'Wow Giu è incredibile che hai fatto tutto questo da sola' esclamò la sua nuova amica bionda guardandosi intorno.
'Sto facendo, manca ancora tantissimo prima che sarà pronta però ne sono davvero fiera si' Chiara si girò a guardarla andandole incontro, si scambiarono un abbraccio fortissimo.
'Pensavo che una volta finito potresti venirci a lavorare anche tu' le sussurò Giulia all'orecchio, con un sorrisetto vispo.
'Ma che dici Giu ahahaha' Chiara sciolse l'abbraccio e le scoppiò a ridere in faccia.
'Perché? Lo so che odi quel posto tanto quanto me. Qui avresti me, un orario più normale, ferie e tutto il resto' continuò la mora molto più seria del solito.
'Giu non potrei mai accettare una cosa del genere, davvero, non ho le qualifiche per insegnare danza'
'Sono cretinate' rispose con un sorriso convinto Giulia. 'Saresti un ottima insegnante e poi non puoi lasciarmi da sola a tutti i corsi'
'Giu...io non lo so...non so se ne sono in grado'
'Va bene ama, hai tutto il tempo che vuoi per rifletterci, ma sappi che sarei davvero davvero felice se tu accettassi, anche mio padre lo sarebbe' Giulia aveva intuito molte cose della sua amica bionda in quei pochi mesi di lavoro e in un pomeriggio a caso, aveva deciso di portarla in quel luogo, per mostrarle il suo futuro, tutto ciò per cui stava combattendo. Chiara era una bravissima ballerina, sensuale come non mai, era la persona più adatta, ma sapeva bene anche che si sentiva una persona poco meritevole di qualsiasi cosa, si considerava una prostituta e per questo non degna di affetto, amore e rispetto. Inoltre Chiara sapeva quanto il progetto di Giulia riguardasse anche sui padre, argomento per cui la bionda le aveva sempre riservato il massimo della delicatezza e comprensione. Aveva girato le stanze di quel luogo con una lentezza ed emozione che quasi Giulia si era commossa. Chiara pensava di non poter prendere parte a un progetto così significativo, ma Giulia era certa che fosse la strada migliore per lei e per sé stessa.
'E il canto?' Le domandò Chiara.
'Mh?'
'Dico il canto a chi lo farai gestire, insomma sai che ti adoro, ma quelle poche volte che abbiamo fatto un po' di karaoke non mi sembri molto dotata' ridacchiarono entrambe, poi Giulia si fece più pensierosa.
'Ci sarebbe una persona, ma non lo so, è molto impegnato'
'Dici quel tuo amico di cui mi parli sempre?'
'Si lui' Giulia arrossì a quelle parole, penso sempre a lui mannaggia.
'Beh puoi provare no?'
'Si, si sicuramente. Il problema è che non è mai a Roma, e vorrei parlargliene dal vivo, magari anche quando ho chiuso con questa storia'
'Se è tuo amico non dovrebbe giudicarti così tanto e poi che vuole questo non lo so, mesi che me ne parli e fosse venuto a trovarti una sola volta' Chiara glielo ricordava un po' , sarà stato il biondo dei capelli, la loro sicurezza o quell'istinto protettivo che avevano nei suoi confronti, ma era arrivata a pensare che Chiara fosse il suo Sangio al femminile.
'Ahaha è normale dai, anche io non c'ero per molti mesi, prima quando ero in tournée'
'Giulia non devi giustificarlo!'
'Ahahaha fidati che ti starebbe simpatico, davvero davvero simpatico' le due ragazze continuarono a ridere per un po'.
'Comunque grazie Giu, sei davvero una persona speciale' Chiara la rinchiuse in un abbraccio.
'Figurati ama'
'Dov'è Giulia?!' Fu la prima cosa che Chiara chiese aperti gli occhi ritrovandosi in una camera di ospedale.
L'infermiera non le rispose.
'Non si agiti la prego' le disse.
Chiara era spaventatissima, non aveva idea di quello che stava succedendo, non sapeva dove fossero i loro capi, come fosse finita in ospedale, ma soprattutto non sapeva dove fosse Giulia da quando l'avevano portata via nella villa.
Dopo 5 minuti Giovanni entrò nella sua stanza, sembrava molto teso, ma in parte sollevato quando la vide stare bene.
'Ei Chiara'
'Giovanni dov'è Giulia? Sai cosa ci è successo??Loro?'
