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I've been roaming around
Always looking down at all I see.
Use Somebody - Kings Of Leon

Louis, anche quella mattina stava facendo ridere a crepapelle il piccolo Jeremy, col suo naso rosso e quelle smorfie che era solito fare. La risata del bambino non faceva che crescere e riecheggiare per i corridoi stranamente silenziosi del terzo piano. E le persone avevano paura del terzo piano, ma non Louis. Saliva convinto quelle scale quasi ogni giorno, per almeno 2/3 ore al giorno. Quei bambini pallidi e costretti a stare a letto, anziché giocare e divertirsi in un parco con altri bambini, riempivano il cuore di Louis di tristezza. Aveva iniziato la sua attività di volontariato qualche anno prima, quando dopo essersi fratturato un braccio si era accorto di qualche bambina guardare tristemente fuori dalla finestra. Gli si strinse il cuore, al solo pensiero che una delle sue sorelle potesse essere al loro posto, lo uccideva.
Ed erano iniziate così le sue visite continue. Si prendeva sempre del tempo per fuggire in ospedale e allietare le giornate a quelle piccole creature. Dopo il lavoro, le sue ore libere le impiegava in quel modo. Non si era mai pentito di nulla, era una di quelle cose che lo faceva stare meglio, nonostante il destino di quei bambini fosse segnato per sempre. Aveva visto qualcuno di loro uscirne vittorioso, aveva visto le lacrime di gioia delle mamme e ne aveva viste altre di dolore. Urla che avrebbero fatto crollare giù l'intero ospedale. Louis chiudeva gli occhi, rimaneva col fiato sospeso, poi riprendeva a giocare per distrarre il resto dei bambini rimasti corrucciati in silenzio. Aveva conosciuto molti ragazzi come lui, che aiutavano e intrattenevano i bambini e ne era felice.
Jeremy rise rumorosamente, tanto da attirare l'attenzione di altri bambini. Daphne, una bambina con gli occhioni verdi, gelosa marcia di Louis, tirò il ragazzo per una manica della felpa e si fece mettere sulle ginocchia. Louis la riempì di carezze, le fece delle facce buffe, la fece ridere, poi si lasciò andare in un sonno lungo e profondo. Era perennemente stanca quella testa bionda e a Louis scoppiava il cuore, essersi affezionato tanto l'avrebbe fatto finire col cuore spezzato. La riportò sul suo lettino, lasciandola nelle mani dell'infermiera, che gli faceva sempre un sorriso di ringraziamento. Abbassò lo sguardo quasi distrutto e tornò nella piccola sala giochi dei bambini, continuando a farli ridere. Uno per volta li riportò a dormire, lasciando un bacio in fronte a tutti quanti. Era come il loro fratello maggiore, loro preferivano Louis agli altri ragazzi e non si sapeva nemmeno perché. Quando notò le luci spegnersi, i genitori ringraziarlo e il silenzio più assoluto, Louis prendeva la sua giacca e se ne tornava a casa, sempre con quel leggero retrogusto amaro sotto alla lingua, che si sarebbe addolcito il giorno dopo, con uno dei sorrisi di quei piccoli.

I giorni passavano, e il compleanno di Louis era arrivato imminente. Persino quel giorno, durante la Vigilia di Natale, aveva dedicato due ore della sua vita a quei bambini. Si ritrovò avvolto dal buio quando entrò nella piccola sala adibita apposta, ma quando accese le luci venne assalito da un paio di boati, di urletti spacca timpani e le piccole manine di 11 bambini attaccati alle gambe e alla pancia. I genitori, avevano sfruttato l'informazione che Louis aveva dato alla piccola Daphne, per fargli una sorpresa, come se fosse una sorta di ringraziamento per tutto quello che stava facendo. Louis abbracciò tutti, ma la piccola Daphne, innamorata del ragazzo, si fece prendere in braccio e le sussurrò "Buon Compleanno". Louis sorrise a riconoscente, diede un bacio a tutti e li abbracciò, sentendo il petto gonfiarsi di gioia. Si lasciò tirare a destra e a sinistra. Gli regalarono dei disegni, fatti con le loro manine piccole e tremanti, disegni in cui Louis veniva ritratto in un particolare momento della giornata. Daphne, era stata l'unica a disegnarlo al suo fianco, mano nella mano. Louis le aveva giurato amore eterno, dichiarandosi il suo fidanzatino. Daphne aveva sorriso tantissimo e si era sentita come Cenerentola. Tutti i genitori gli portarono sotto al muso una torta con lo stemma della sua squadra del cuore, informazione ricavata sempre da Daphne. Risero tutti assieme, festeggiando non solo il compleanno del ragazzo, ma persino la Vigilia e il Natale. L'ultimo per qualcuno di loro. A quel pensiero, si rattristò, ma si lasciò tutto alle spalle non appena tre piccoli bambini gli sorrisero facendolo sciogliere. Era certo di non aver passato mai un compleanno migliore di quello.

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