# Introduzione

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N. B. Questo simbolo # rappresenta i capitoli che sono stati revisionati e che quindi contengono nuovi dettagli. BUONA LETTURA!

Ogni giorno apriamo gli occhi e non notiamo mai cosa ci circonda. Non diamo mai importanza ai dettagli, ai colori, ad ogni singolo oggetto che riempie le nostre giornate. Non facciamo mai realmente caso ai dettagli sul viso dei nostri amici, familiari o semplicemente i dettagli della persona amata. Avete mai notato la vastità di sfumature che invade i nostri occhi? Chiari o scuri che siano. Io mai. Non ho mai notato realmente quante rughe avesse il volto di mia madre, o quanto arrossati fossero i suoi occhi. Non ho mai notato che la mia camera è invasa di oggetti che non uso e non ho mai notato tutto ciò che i nostri occhi osservano se solo ci fermassimo un attimo. Forse, perché da bambina ho sempre avuto la tendenza a chiudere gli occhi. Quando le mie orecchie udivano troppo allora mi difendevo nascondendomi nel buio della mia mente, alla ricerca del mio posto sicuro. Tutti hanno bisogno di un posto sicuro, peccato che al sicuro non si è mai.

"Quante volte te lo devo dire che quando torno voglio trovarti a casa?"

"Sono andata da mia madre te l'ho detto. "

" Non me ne frega un cazzo di dove sei andata. Voglio trovarti a casa quando torno, mi sono spiegato? "

Come ogni sera la casa era invasa dalle urla di rabbia di mio padre e quelle di paura di mia madre. Ricordo che all'inizio, i nostri vicini chiamavano la polizia in continuazione, ma alla fine come me anche loro si sono arresi. Chiudo gli occhi. Cerco il mio posto sicuro. Niente.

-Mamma dovresti denunciarlo!- quante volte ho ripetuto questa frase a mia madre? Ma lei non ha mai avuto il coraggio, diceva che aveva bisogno del suo aiuto, che lei era l'unica persona che gli era rimasta, che in realtà lui l'amava... Tutte stronzate! Era un lucido figlio di puttana, ossessionato dalla moglie tanto da riempirla di botte se solo metteva la testa fuori. Era un vigliacco!

Quella sera le urla erano più forti del solito.

"Sei una puttana!". Un tonfo risuonò nelle mie orecchie.

Ero chiusa in camera, come sempre, mentre aspettavo che arrivasse la solita scarica di adrenalina che mi desse il coraggio di uscire e fare come ogni sera da scudo a mia madre.

Non sapevo però che sarebbe stata l'ultima sera.

"Non fare sciocchezze! Cosa vuoi fare! Metti giù quel coltello, calmati! " la voce terrorizzata di mia madre all'idea che lui potesse ucciderla, mi fece scattare. Corsi giù trattenendo il respiro, aprii la porta della cucina e li, come fosse una scena a rallentatore, vidi mia madre a terra terrorizzata e lui che stava andando verso di lei impugnando un coltello.

"NO!" d'istinto spinsi il mio corpo in avanti. Sentii la mia pelle bruciare, il cuore battere fino ad uscire fuori dal petto e le gambe cedere. Provai a resistere, farmi forza, impiegai tutte le mie ultime energie per permettere al mio corpo di difendere me stessa e mia madre dall'essere umano che mi ritrovavo di fronte. Mai avrei pensato di avere una colluttazione con lui e mai avrei pensato che sarebbe stata l'ultima. La vista si annebbiava e tutto era sfocato. Resisti, mi ripetevo. Di li a poco però sarebbe arrivato il buio. Quello che cercavo e non riuscivo a trovare, aveva trovato me.

Me Attraverso TeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora