Character Presentetion

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Hey sono Chiara, sono una ragazza di 13 anni normale, basta che sono orfana. Vivo in Corea da 12 anni e, nonostante le mie origini italiane, parlo benissimo il coreano. Con una media del 9 sono la migliore della classe e parlo 5 lingue: Italiano,Coreano,Pakistano, Inglese e Spagnolo, si sono molte ma non mi interessa. Sono stata 11 anni in orfanotrofio, ma sono andata lo stesso a scuola e ho fatto atletica, alla quale alternavo i giochi per bambini come 1,2,3 stella, tiro alla fune, il gioco del calamaro, le biglie, al gioco del caramello ( che consisteva nel prendere una forma tra stella, ombrello, triangolo e cerchio e grattarla fuori con un ago) e qui ero una campionessa del cerchio e ombrello, ma preferivo il cerchio ed quando arrivava l'estate si organizzavano i ponti  di vetro ( vero) sospesi a 2 metri sopra una piscina.. ma tutto è cambiato quando mi dissero che ero stata adottata da una famiglia metà coreana e metà spagnola. Se fosse stato per me, starei stata al orfanotrofio per tutta la vita, ma ero minorenne e quindi toccava agli adulti decidere per me . Sarei scappata se non mi avessero fatto fare atletica e i giochi per bambini, che mi sono continuati a piacere nonostante i miei 13 anni... il giorno dopo i miei "nuovi genitori" e i miei "nuovi fratelli" sono venuti: Carlos, che veniva dalla Spagna e Alea, che veniva dalla Corea e poi i figli: Alexa e Lucas. Dopo un silenzio imbarazzante Carlos parla:"che sport facevi qui?".Io rispondo che facevo atletica che alternavo ai giochi per bambini. Dopo un'altra conversazione tra di loro in un altra stanza che io non ho sentito per un motivo a me sconosciuto,mi dissero che potevo continuare a fare quello che facevo qui, basta che dovevo anche aiutare Alea a fare le faccende domestiche proprio come Alexia, mentre Lucas aiutava il padre a curare il giardino e,visto che aveva 18 anni, doveva trovarsi un lavoro stabile, perché come mi hanno spiegato, a massimo 19 anni dovevi andare a vivere in una casa in paese da solo e pagare le tasse. Allora io volevo avere 19 anni per andarmene da quella casa a qui,per quanto loro sembrano disponibili, non apparterrò mai veramente. Una volta arrivati a casa, che si era presentata una villa che definire gigante era un eufemismo, con un cavallo ( visto che Alexia e Alea facevano entrambe equitazione) e un cane pastore, poi c'erano una decina di galline, una postazione per il tiro alla fune ( che non so come avremmo potuto fare visto che eravamo solo in 4 in casa) e il gioco del calamaro in tinta bianca. Quando sono entrata in casa ho scoperto che ci vivevano anche la nonna è il nonno coreani ( quelli spagnoli erano morti) e una zia con i suoi 4 figli, poi uno zio con un bambino che aveva più o meno la mia età, e poi io. Fantastico, adesso possiamo giocare a tiro alla fune. La nonna mi dice:"devi essere la bambina che Alea e Carlos hanno adottato, piacere sono Caterina e sono la mamma di Alea". Io per gentilezza le dico il mio nome, e le stringo la mano, ma Alea la interrompe dicendo che dovevamo andare a vedere la mia camera. Appena entro mi trovo una camera gigante con il condizionatore, un termosifone, un letto, un armadio, una libreria, un tappeto rosso, una scrivania e la cuccia del cane ( che si trova in tutte le stanze della casa).Sono basita, questo posto è grandissimo!

" Come il tappetto" Squid GameDove le storie prendono vita. Scoprilo ora