Capitolo 5 (pt.1)

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Con la mano sinistra in tasca e lo sguardo basso sullo schermo del telefono stretto nell'altra, Louis camminava lentamente nel lungo e monotono corridoio.

Ripose l'oggetto al suo posto nella giacca, dopo aver mandato un ultimo messaggio a Josh, non appena si trovò faccia a faccia con la soglia bianca. Ancora pensando alla festa che avrebbe organizzato l'amico il giorno seguente non notò nemmeno le due voci parlare dall'altra parte della parete.

Le sue nocche si scontrarono con il legno duro, abbastanza forte da creare un leggero eco nel corridoio vuoto e silenzioso. Aspettò, con le dita che già avvolgevano la maniglia fredda, una familiare voce roca che gli dava il permesso di entrare, rimanendo poi sorpreso quando la porta venne aperta, ma da mani che non erano le sue.

Il Dottor Brandon teneva stretto il ferro nonostante il suo sguardo fosse rivolto, per quanto possibile, alle sue spalle, intento a dire qualcosa a una seconda persona nella stanza, che il giovane non riuscì a identificare a causa della porta ancora chiusa per metà.

Ora il volto di Albert era girato verso di lui e lo accoglieva con un sorriso splendente.

"Buongiorno, entra pure"

Si scostò leggermente, in modo da permettergli di passare. Louis giurò di aver visto un luccichio, forse di eccitazione, attraversare gli occhi azzurri dell'anziano uomo dandogli un accenno di giovinezza che non gli apparteneva, non appena si erano scontrati con i suoi, limpidi. E non poté che sorridere a sua volta, incuriosito dall'insolita allegria che riempiva l'aria.

Dopo aver fatto qualche passo il ragazzo si ritrovò al centro della stanza.

Un sorriso curioso illuminò il suo volto quando notò la persona in piedi davanti a quella che ormai poteva definire la sua poltrona.

Tess rispose a quel sorriso riuscendo, per la prima volta, a non arrossire.

"Salve" salutò con la sua voce delicata, e quelle parole fecero uscire uno sbuffo divertito dalle sottili labbra di Louis, che trovava così sbagliato che una ragazza della sua stessa età gli desse del "lei".

"Ciao" disse quindi, aggiungendo poi senza sembrare sgarbato "Devi per forza darmi del lei? È strano" terminò la frase con una smorfia della bocca. E questa volta la ragazza non poté impedire al sangue di affluire con un po' più di violenza nelle sue candide guance, mentre, dopo aver lanciato di sfuggita uno sguardo al suo capo intento a cercare probabilmente i suoi occhiali in ogni angolo della scrivania, staccava gli occhi dalla figura davanti a lei per spostarli sul lucido parquet, accennando a una risatina imbarazzata.

"Oh, eccovi qui" la voce di Albert fece indirizzare lo sguardo di entrambi a lui, che teneva gli occhiali alzati un po' più del normale verso l'alto stringendoli come fossero un trofeo. Tess scosse la testa divertita: li metteva sempre nello stesso punto eppure non riusciva mai a trovarli.

Dopo aver poggiato la montatura sul naso sbatté forte le mani, facendo sussultare i due ragazzi presi alla sprovvista.

"Bene, possiamo cominciare" disse poi aggirando la scrivania per raggiungerli.

"Grazie per il tuo aiuto" parlò cordialmente rivolgendosi alla ragazza con sguardo grato e una mano poggiata con fare quasi paterno sul sottile braccio di lei.

"Nessun problema" rispose questa con un sorriso gentile.

Il dottore fece un passo indietro per permetterle di passare, ma la giovane impiegata si dovette comunque girare di lato per poter superare i due, sfiorando per un secondo il braccio di Louis che si scostò istintivamente al contatto, come se si fosse scottato. Non se ne rese neanche conto.

Blind Love || l.t.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora