Guarda come appoggia la guancia alla sua mano: Oh, potessi essere io il guanto di quella mano e poter così sfiorare quella guancia!
Ti ho incontrato quel maledetto giorno, e ci siamo guardati senza dire una parola.
Avevi le cuffie blu, quelle che ormai ti caratterizzavano, e te ne stavi seduto per fatti tuoi, in quel corridoio vuoto a guardare, dalla grande vetrata, le luci della città.
Non era stato un caso che ti incontrassi, perché ti ammiravo spesso, ma non avevo il coraggio di parlarti, mi sentivo così piccolo in tua presenza, nonostante la mia altezza e il mio essere orgoglioso, non volevo esserti d'intralcio, quindi me ne stavo lì aspettando che tu ti voltassi verso di me, e quel giorno lo facesti.
I tuoi occhi mi avevano lentamente esaminato, ed io ti imploravo di abbassare lo sguardo, perché così avrei vinto quella sfida, ma tu inaspettatamente ti sei avvicinato e mi hai accarezzato la guancia, poi con la tua calma te ne sei andato, e mi hai confuso ancora di più.
Quando sono arrivato lì, ormai già sapevo bene quale fosse il mio orientamento, mi ero innamorato molte volte, ma per il mio egoismo ho sempre guardato da fuori, come se fossi uno spettatore, e non mi sono mai voluto intromettere in quei discorsi "love love", non facevano per me, volevo qualcosa di più.
Qualcosa che mi facesse capire il senso della vita, qualcosa di estremo ma intenso, come il tuo sguardo sulla mia pelle, quello si che bruciava.
Bruciava di amore e passione che non mancavano mai nelle tue espressioni, troppo complesse e shakespeariane, che mi mettevano sempre a disagio, a causa della mia scarsa conoscenza nella letteratura, che tu amavi così tanto e che non te ne stancavi mai di ascoltare.
Ricordo quando, ancora prima del tuo tocco leggero sulla mia magra guancia, ti avevo fissato a lungo, come se fossi uno stolker, e avessi ben addocchiato il libro che tenevi stretto tra le esili mani.
Non ho mai voluto leggerlo, perché era tra i tuoi preferiti, e non volevo crearti disturbo, con le mie insolite domande sul perché quel personaggio fosse così coglione o sul perché non prendessero una decisione degna del loro casato.
So che non mi avresti giudicato, ma era più forte di me, l'idea di essere considerato un bambino da te, che cercavo di sembrare più grande di quanto già non lo fossi, ma ti stavo solo perdendo.
Ti ho fatto credere di essere un'altra persona, solo per il gusto di essere considerato migliore.
Il mio egoismo, laddove tu non lo trovassi, c'era e c'è sempre, ormai è parte di me, e nessuno potrà mai cambiarmi.
Ritornando al nostro discorso, la prima volta che ti ho incontrato quelle luci che apparivano dal finestrone ti illuminavano il viso, rendendolo più chiaro e al contempo bellissimo, per non parlare dei tuoi occhi, in quel momento coperti da una spessa montatura nera e che amavo vederti indossare quando facevamo l'amore, solo per il gusto di toglieteli dopo aver finito e di farmi coccolare da te mentre mi appoggiavo sul tuo petto, che ogni giorno si faceva sempre più magro ma che io amavo alla follia.
Credo di averti amato sempre, nonostante i miei difetti non hai rinunciato a me, ed io ti aspetto ancora, seduto sulla tua poltrona, a guardare dal quel finestrone le luci della città, la nostra.
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Once again...
RomanceConsuming all the air inside my lungs Ripping all the skin from off my bones I'm prepared to sacrifice my life I would gladly do it twice Oh, please have mercy on me Take it easy on my heart Even though you don't mean to hurt me You keep tearing me...