'Calmati, Giulia è nell'altra stanza, sta bene, ma deve ancora svegliarsi. Loro li hanno presi, la polizia è intervenuta'
'Cazzo' la bionda si portò una mano sulla faccia, esasperata.
'So che ora ci saranno dei problemi, ma ora pensa solo a riprenderti va bene? Pensavo di chiamare non so, qualcuno della tua famiglia?' Chiara lo guardò leggermente intenerita.
'No grazie' si limitò a rispondergli. 'Fammi solo sapere come sta Giulia'
'Si certo, vado da lei, c'è anche Evandro, se vuoi posso farlo venire, magari ti distrai un pochino'
'Emh si va bene, almeno mi faccio spiegare un po' di cose' sorrise timida lei. Giovanni le accarezzò la testa in modo affettuoso e sorridendole, uscì dalla camera di Chiara. Si avvicinò a Evandro e a denti stretti gli disse 'Chiara è sveglia, falle un po' di compagnia che è sola'
L'amico non replicò ed entrò nella stanza.
Sconsolato e stanchissimo Giovanni tornò nella stanzina che lo aveva accolto per tutte quelle ore. Pregò con tutto se stesso che quegli occhietti teneri fossero aperti. Aprii la stanza e nulla Giulia si ostinava ancora a tenerli chiusi.
'Niente eh Giulie? Sono le 4 passate, si sono svegliate quasi tutte e tu nulla. La solita ritardataria' sbuffò malinconico.
'Non vedo l'ora di poterti parlare, di averti qui con me. Ora ti staresti arrabbiando moltissimo perché non ho mangiato o dormito neanchè un po'' sospirò triste.
'Però fidati che non ci riesco Giulietta. Sento un'angoscia dentro al petto paragonabile solo a quella che ho quando ho paura che quello che canto non sia capito o apprezzato, forse anche di più'
'Addirittura?' Un sorrisetto a occhi chiusi, si formò sul quel visetto che aveva osservato per ore.
'Giu?' Sbiancò per un momento lui.
La ragazza aprii gli lentamente, tossicchiando un po'.
'Ei' gli sorrise spontaneamente, poi si guardò intorno e si rese conto di dove fosse.
'Ma sto sognando?' Gli chiese spaventata.
'No Giu, è la realtà, vi abbiamo trovate, li hanno arrestati. Vi avevano drogato, ti ho trovato svenuta in uno stanzino' sospirò Giovanni.
'Si quello me lo ricordo' rispose lei abbassando la testa. Lui allungò un braccio afferrandole una mano.
'Non sono stato io a mandare quelle foto, io avevo deciso di poterlo accettare. Mi dispiace Giu' sussurò con un accenno di voce spezzata. Non voleva crollare davanti a lei in quel momento, sapeva di doversi mostrare forte e sicuro di tutto quello che stava per succedere, ma quella situazione lo aveva stancato emotivamente a livelli molto alti e ora che lei stava finalmente bene, si sentiva di dover smaltire un po'.
Giulia gli sorrise dolcemente. 'Veramente non sei stato tu?'
'No Giulia, no. Non fraintendermi non è una cosa super ok, ma ho capito cosa significasse per te, e ti avrei aspettato, aiutato, avremmo trovato un modo. Ora sei qui su questo cazzo di lettino e sono consapevole che in parte è colpa mia, i sensi di colpa mi stanno mangiando dentro davvero' la ballerina gli accarezzò il volto.
'È una situazione complicata, e poi se sono su questo lettino è anche colpa mia. L'importante per me è che tu non mi odi, l'idea di perdere anche te mi ha fatto provare un senso di vuoto enorme, solamente il fatto di sapere che avresti capito e che ora sei qui, chiaramente senza aver dormito ahah, mi fa sentire meglio' nel mentre come rimprovero per la sua insonnia, Giulia gli aveva dato un buffetto sulla nuca. Giovanni ne approfittò per catturare quella manina e stringerla fra le sue, lasciandoci un bacio sopra.
Si sorrisero per un bel po', poi il viso di Giulia si incupì.
'Chiara? Mia mamma?'
'Chiara è nell'altra stanza, tua madre l'ho portata da me appena ho capito che stava succedendo qualcosa. È con il Pier quindi puoi stare serena ok? Abe invece prima di andarsene mi ha lasciato questo da darti'
Giovanni le porse il suo piccolo Marius che tanti anni fa Giulia aveva lasciato a Virginia.
'Buonasera a tutti' una Giulia totalmente bagnata apparse sulla soglia della porta di casa Damian. Era la prima volta che tornava dopo mesi di tournée, era il giorno di Santo Stefano e tutti l'avevano voluta fortemente per una tombolata. Fuori c'era il diluvio e come al solito Giulia non aveva detto a nessuno che sarebbe venuta a piedi.
'Giulietta ma ti sei bagnata tutta!' Esclamò Lidia che le aveva aperto la porta.
'Mannaggia si' e scoppiò a ridere 'vi abbraccerei tutti ma mi sa non posso' e un'altra volta la sua risata riempì quella casa.
Il rumore di due furie che scendevano le scale la fece quasi spaventare finché non comparvero i due, Virginia e Giovanni, con un po' di fiatone sull'ultima rampa.
'Zia Giulia!' 'Giulia!' Urlarono all'unisono andandole addosso, uno da un lato e l'altra dall'altro.
'Scemi vi bagnate!' Ridacchiò lei senza ricambiare troppo l'abbraccio.
'Giu cazzo ci fosse una volta che mi avverti, sarei venuto a prenderti a casa, così salutato anche i tuoi' la rimproverò il cantante, che scollandosi l'aveva squadrata da capo a piedi.
'Zia Giulia non sai quanti disegni ti ho fatto in questi giorni!' Esclamò invece Virginia che era rimasta attaccata alla ragazza.
Giulia le rivolse la sua più totale attenzione.
'Oh ma allora poi me li fai vedere tutti tutti eh?'
'Certo certo, e poi ti racconto di tutto' ridacchiò la bimba arrossendo appena.
'Queste guanciotte rosse sono dovute a qualche amichetto per caso?' Giulia curiosa lanciò uno sguardo ad Andrea che sorrideva furba.
'Okok basta, già ne ho abbastanza così! Andiamo vieni ti do un cambio' sospirò Giovanni, guadagnandosi una pacca sulla spalla da Abe, contento di non dover riascoltare la storia della cottarella di sua figlia.
Giulia scoppiò a ridere mentre lo seguiva su in camera sua.
'Se ti ammali domani mi arrabbio eh' sbuffò mentre le cercava qualcosa che potesse starle.
'Ma daii massimo un piccolo raffreddore' ridacchiò lei.
'Sei sempre la solita, quando la smetterai di pensare che per me è un peso, saremo entrambi due novantenni ' e con questo le porse i vestiti.
'Grazie' arrosì lei, colta sul fatto.
Giovanni le arruffò i capelli e uscii dalla stanza.
'Cambiati mentre prendo il phon'
Al suo ritorno dal bagno si permise di sbirciare dalla porta, era girata di schiena e già si era cambiata i pantaloni. Era così dolce la sua schiena, piccola ma solida e in quel momento piena di brividi. La sensazione di andarla a rinchiudere in un abbraccio, anche dopo che si era infilata la felpa, non gli passò. Entrando in stanza le sorrise e poi la accolse sul suo petto, sollevandola anche un po'.
'Gio' sospirò lei che infilò ancora di più la testa nel suo collo.
'Mh?'
'Mi sei mancato' gli bastò quello per sentire una lacrima formarglisi.
'Anche tu piccolina' dopo un po' di minuti si slegarono e Giovanni cominciò ad asciugarle un po' i capelli.
Le passò anche la mano sulla spalle e sul collo, sapendo bene che Giulia soffriva di cervicale da sempre.
'Sei tutta tesa' le disse anche un po' preoccupato. 'Non mi avevi detto che andavi dall'osteopata?'
'Eh nelle ultime settimane no' sussurò lei che in poco tempo era arrivata a un senso di rilassamento e tepore totalmente opposto allo stato in cui era fino a mezz'ora prima.
Giovanni sorrise tra sé e sé per quella risposta così disinteressata, sentendosi quasi orgoglioso di averne lui il merito.
'Stai bene?' Lo aveva già capito, ma sentirselo dire lo avrebbe fatto stare ancora meglio.
'Mhmh'
Il sorriso se poteva, si allargò ancora di più.
Tutto venne interrotto quando li chiamarono giù per la partita che la ballerina aveva promesso.
Giocarono per due orette e passa fino a che Virginia non reclamò la compagnia di sua zia. La piccola le raccontò tutte le ultime novità, anche di un paio di ragazzine a scuola con cui non stava andando particolarmente d'accordo.
'Allora quello che sto per darti è ancora più significativo' le sorrise dolcemente. Le porse un pacchettino regalo.
'Ma ziaaa' esclamò la bimba, attirando l'attenzione di tutti. Giulia si limitò a ridacchiare mentre la guardava scartarlo. Sapeva bene che l'unico che avrebbe riconosciuto quel piccolo regalo era Giovanni e per questo sapeva l'avrebbe osservata tutto il tempo.
'Ma che bello Zia'
'Lui è Marius' le spiegò meglio la ballerina, sentendolo già ridere.
'Quel Marius?' Virginia strabuzzò gli occhi.
'Eh si proprio lui'
'Ma Zia è tuo!'
'È nostro ora. Dato che mi dici sempre che ti senti un pochino sola, e che ti manco un po', con lui potrai parlare sempre con qualcuno e magari è come un po' se mi raccontassi le cose quando non ci sono'
'Wow grazie zia Giuli' la piccola le si buttò tra le braccia.
'Prego piccolina'
Giovanni si affiancò alle due piccole donne a cui voleva davvero un bene infinito e cominciò a riempirle di solletico.
'Ahahahah fermo perché sta cosa?' Protestò Giulia.
'A me un Marius non lo hai mai regalato' le sussurò stizzito all'orecchio.
'Ahhahahaha e perché ti serve?'
'Certo che mi serve. Mi servirà sempre un po' di te'
'Te lo manda Virgi, dice che anche se non sa che ti sta succedendo, è come se fosse un po' qui con te' le disse lui, accarezzandole i capelli.
'È proprio dolce' sospirò lei sentendo un groppo in gola formarsi.
'Cosa dirò a tutti loro? Ai tuoi? A lei?' Lo guardò sconsolato.
'Giulie, non sarà semplice ok? Tutto quello che c'è fuori quella porta, non è una cosa semplice. Ma ti prometto che gradualmente ne verremo fuori. Passo dopo passo. Le persone che ti vogliono bene riusciranno a trovare il modo dentro loro stesse di continuare a starti accanto'
Riusciva sempre a confortarla lui.
'Chiara è da sola non è vero?' Chiese poi per cambiare discorso.
'No, no lei è con...con Evandro'
'È stato lui non è vero?' Chiese poi Giulia capendo molto dagli occhi di lui.
'Si' Giulia annuì leggermente.
'Sei arrabbiata con lui?'
'Non lo so, forse dentro di me mi sono sempre sentita che questa situazione sarebbe dovuta scoppiare da un momento all'altro. D'altra parte però è pur vero che ad averlo saputo avrei fatto in modo di non farmi trovare da loro e mi sarei risparmiata molte cose'
'Perché eri sola nello stanzino?' Chiese d'improvviso Giovanni.
'Mi ci hanno messo perché ho protestato' spiegò lei.
'E li cos'è successo?'
'Ecco, ho trovato il modo di accendere il mio cellulare, però ho dovuto-'
'Signorina Stabile si è svegliata grandioso!' L'infermiera piombò nella stanza interrompendo la loro conversazione.
'Signore la prego di uscire, devo chiamare il medico e farle fare un check up completo, dopodiché c'è la polizia che vuole interrogarla'
'Ma adesso?! È stanca!' Protestò Giovanni alzandosi in piedi.
'È importante ai fini dell'indagine. Ora la prego esca' e lo spinse verso la porta.
'Sono qui fuori eh Giulie' fece in tempo a dirle, prima che rimanesse fuori.
Era sicuramente sollevato dal fatto che fosse sveglia, ma adesso iniziava il difficile. Si decise finalmente ad andare alle macchinette a recuperare del cibo per entrambi, un caffè e chiamare i suoi per tranquillizzarli finalmente.
'Ei ma' si Giulia si è svegliata' ripete per la terza volta dopo che aveva già parlato con Susi e Andrea.
'Amore meno male' senti rilassarsi anche sua mamma.
'Si senti pensavo, dove la porto ora?'
'Qui a casa no?' Gli rispose sua madre con il tono più naturale del mondo.
'Non pensi sia rischioso?'
'Non so Gio, devi parlarne con lei, lei deve sentirsi pronta, magari ha bisogno di stare sola, magari no. Qualsiasi sia la sua scelta noi la accetteremo senza problemi, sai che Giulia è come fosse mia figlia'
'Ha un po' di paura di dover dare spiegazioni che non è pronta a dare'
'Non ci deve nulla tesoro mio, nulla. Tranquillizala su questo'
'Grazie mamma' rispose grato lui.
Tornò verso la sua stanza che la polizia già era entrata e l'ansia tornò a salirgli.
