Epuntato richiuse la porta alle sue spalle e osservò Adriana scivolare nella camera. Dentro quel minuscolo spazio, tra il letto singolo, l'armadio e la scrivania, per la prima volta Adriana le apparve gigante: non la vedeva da quattro anni, e aveva dovuto chiederle di nuovo quanti anni avesse. Trentacinque anni. Era una donna, pensò Epuntato sfilandosi il cappotto e appendendolo. Adriana le stava di fronte, con le mani infilate nelle tasche posteriori dei jeans si guardava attorno come dovesse prendere le misure di dove si trovava, di quello che sarebbe potuto accadere, di quello che aveva confessato desiderare.
«Non sei tu, questa.»
«Questa?» la interrogò di rimando Adriana.
«Tu ami Chiara.» affermò Epuntato poi prese i lembi della felpa e se la tirò sopra la testa levandosela. La appoggiò sulla sedia in legno, accanto all'armadio a muro, e tornò su Adriana «Che stai facendo?»
«E tu?»
Epuntato si sedette sul letto, le braccia toniche piegate sulle ginocchia e la schiena curva come se il peso dei rimorsi e rimpianti di una vita, o della vita di entrambe, precipitasse su di lei «Non sai quanto vorrei trovare qualcuno che si sappia prendere cura di me, delle mie fragilità. Sono stanca di sentirmi sola.» si fissò la punta delle All Star «Tu non sei sola.»
«Ma io voglio te.» sputò Adriana come sospinta dal violento getto di un soffione, che la portò di fronte a Epuntato che ora aveva sollevato lo sguardo verso di lei.
«Chiara ti ama.»
Adriana sentì lo strepitio del suo cuore dentro il petto, deglutì avvertendo le vene del collo ingrossarsi, il respiro riempiersi di quella malinconica sofferenza che le strozzava lo stomaco; eppure ancora avvertiva quel calore invaderla tra le cosce, spingere per divampare all'aria. La scintilla degli occhi di Epuntato premeva contro i suoi, e Adriana la riconobbe come la stessa del duemilanove; ma sentì di non essere più lei la stessa di allora. Non era nemmeno la stessa di poche ore prima, quando aveva scaraventato tutto il suo armadio sul letto in preda alla foga di trovare cosa indossare per andare a cena con Epuntato, una cena inaspettata, una cena improvvisa, come solo potevano essere i momenti con lei. Una cena in cui desiderava mostrarsi completa, oltre l'esistenza di Epuntato nella sua vita; perché lo era. Lo era?
«Perché sono qui?» colma di un determinato tremore, Adriana inanellò le chiome dei capelli, morbidi, corti, di Epuntato, fino a sfiorarle il collo. Lo sfiorava per la prima volta, e a ogni incontro tra la pelle di Epuntato e i suoi polpastrelli avvertiva l'urgenza di stringerla. Epuntato si lasciò scappare un gemito lento, caldo e accostò le palpebre, le labbra semichiuse.
Adriana fece un passo in avanti, le accarezzò il capo con entrambe le mani e la portò a sé, la lasciò adagiare contro il suo addome percependo il respiro di Epuntato diventare mano a mano più profondo, ritmato, incandescente. Come se all'improvviso anche lei percepisse quelle fiamme attorno. Pochi attimi dopo Epuntato si discostò e, senza sapere se per interrompere quel gesto o per rendersi conto di quello che stavano vivendo, accolse Adriana sul suo grembo.
Le gambe di Adriana intrecciate attorno alla sua schiena, le mani che accarezzavano il fascio di muscoli del dorso, insistevano sulla sua nuca, e il bacino preminente che ondeggiava contro il suo: Epuntato aprì le sue labbra e permise al destino quella rivincita a cui lei si era sottratta per tutti quegli anni. Le lingue si incontrarono, sfiorarono, danzarono, allontanarono e ancora ripresero, e Adriana sussultò nell'avvertire la giacca di pelle scivolare giù dalle spalle e cadere a terra. Aprì appena gli occhi per godere dello sguardo di Epuntato che si insinuava sotto il suo maglioncino e raggiungeva la sua pelle. La mano di Epuntato era esperta, grande, sembrava poter contenere tutto il petto nel suo palmo, tra le sue dita che stuzzicavano i piccoli seni di Adriana. Quei piccoli seni che Epuntato ora desiderava sentire sul suo corpo.
Epuntato la strinse e sollevò. Adriana sussultò, gemette di quella presa tanto inaspettata, tanto forte, tanto agognata. Rimasero per un interminabile attimo così, l'una aggrappata al corpo dell'altra, con gli occhi spogliati di qualunque menzogna, qualunque rimorso, qualunque rimpianto: nude di fronte al desiderio che sentivano ardere.
Adriana la baciò, questa volta con dolcezza. La stessa malinconica dolcezza con cui aveva sognato di baciarla per anni; con la paura che da un momento all'altro l'alba le avrebbe sottratto quel sogno.
Epuntato la adagiò infine sul letto singolo alle sue spalle e rimase immobile un istante a osservarla. Era sua. Lo era sempre stata. Adriana ne era consapevole tanto quanto Epuntato che per tutti quegli anni aveva mentito, a sé stessa, a lei, a chiunque; al mondo a cui aveva negato l'esistenza di Adriana. Col respiro affannato, Epuntato si sfilò la maglia nera e si godette l'approdo delle labbra di Adriana sul suo addome, delle sue dita che svelte liberavano i bottoni dei jeans.
I baci di Adriana erano umidi, affamati, disperati mentre percorrevano il perimetro degli slip di Epuntato: eppure ancora spaventati. Come se Epuntato fosse ancora quella donna irraggiungibile, come se in realtà non l'avesse desiderata sin dal primo giorno in cui si erano conosciute dentro quell'aula all'università. E inerme come si era sempre sentita di fronte alle emozioni che Epuntato le provocava, Adriana si lasciò spogliare con una tenerezza e sensualità che non credeva avrebbe mai visto prendere forma: la stessa forma che i loro corpi assunsero annodandosi, intrecciandosi, ansimando uno contro l'altro, uno sopra l'altro. Il respiro dell'una diventò il gemito dell'altra, il sapore dell'una riempì l'altra, le mani dell'una estinsero le fiamme dell'altra lasciandosi bruciare al suo posto.
E mentre Epuntato perdeva ogni controllo per la prima volta, irrimediabilmente, impetuosamente, sotto i suoi colpi, Adriana avvertì il terrore afferrarla: affondò la testa tra le cosce di Epuntato, ci si strinse e desiderò che le fiamme attorno la accerchiassero, restringessero e la arrestassero nell'unico posto dove bruciando, viveva.
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Photo by moein moradi from Pexels
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FIAMME per Epuntato
Romansa«Come ti ho amato io, esiste qualcun altro che ti ama e amerà.» Epuntato e Adriana si sono rincontrate dopo anni. Il seguito del racconto "Epuntato".