Chanson

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Pov Anna

La vedevo così presa e indaffarata mentre cercava di scrivere i suoi pensieri su quel quadernino.
Non voleva farsi sfuggire una parola di quello che le frullava in testa.
Continuava a grattarsi il sopracciglio, a muovere nervosamente la penna e ad girare su se stessa con la poltrona.
Si sentiva la sua necessità di dover dire qualcosa.
Era un sabato sera, uno dei pochi che passavamo insieme a casa sua. Erano appena le 18 e noi stanche dalla mattinata, eravamo già pronte per abbandonarci a Morfeo.
Ma come un vento artistico ci colpì e ci impegnò tutte e due alla scrittura, chi su letto e chi sulla scrivania.
Lei scriveva più testi di canzoni e le cose che le accadevamo nella sua giornata.
Io scrivevo pensieri e storie immaginarie.
Ad un certo punto la interruppi
"Scriviamo una canzone?"
Si girò verso di me e si pizzicò il mento con le dita.
Poi mi raggiunse e si sedette al fianco sul letto.

Girai la pagina e iniziai a fissare le linee parallele del foglio, fino a concentrarmi sulla sua pasta, sembravano tanti granelli di sabbia che insieme formavano una spiaggia dorata come il colore del foglio illuminato dalla abat jour.

Non sarebbe stata una cosa molto lenta ed estenuante, non avremmo cercato paroloni o sensi astrusi per la nostra scrittura.
Per il tempo che ci impiegava solitamente Francesca ci avremmo messo all'incirca 15 minuti.

Iniziai a morsicarmi il labbro, non sapendo da dove iniziare.

Prese in mano il telefono, cercando nelle note del telefono qualche spunto per iniziare.
Io mi iniziai a guardare intorno.
Mi soffermai a fissare il buio pesto fuori dalla porta finestra, l'unica cosa che risaltava era una grossa palla bianca: la luna.

"Ci sta la luna?" Le chiesi
"È?" Domandò con lo sguardo distratto dallo schermo.
"Guarda" indicai la luna. "Scriviamo su di lei"

-

Sono già passati un po' di mesi, da quella sera

e LUNA, la canzone della fra, stava già rimbombando in tutte le radio, sulle televisioni nelle case e nelle radio delle auto.

Lei con la sua voce, la stava portando in tutti i palchi d'Italia e dire che ero fiera era poco.

Quella canzone conteneva anche frammenti sparsi di me, dei miei pensieri, delle mie battaglie e del mio vissuto.

tu non ti credi narciso ma Giove, prima era solo un'avviso da fuori. C'e un bigliettino sul frigo a dopo, io non ti aspetto sul filo del mondo. Da questa sera no chill solo, mille prove del bit nono. La sicurezza che tu sia qui con il cuore oltre che con il corpo. Ma la scema resto sempre io, ho fatto un giro fuori dal mondo solo per dirti addio.


Denise

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 16, 2022 ⏰

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