Passarono almeno quaranta minuti e Giovanni era convinto che da un momento all'altro la pelle della sua ascella sarebbe caduta. Cercò di studiare le espressioni dei poliziotti che piano piano uscivano dalla stanza.
Evandro lo affiancò in quell'osservare.
'Porto Chiara a casa' gli disse per attirare sua attenzione. 'La cosa è complessa mi sa. La prostituzione non è un reato, il problema in sé per sé è il locale non dichiarato, la droga, l'alcool, del materiale visivo. Loro sono state testimoni di tutto quello è questo il problema e poi sono convinti che ci fosse un sistema piramidale, per cui alcune hanno chiamato altre'. Giovanni lo ascoltò attento sentendosi riempito di informazioni che ancora non era pronto a elaborare.
'Non so Eva, sono davvero stanco ora, andiamo a casa entrambi ok?'
'Si hai ragione. Allora ciao, sa-salutemela ok?' Gli chiese timido.
Giovanni annuì e poi la raggiunse.
La trovò con gli occhietti lucidi.
'Ei' si sedette sul lettino, porgendole le schiacciatine.
'Mangia qualcosina dai' provò a dirle, aprendole anche il pacchetto.
'La multa da pagare è alta Gio' disse solamente, scuotendo la testa davanti al cibo.
'Giulie ora non è davvero il tempo di pensarci ok? Mangia qualcosa ti prego'
Giulia lo guardò e silenziosa prese una schiacciatina.
'Brava. È stato brutto con loro? Ti hanno trattata bene?' Le chiese poi, risentendo lo stress di prima.
'Si dai, un po' giudicata ma penso ci stia, ho detto tutto quello che sapevo e gli ho raccontato ciò che è successo' riabbassò gli occhi, facendo scendere una lacrima dai suoi occhi.
'Sei stata brava a riuscire ad accendere il telefono' le disse per gratificarla un pochino.
Giulia strinse al petto il suo Marius e alzò gli occhi rossi su di lui.
'Sono andata con Daniele per farlo' gli disse tutto d'un fiato.
Giovanni sentii il suo cuore comprimersi ancora e ancora, sospirò e si passò la mano sul viso.
'Sei arrabbiato?' Gli chiese con il suo tono da bimba impaurita.
'No,no è che mi dispiace che tu abbia dovuto fare tutto questo. Non sai che fastidio al petto' la rassicurò subito cercando di allontanare le immagini che gli erano passate per la mente.
'Se ti serve del tempo lo capisco'
'No Giu davvero non sono arrabbiato, semplicemente vorrei davvero molto che non fosse successo' le disse accarezzandole il viso.
'Sei davvero speciale' Giulia gli prese la mano e gliela baciò.
'Che dici andiamo via?' Le chiese sperando davvero che gli avesse permesso di rimanere con lui.
'Si, chiamo l'infermiera'
Mezz'ora dopo erano fuori dall'ospedale.
Si diressero verso la macchina di lui e si misero in macchina.
'Dove andiamo?' Le chiese cercando di farla stare a suo agio. Giulia non sapeva che rispondere.
'Non lo so' sorrise amara.
'Ei possiamo andare ovunque, anzi puoi andare ovunque, anche senza di me'
'Con te con te' lo bloccò subito lei.
'Va bene' si lasciò scappare un sorrisetto lui.
'Dici che è ok se andiamo a casa tua?' Provò lei un po' impaurita.
'Certo che è ok, non avrai problemi di nessun tipo davvero, sono sicuro che tua madre si tranquillizerà moltissimo' rispose subito lui come una macchinetta, facendola ridere appena.
'Ok allora andiamo da te'
'Sicura?'
'Si'
'Certa eh?'
'Si Gio tranquillo' ora era lei che rassicurava lui.
Il ragazzo mise in moto l'auto e Giulia fece partire un po' di musica. Vedeva le mani di Sangio sul cambio prese dai suoi tic nervosi, così gli mise la mano sulla gamba, all'altezza del ginocchio, facendo dei ghirigori strani. Lo vide mano a mano tranquillizarsi sempre di più e questo la gratificava molto.
Arrivati fuori dalla casa, Giovanni prese un gran bel respiro e fece per aprire la portiera, quando Giulia lo bloccò proprio dalla gamba su cui aveva la mano.
'Ci hai ripensato?' Le chiese subito volgendole lo sguardo. Lei scosse la testa.
Lo baciò veloce, paurosa che lui potesse respingerla. Giovanni però rimase molto più contento di quel gesto di quello che Giulia aveva pensato e la bloccò dall'allontanarsi, posando una sua mano dietro la schiena.
Era un bacio dolce ma intenso. A Giulia stava dando la forza giusta per entrare in quella casa e a lui le rassicurazioni che lei fosse veramente tranquilla lì con lui.
'Ora sono pronta' gli sussurò sulle labbra quando finalmente si erano staccati. Lui sorrise spontaneamente e le diede un bacetto sul naso.
'Andiamo dai' scesero dalla macchina ed entrarono in casa.
Giulia si precipitò da sua madre, abbraciandola forte.
'Stai bene mi amor?' Le chiese subito la donna visibilmente più rilassata a vederla lì.
'Si e tu?'
'Benissimo sono in ottime mani davvero'
Giulia diede finalmente attenzione ai genitori di Giovanni.
Li guardò impaurita senza sapere bene come fare. Pier prese l'iniziativa e la coinvolse in un abbraccio strettissimo.
'Ben tornata piccola' le disse contento e sereno. Giovanni sorrise a quel gesto e tirò un sospiro di sollievo.
'Ciao Giulietta' la salutò Lidia, unendosi all'abbraccio.
'Grazie per esservi presi cura di mamma, davvero'
'Siete parte della famiglia e poi è una donna meravigliosa'
Giulia gli regalò il primo vero grande sorriso della giornata.
'Dai ragazzi vi ho preparato qualcosa da mangiare'
Si misero tutti a tavola e Giulia si sentiva davvero davvero grata di tutto quell'affetto.
Mandò anche un messaggio a Chiara con il pensiero di dove potesse essere, e la bionda la rassicurò dicendole che Evandro l'avrebbe ospitata per un po' di tempo dato che ora il suo appartamento era confiscato.
Mentre guardavano la TV al tavolo Giovanni sentii cominciare a piombargli addosso tutta la stanchezza che aveva accumulato. Perciò poggiò la testa sulla spalla di lei, appisolandosi sempre di più.
'Ei perché non lo svegli e dormite entrambi, sarai stanca anche tu' le propose sua madre.
'Si hai ragione'.
Cominciò a scuoterlo un po' ottenendo come responso solo lui che si ancorava ancora di più al suo corpo emettendo dei mugugni.
'Ei, Gio dai andiamo a letto' a quella proposta invece subito si alzò facendo ridere un po' tutti compresa lei che lo seguii per le scale.
Rapido lui si mise il pigiama e corse in bagno. Lei si prese i suoi tempi e con calma si spogliò di fronte allo specchio.
Era ancora il suo corpo o era il corpo degli altri? Era un dubbio che ormai aveva cominciato ad avere da un anno, però non sapeva darsi una risposta.
Si coprì con il suo pigiama, che consisteva nella felpa di lui. E ora quel corpo con quella felpa poteva essere solo di Sangio? A Giulia sarebbe piaciuto, non degli altri, non suo, ma di lui, così non se ne sarebbe più dovuta preoccupare. Ma Sangio quel corpo usato lo voleva? Nemmeno a quello Giulia sapeva rispondere.
Lui entrò nella stanza mentre lei si guardava ancora e l'abbracciò da dietro.
'A che pensi?' Le chiese guardandola anche lui riflesso.
'Al mio corpo'
'Mh e che pensi del tuo corpo?'
'Non so se posso ancora definirlo mio' fece una breve pausa 'e ho paura che tu non lo voglia tuo' disse sincera.
Giovanni sorrise.
'È il tuo corpo Giulie. Capisco che ora possa essere confusa su questo, ma ti assicuro che è tuo. Non potrà mai essere mio, come non potrà mai essere di nessun altro. Semmai con il mio di corpo ti posso far riappropriare del tuo, attraverso noi, il mio e il tuo insieme. È questo che è l'amore'
'L'amore?' Chiese lei quasi sbalordita di quella parola.
'Si, che non lo senti? Ora forse è debole, bisogna che ce ne prendiamo cura un po', ma c'è di questo sono sicuro' e con questo le lasciò un bacio sulla guancia e indietreggiò verso il letto.
Giulia rimase a guardarsi, tornerò mia attraverso noi? Si chiese nella testa cosa potesse voler dire.
'Vieni?' Giovanni aveva aperto le braccia aspettandola impaziente.
Lei corse verso il letto e riempendogli di baci quel visino lo fece addormentare come un bambino, nascosti nelle loro coperte in quella stanza che odorava proprio di casa.