Capitolo 4

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"Si chiama Lys"

Louis si trovava immobile e silenzioso davanti alla figura seduta dell'uomo, come in attesa di una risposta.

Riusciva a sentire il suo corpo calmarsi poco a poco e una goccia di sudore scorrere lungo il lato destro del viso, seguendo il percorso della mascella.

Ci volle qualche secondo prima che il dottore si abituasse a quella nuova situazione e realizzasse il significato delle parole.

"Oh" fu tutto ciò che riuscì a dire increspando le labbra e aggrottando le sopracciglia pensieroso, con lo sguardo basso e concentrato su qualcosa di non concreto.

Poi le sue iridi blu incontrarono quelle dello stesso colore del ragazzo. Si alzò dalla sedia e camminò verso un distributore d'acqua situato in un angolo della stanza, nascosto tra l'imponente libreria e il muro. Si diresse infine verso il giovane porgendogli il bicchiere, che fu svuotato in meno di dieci secondi.

"Prego, prendine altra" lo invitò lo psicologo davanti a un'implicita richiesta.

Un silenzio d'attesa inondò la stanza mentre Albert aspettava di poter iniziare a parlare.

Fortunatamente le sue visite quel giorno erano terminate e si chiese cosa fosse successo se non avesse deciso di restare per fare quel lavoro di pulizia dei vecchi documenti che rimandava ormai da mesi.

I due furono di nuovo seduti uno di fronte all'altro in questa seconda seduta improvvisata. Era tutto così strano, eppure si sentivano entrambi a loro agio in quella situazione alquanto inusuale, come se tutto quello fosse la normalità.

"Quindi ora sai come si chiama" disse il dottore rivolto a se stesso anziché al diretto interessato, concentrandosi più sui suoi pensieri che sulle parole appena dette.

Ad infestare la sua mente e a renderlo nervoso per la sua incapacità di comprenderlo, era il perché delle sue azioni. Non riusciva a capire cosa lo spingesse a reagire in quel modo così esagerato, ma c'era davvero una risposta a quella domanda? Era un ragazzo istintivo, l'aveva capito dal primo momento, e ne aveva avuto la conferma qualche minuto prima, quando lo aveva visto entrare affaticato dalla corsa dentro il suo studio. Poteva solo immaginare cosa avesse fatto per ridursi in quello stato, e il tutto solo per aver scoperto un nome. Gi sembrava assurdo ma allo stesso tempo lo incuriosiva tanto.

A Louis invece, per quanto insensato, sembrava tutto così giusto, ma sapeva che se gli avessero chiesto una qualsiasi spiegazione probabilmente non sarebbe stato in grado di rispondere.

Un'ondata di calore percorse il suo corpo non appena le parole appena pronunciate gli ricordarono il motivo per cui era lì. E per un momento si sentì quasi stupido, ma non gli importava davvero.

"Come un fiore" sussurrò quindi con un sorriso sul volto e lo sguardo perso nel vuoto. Il più vecchio si riprese dai suoi pensieri e non poté che sorridere a sua volta, provando tenerezza per quella scena che ai suoi occhi risultava quasi dolce.

Si disse che no, non aveva mai avuto un paziente come lui. In realtà non pensava neanche fosse possibile. Ne aveva visti di giovani innamorati, ma mai in questo modo. Non era semplice amore, l'amore non era abbastanza; si trattava di qualcosa che andava oltre.

Non era amore ma adorazione, come quella di un monaco per il suo Dio, che si dedica totalmente a lui con ogni sua forza, con tutto il suo cuore, e capisce che senza, la sua vita non avrebbe alcun senso, perché sa che quello è il suo destino, quello è ciò per cui è nato.

E nello stesso modo Louis sentiva che il suo compito era proteggere quella ragazza che ora aveva finalmente un nome, il nome di un fiore.

Il dottor Brandon corrugò le sopracciglia dando voce ai suoi pensieri.

Blind Love || l.t.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora