Capitolo VI

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"No Jefi! Piano, vai piano!... Non. Tirare."

Avevo convinto mia madre a farmi uscire da sola con Jefi, ormai avevamo fatto più di dieci lezioni ed era diventata abbastanza gestibile. Avevo solo dimenticato un piccolo particolare... odiava i piccioni. Ovviamente nel parco ce ne erano tantissimi.

Jefi inizio' a tirare ed abbaiare, riuscivo a stento a tenere il guinzaglio, andai completamente nel panico e all'improvviso inciampai in qualcosa, una panchina credo e finii completamente a terra. Avevo lasciato il guinzaglio e sentivo Jefi correre via.


" Dannati occhi!" iniziai a imprecare contro me stessa per la mia scarsa capacità di gestire il mio cane e il mio essere ostinata nel voler uscire da sola.

Sentii qualcuno avvicinarsi e accovacciarsi accanto a me, mi voltai ma nonostante la bella giornata mi permettesse di distinguere qualche ombra non riuscivo a capire cosa o chi fosse.

"Caspita e che volo! " dice una voce femminile ridendo.

"Senti, oggi proprio non è giornata! Quindi gira altrove!" Mi sorpresi con quanta arroganza pronunciai ogni parola.

"Oh, è un piacere anche per me fare nuove amicizie, adoro conoscere nuove persone. Io sono Giorgia, piacere. " prese la mia mano e la strinse.

Si alzò e tirò su anche me.

" Il tuo cane a quanto pare ha proprio deciso di non darla vinta ai piccioni."

disse divertita.

" Ci vorrà una vita per riprenderlo!" sbuffai.

"Il problema è che non usi il metodo giusto. Con gli animali bisogna essere decisi, far capire chi comanda senza troppe parole. "

All'improvviso, sentii un fischio stile Heidi quando sulle montagne chiamava a se Fiocco di neve. Sentii Jefi arrivare e spalancai la bocca incredula.

" Vedi? E' questione di eleganza. " disse orgogliosa.

" Si si, proprio elegante. Devi assolutamente insegnarmelo." anche se di elegante non vedevo proprio nulla, volevo assolutamente impararlo anche io. Jefi mi faceva gonfiare le corde vocali prima di capire che la stessi chiamando, ammetto però che spesso mi rendevo perfettamente conto che tendevo ad umanizzarla.

" Certo!" disse piena di entusiasmo. " Sai vengo a fare una corsetta tutte le mattine e ti vedo spesso, devo dire che a parte qualche panchina che vuoi per forza scavalcare e qualche albero che prendi a spallate, non te la cavi proprio male." la sentii sorridere, finalmente qualcuno che mi tratta come una ragazza qualunque. Apprezzo la sua sincerità e il fatto che non abbia problemi a dirmela.

" Adoro le persone sincere, soprattutto quando non provano pena per me. Comunque piacere io sono Sofi e il dalmata gigante è un alano di nome Jefi. Cosi ami correre?" come sempre la mia curiosità è sempre dietro l'angolo.

" In realtà mi aiuta a scaricare le tensioni, ho sempre giornate pesanti e iniziare la giornata sudando un pò mi da la giusta carica. Diciamo che mi diverte molto osservarti, una volta ho provato anche a chiudere gli occhi e correre ma stavo finendo nella vasca con la fontana e così ho capito che forse non era il caso." disse seriamente.

Quale persona sana di mente si finge cieca per vedere cosa si prova?

" In effetti tuffarsi in una vasca solo per provare l'ebrezza di essere cieca, in un parco pieno di gente poi... insomma, non mi sembra il caso." disse mentre già stava andando via.

" Senti Miss Simpatia io ora devo andare, mi aspettano in ufficio " sbuffa " Ci vediamo domani se passi per la zona e salutami tua madre ok? "

" Ok Heidi a domani! " pensai che dovevo chiedere a mia madre perchè una sconosciuta mi ha chiesto di salutarla.

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