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Fury passò una busta del ghiaccio a Blake, invogliandola a passarlo su la ferita sulla testa. Aveva smesso di sanguinare già da un po' , ma sicuramente ci sarebbe rimasto un gran bel livido per un po' di tempo.

La giovane donna si era risvegliata già da un paio di ore, maledicendo Barnes e la sua fottuta moto. Al suo risveglio aveva trovato Nick Fury con il suo solito sguardo severo e arrabbiato, ma prima che incominciasse la discussione Blake chiese alla spia del ghiaccio e un bicchiere d'acqua, un po' per alleviale il dolore e la gola secca e l'altro per riuscire a trovare il tempo per inventarsi qualcosa o per escogitare una fuga.

Il Complesso di Vienna era fin troppo grande e fin troppo controllato, ma non era per niente impossibile.

«Dov'è l'agente Ward?» domandò secca Blake.

«Si sta' facendo interrogare dalla Romanoff. – Devo dire, tu e Coulson avete messo su un bel teatrino.» Blake riuscì a sentire un velo d'ironia e di fastidio nel suo tono.

Fury odiava essere fregato, odiava che qualcuno fosse più bravo di lui in qualcosa e lei ci era riuscita alla grande.

«Devi ammetterlo Nick. – Stai perdendo colpi.» affermò la ragazza, incrociando le braccia al petto, scivolando con la schiena lungo la sedia nera. «In quanti sanno che sono viva?»

«Per i piani alti Blake Tayler è morta parecchio tempo fa mentre Shadow è morta sei mesi fa. – Hai messo a rischio la carriera di Ward, in molti lo credono un traditore.» disse Fury incrociando le braccia dietro la schiena.

«Non sono stata io a costringerlo. Lui mi ha trovata e mi ha chiesto aiuto.» rispose Blake non perdendo il contatto visivo con l'occhio dell'uomo.

Prima che Fury potesse risponderle la porta d'acciaio venne aperta nervosamente, rilevando la figura snella di suo fratello Kol.

Blake lo guardò dall'altro verso il basso, soffermandosi sulla barbetta scura, i capelli leggermente più lunghi e gli occhi chiari che minacciavano di uscirgli dalle orbite.

«Kol.» lo salutò la ragazza ammiccando un cenno. Dietro di lui c'erano anche Steve e Tony. «Sorpresa.»

Blake mosse le mani affianco al suo volto per imitare dei coriandoli. Kol guardava la sorella sconvolto pizzicandosi il braccio sinistro, come per capire se quello fosse un sogno o la realtà. Ma era tutto reale, Blake era lì, proprio davanti a lui, viva.

Steve posava i suoi occhi azzurri da Fury a Blake come se stessero giocando a tennis, mentre il suo cuore stava battendo più del necessario. Nella mente del Capitano si ricrearono tantissimi ricordi di quel giorno, Blake distesa a terra con il sangue che le colava dal torace e dalla bocca, che mormorava scuse e dispiaceri vari mentre lui la pregava di non lasciarlo. I ricordi di Steve vennero uniti a quel momento, confusi e nauseanti.

Stark, al contrario dei due, sembrava il meno sconvolto. Osservava Fury come per capire se lui sapesse qualcosa.

«Mi stai prendendo per il culo, Blake?» sbottò Kol, urlando contro la sorella. «Dimmi che c'è una ragione valida a tutto questo. Che non ti sei finta morta per tutto questo tempo solo per uno dei tuoi stupidi giochi da sociopatica.» il ragazzo la raggiunse, sbattendo violentemente la mano sul tavolo in vetro, provocando un gran baccano dentro la stanza, che fino a pochi secondi fa era silenziosa.

«Agente Tayler – si calmi.» lo richiamò Nick autoritario.

«Non dirmi di calmarmi Nick, non ci provare. – Ci sei anche tu dentro in questa storia, mh? – Sei tu il malato mentale che ha organizzato tutto?» urlò nuovamente Kol, indicando con l'indice la spia.

Shadow. Vol2 //Marvel Edition//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora