Capitolo 3

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Il mattino successivo

sono le 5 del mattino e io sono seduta sulla mia valigia, aspettando i miei nonni che finiscono di prepararsi così possiamo andare in aeroporto. Le poche ore che avevo a disposizione per dormire le ho passate girando per casa per cercare qualsiasi cosa possa entrare nelle borse, ho pensato a mille frasi che avrei potuto dire ad edoardo e di tanto in tanto mi veniva da ridere quando pensavo alle sciocchezze che ho fatto in tutti questi anni con le mie amiche, tutte le lacrime e tutte le corse per arrivare presto a scuola. Adesso stava per finire tutto per nuovo inizio. Mentirei se dicessi che non sto morendo dalla paura 

arrivano i miei nonni e così partiamo, il viaggio è abbastanza triste. Passo gran parte del tempo trattenendo le lacrime e vedo che anche mia nonna fa lo stesso, mentre mio nonno cerca di darmi la carica giusta per cominciare questo nuovo capitolo della mia vita. 

Mi soffermo a guardare le due persone davanti a me, ricordo da piccola quando dormivo nel lettone con loro, ricordo le mille colazioni, i giri in barca. Mio nonno mi insegnò a nuotare buttandomi in acqua semplicemente dopo avermi detto "non ti preoccupare, tu muoviti le gambe e le braccia, galleggi e se vedo che anneghi ti vengo a prendere"

Mi hanno fatto da nonni, da medici, da spalla e soprattutto sono stati quei genitori presenti e premurosi che molte volte non mi ritrovavo. 

Mi rendo conto di essermi addormentata solo quando mia nonna non mi scosta una ciocca di capelli dal viso per farmi svegliare. Dopo poco riesco a svegliarmi bene e scendere dall'auto, siamo arrivati. 

Inizio a sentire il nodo in gola e le lacrime agli occhi che cerco di scacciare indietro ma con scarsi risultati. 

prima di entrare mia nonna mi elenca una lista delle cose che dovevo portarmi e che, secondo lei, con la testa che porto, ho dimenticato. Dopo avermi detto 50 volte di stare attenta e avermi risposto ogni volta che si preoccupava troppo e che sarei tornata presto a trovarli, arriva il momento di salutarli. 

Stringo in un abbraccio forte mia nonna e contemporaneamente scoppio a piangere, le sussurro un "grazie di tutto, ti voglio bene" e mentre la lascio le fanno un grande sorriso. E' la nonna migliore di tutte. Faccio lo stesso con mio nonno e lo ringrazio con la stessa gratitudine perchè davvero non ce l'avrei fatta senza di loro. 

Li abbraccio forte un'altra volta e mi dirigo all'interno dell'aeroporto, ogni due passi mi giro per salutarli e ogni volta sento una fitta più forte al cuore. 

Una grande parte di me la sto lasciando qui, ma so che mi aspetta tanto dove sto andando e ho intenzione di prendermelo tutto. 

Dopo aver passato i controlli, perchè il check in l'ho fatto fortunatamente con il cellulare, vado agli imbarchi e mi siedo ad aspettare. 

Poco dopo tempo sento una ragazza urlare a pochi metri da me, la guardo meglio, sta urlando contro il telefono. Confusa ma anche curiosa decido di avvicinarmi. "scusami, hai bisogno di aiuto?" le chiedo semplicemente toccandole la spalla, non sia mai che questa iniziasse ad urlarmi contro

non l'avessi mai detto 

si girarono due grandi e bellissimi occhi azzurri, immensi come il cielo e profondi come il mare, mi persi guardandoli. 

mi ripresi quando la ragazza disse bruscamente "cosa vuoi?!"



Colpa del destino /lesbianDove le storie prendono vita. Scoprilo ora