CAPITOLO 13

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Cain cercò di discutere con Sara, ma lei si ritrasse al suo tocco. Smise anche di guardarlo. Senza troppe parole, iniziò a vestirsi per andare a casa sua. Lui insistette per farla accompagnare a casa.

Sara lasciò il suo appartamento senza voltarsi indietro. L'a sola volta che lo guardò, lo fece come se Cain fosse stato un mostro, e la cosa lo turbò, ma cercò di non pensarci. Aveva in mano ciò di cui aveva bisogno per rovinare Daniel Cunningham. Per il bene della sua famiglia non poteva fermarsi proprio adesso.

Però decise che voleva parlare con Cunningham prima di concludere la sua vendetta. Chiamò il suo assistente che gli passò Daniel e fissarono un incontro. Portava il rapporto sigillato in una busta nella tasca interna della giacca. Sarebbe stato lo stesso se avesse avuto una pistola carica. Cain fu introdotto nell'ufficio di Daniel.

"Buongiorno, Cain," disse Daniel. "Jane, potresti portare del caffè? Cain, come lo prende?"

"Nero," rispose lui.

"Anch'io. Prego, si sieda."

Gli indicò le sedie e il divano in pelle. Una magnifica vista delle montagne occhieggiava dalle grandi finestre dell'ufficio.

"Bellissima vista," commentò Cain.

A Cain venne in mente che Daniel non aveva mai trascorso un solo giorno della sua vita al di fuori del lusso... Una vita molto diversa da quella della sua famiglia.

"Preferisco le montagne alla spiaggia. Sono molto più serene."

Jane portò il caffè e si ritirò.

"Ho saputo che i dipendenti licenziati saranno informati domani," disse Daniel sorseggiando il suo caffè. "Devo confessare che sono stato contrario alla sua venuta all'inizio, considerando anche la sua reputazione. Guardando l'organigramma, invece, sembra che lei abbia usato abilmente lo scalpello invece dell'accetta."

Sorpreso dall'apprezzamento, Cain assentì.

"Esistono un modo giusto e uno sbagliato per riorganizzare. A volte è necessario uno sguardo obiettivo per trovare gli esuberi e stare al passo con i cambiamenti dell'economia."

"È un processo molto penoso, ma lei l'ha reso il più umano possibile. Allora, che progetti ha per dopo?"

Era una situazione surreale. Cain stava conversando con l'uomo che aveva tenuto nel mirino per gran parte della sua vita. Cercò di rafforzare la sua antipatia per lui, ma non era più intensa come prima.

"Può darsi che mi prenda un periodo di vacanza. Ho un fratello in Florida che mi invita sempre ad andarlo a trovare."

"Vacanza? Non credevo che fosse un tipo da tempo libero. Io non lo ero, almeno finché non mi sono sposato. Gabrielle ha cambiato il mio modo di vedere la vita. In verità, mia moglie ha cambiato tutta la mia vita."

"L'amore di una brava donna può fare miracoli... O almeno così dicono..." disse Cain e Daniel assentì.

"Già... Anche se ero l'ultimo uomo a credere che fosse possibile. Diventare padre, poi... Questa è un'altra cosa che ti trasforma completamente."

Per un po' restarono in silenzio.

"Sono curioso, Daniel..." disse Cain. "Conosceva bene suo nonno?"

"No. La sola cosa che so è che era molto concentrato sul lavoro. Voleva espandere la compagnia. Mio padre aveva i propri interessi e lasciarono a me il compito di ricostruire il nome dei Cunningham. Avevo un fratellastro, Tony, ma... questa è una storia molto triste. Perché me lo chiede?"

AMORE OSTINATO (1° libro sui fratelli St. Vincent)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora