Capitolo 3.

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Capitolo 3.

La mattina dopo i cinque ragazzi si prepararono per andare a lezione.

Thomas aveva preso con sé il raccoglitore dove metteva gli appunti per Leonard.

Mentre camminava lungo il corridoi con gli amici venne chiamato da una ragazza: «Thomas, devo parlarti»

Il gruppo si fermò e Thomas le domandò: «Cosa vuoi?»

«Rilassati. Volevo sapere se ieri hai preso i nuovi appunti per la lezione di chimica» disse semplicemente lei.

Il ragazzo ci pensò un attimo, prese il raccoglitore sfogliando gli appunti della materia: «Sì. Li ho presi...»

«Capito. La professoressa mi ha dato questo foglio per te. Bisogna fare degli esperimenti in gruppo» rispose lei dandogli il foglio per poi aggiungere: «Mi dispiace che tu debba fare tutto questo lavoro»

«Non preoccuparti. Ci siamo divisi il lavoro per le materie che dobbiamo seguire» rispose Thomas allegando il foglio al raccoglitore per poi riprendere il cammino verso l'aula nel quale avrebbe seguito la prima lezione separandosi dagli amici.

Poco dopo aver preso posto la lezione iniziò.

Thomas si mise al lavoro prendendo tutti gli appunti allegandoci anche diversi schemi.

Non era facile scrivere per due, ma alla fine si stava adeguando per farlo al meglio.

Intanto, Leonard, si era svegliato presto e dopo aver fatto colazione era stato sottoposto a nuove visite e alle medicazioni delle ferite.

Tornato in camera trovò i nonni che gli sorrisero.

«Siete arrivati presto...» constatò il ragazzo lasciandosi aiutare dall'infermiera a salire sul letto rimettendosi comodo.

«Abbiamo pensato che volessi qualcosa da leggere per passare il tempo» disse lei con dolcezza.

«Grazie, nonna. Mi serviva qualcosa per distrarmi un po'» ammise Leonard rilassandosi tra le coperte.

L'infermiera sorrise nel vedere quella scena: «Stai meglio adesso?»

«Sì. Mi ci voleva alzarmi dal letto e soprattutto un bagno per ripulirmi un po'» le rispose arrossendo leggermente imbarazzato: «Mi hai aiutato veramente moltissimo»

«È il mio lavoro. Credevo che avresti chiesto di fare da solo» ammise lei remore da altre persone che messe in condizioni peggiori di Leonard avevano pensato di fare tutto da soli peggiorando solo le loro condizioni fisiche.

«No. Mi sento un po' debole. Non ci sarei mai riuscito da solo» disse il ragazzo rispondendo alle sue parole.

«Ti lascio riposare. Più tardi devo cambiare le sacche della flebo» disse semplicemente l'infermiera per poi uscire dalla stanza.

Dopo qualche minuti la nonna del ragazzo disse: «Leonard, più tardi non possiamo venire. Stiamo aspettando la visita del tuo medico a casa per vedere come sistemare al meglio la tua stanza»

Il ragazzo sorrise tranquillamente: «Non preoccuparti, nonna. Ho questi libri da leggere e poi avete bisogno di tempo per sistemare la stanza»

Qualche ora più tardi i nonni del ragazzo se ne andarono lasciandolo da solo.

Per passare il tempo, Leonard, prese il libro e dopo aver aperto la finestra per far entrare un po' d'aria si mise a leggere scivolando lentamente nel sonno.

A ora di pranzo, Kevin, con la scusa di tornare a casa passò a comprare qualcosa da mangiare andando in ospedale.

Si presentò nella stanza di Leonard poco dopo posando la busta sul tavolo, si avvicinò al ragazzo posando la mano su la sua spalla: «Leonard, è ora di pranzo»

Odio o Amore: Lo scherzo del cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora