Kol non la smetteva di fare avanti e indietro per il salotto, preoccupato e affranto. Fuori dall'edificio era in corso una bufera e dentro la base nessuno osava proferire parola, per la preoccupazione. Tony gli aveva buttati giù dal letto, informandoli che Firday aveva trovato Harris e che Blake era andata a prenderlo, armata fino ai denti.
Steve guardava fuori dalla finestra, con le braccia conserte, perdendosi nella neve che si attecchiva al suolo. A causa delle bufera nessuno poteva raggiungerla e adesso si trovavano tutti in salotto, con la speranza che lei facesse ritorno.
«Sono passate due ore. Perché non è qui?» domandò Kol preoccupato in balia di una crisi isterica. «Perché diavolo l'hai lasciata andare?» urlò questa volta rivolgendosi a Stark.
«Kol, urlare non servirà a nulla.» cercò di calmarlo Sam.
Steve aveva lo sguardo fisso fuori, concordando pienamente con Kol. Perché diavolo Tony l'aveva lasciata andare? Soprattutto da sola. Il Capitano era agitato, e aveva il terrore che a lei gli fosse capitato qualcosa. Natasha e Bucky se ne accorsero immediatamente della preoccupazione del Capitano.
Barnes gli si avvicinò, posandoli una mano sulla spalla, per risvegliarlo dai suoi pensieri. «Starà bene.» cercò di rincuorarlo il moro.
Steve non rispose, rimase in religioso silenzio continuando a guardare al di là della finestra.
Kol, fin troppo stanco di aspettare, indossò velocemente la sua giacca da sopra il pigiama, decidendosi di andare a cercarla ma non appena si avvicinò alla porta d'ingresso, essa venne aperta per prima, mostrando la figura della sorella, con ancora la maschera di Shadow addosso.«Grazie al cielo.» sospirò il fratello mentre si buttava fra le sue braccia.
Gli Avengers si alzarono immediatamente in piedi, avvicinandosi. Steve oltrepassò Natasha e Bucky, fermandosi pochi istanti dopo. Guardò Blake dall'alto verso il basso, mentre si levava la maschera sporca di sangue e il giaccone, mostrando il giubbotto anti proiettile. Il Capitano la controllò, notando che era completamente sporca di sangue, cercò qualche ferita, ma oltre a qualche graffio sul volto non ci trovò nulla. Il sangue non era suo.
La donna il religioso silenzio si levò il giubbotto anti proiettile, posandolo accanto alla maschera. Si grattò la cute dei capelli, cercando di levarsi la neve di dosso. Tutti gli occhi erano puntati su di lei, in attesa che dicesse qualcosa.
«Dobbiamo parlare.» affermò duramente, fissando tutti i presenti.
Tony annuì, mentre preparava una tazza di caffè bollente per la ragazza. Gli anfibi di Blake erano l'unico rumore che si sentiva nella stanza, mentre tutti gli altri si riaccomodavano alle loro postazioni in religioso silenzio. Steve passava gli occhi dalla ragazza alla maschera di Shadow sul suo fianco, sperando che lei non avesse fatto quel che lui pensava.
Natasha la guardava preoccupata. Avendo gli stessi pensieri del Capitano.
«Quando Kol ed io stavano nel OMS, ci parlavano costantemente di livelli, che loro erano lì per analizzarci e solo i più forti sarebbero passati al livello superiore. Kol ci era quasi riuscito, prima che Xavier venisse in nostro soccorso. – Ma dopo quel giorno non ho mai capito chi ci stesse dietro, fino ad oggi.» incominciò a parlare la donna. «Sebastian mi ha detto delle cose prima di morire, che mi hanno fatto capire che dietro di lui c'era molto altro, molto di più.» Blake strinse le braccia al petto, rimanendo in piedi davanti a tutti. «Era soltanto la pedina di uno sporco gioco.» mormorò più a sé stessa ricordandosi le ultime parole di Harris.
"Ti credi tanto sveglia e intelligente ma non ti sei nemmeno resa conto che in realtà sei solo un'altra pedina dei loro stupidi giochi."
«Chi c'è dietro a tutto ciò?» domandò Bruce.
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Shadow. Vol2 //Marvel Edition//
Novela JuvenilSECONDO LIBRO. Sono passati sei mesi dalla presunta morte di Shadow. Lo Sheild e le varie agenzie di spionaggio hanno tirato un sospiro di sollievo, sapendo della scomparsa della famosa assassina e con essa anche tutti i loro segreti. Ma fino a qua...