinò ancora di più al suo viso.
'Cosa?' Chiese lei confusa.
'Voglio provare a..a' sussurò lui vicino alle sue labbra.
'Gio' sospirò lei persa a guardare il suo viso.
'Non ho mai più baciato nessuno come ho baciato te, ho bisogno di riprovare' disse con una voce roca che a Giulia fece venire voglia di accarezzargli i capelli.
'E se poi ci piace?' Chiese lei preoccupata, ma incapace di muoversi.
'Lo rifacciamo'
'Ma siamo amici'
'Amici un cazzo Giulia' sentirle dire la parola amici per loro due gli diede la giusta spinta per unire finalmente le loro labbra.
Fu un bacio che durò minuti, e che prosegui, mentre la faceva distendere sul letto, sovrastandola. Giulia si teneva stretta alle sue spalle e non credeva di sentirsi più nel mondo reale.
'Non sai da quanto tempo era che volevo farlo sospirò lui tra un bacio e l'altro.
'Stai delirando' rise lei, portandolo ancora più vicino al suo corpo.
'Mai stato più serio e lucido di così'.
Tra un bacio e l'altro passò un'altra ora e Giulia si dovette staccare per andare a struccarsi e cambiare.
Si sentiva le guance rosso fuoco e le gambe tremare. Giovanni non riuscì nemmeno a resistere per quei pochi secondi che la raggiunse in bagno.
Si era messa la sua solita maglia e gli sembrava così piccola che il pensiero di averle mentito sul fatto di lasciar perdere, lo fece sentire in colpa. Si affiancò dietro di lei e le tolse le salviette struccanti, girandola e cominciando lui a toglierle quel trucco.
'Sei bellissima' Cominciò a ripeterle intervallando i suoi movimenti a baci a stampo.
'Non sai tutte le volte che ho voluto fare questa cosa' rise poi.
'Cosa?' Gli chiese lei curiosa.
'Toglierti questa roba dalla faccia e riempirti di baci questo visino, mentre ti guardavi allo specchio e ti preparavi a quelle stupide feste a cui andavamo'
'E perché non lo hai mai fatto?' Chiese in un sussuro, ragionando sul fatto che da un momento all'altro le cose tra loro stavano prendendo una piega diversa.
'Perché ho sempre pensato di non essere meritevole di noi, come qualcosa di più, ho sempre avuto paura di perderti'
'E ora cos'è cambiato?'
'Non lo so, forse sarà un casino, ma più passa il tempo più mi considero un coglione per aver perso così tanto tempo'
'Anche io' Giulia lo guardò emozionata e prese l'iniziativa cominciando un altro bacio famelico e nostalgico allo stesso tempo.
Nello stesso momento, nella cameretta di Giulia, il cellulare di Giovanni aveva cominciato a squillare. Varie notifiche di Evandro erano arrivate.
'Ho parlato con la ragazza e andato al locale, so tutto'
Dopo aver attaccato con Andrea,Giovanni aveva mandato la posizione e la foto della targa della macchina a Evandro per poi scrivergli un messaggio.
'Segui la macchina e parla con lei'