É sera ormai e la pungente umidità penetra facilmente le pareti e il pavimento in marmo del castello.
Sono pochi i rumori, in quella struttura troppo grande per accogliere una sola famiglia, ma nel vuoto delle grandi sale e dei lunghi corridoi tutto é sorprendentemente amplificato. I passi delle guardie, avanti e indietro, nelle loro armature ticchettanti rimbombano come echi lontani. I bisbigli della servitù, lo squittio di topolini nascosti chissà in quale angolo buio. Persino il crepitio delle fiamme, tremolanti sulla punta delle torce, suona all'orecchio con l'intensità di un modesto falò.
La giovane donna é attenta, mentre percorre i corridoi del castello. Ogni respiro rimane sospeso nell'aria, la candela, stretta nella mano destra, segue il ritmo dei passi, e questi ultimi si posano sul pavimento solo per un istante, con la cura di un ladro estremamente premuroso nel non farsi scoprire.
Cosí Raelle cammina, avanzando leggera verso la scalinata.
I capelli dorati le ricadono morbidi sulle spalle e la bianca sottana da notte l'avvolge goffamente.
É da poco passata l'ora di cena, un piccolo banchetto condito con uova di quaglia, piccione e zuppa di porro. Edwin e Willa hanno persino osato con un dessert, prima di ritirarsi nelle proprie stanze con una dolce 'buonanotte' rivolta alla figlia. Raelle, d'altro canto, non é riuscita a mangiare quasi nulla; lo stomaco prepotentemente chiuso dalle ultime notizie.
Una giovane donna era stata impiccata quella mattina, nei boschi di Salemè, alle porte di Fréland. Una strega, come ha detto suo padre con nonchalance tra un boccone e l'altro. Una pagana, devota al demonio.
Le guardie di Fréland erano riuscite a non cedere al fascino orientaleggiante della strega, lasciandola dondolare per il collo appesa al ramo di una vecchia quercia.
Eppure, nonostante la brutalità dell'evento, c'era stato dell'altro. "Un'altra strega" si era lasciato sfuggire Edwin dopo un sorso di ippocrasso. Quest'altra, graziata forse dal candore della pelle, era stata catturata e scortata nella cittadina, fino al castello. Adesso rinchiusa nelle quattro mura delle segrete, in attesa della sua pubblica esecuzione stimata per l'indomani mattina: un monito per chiunque provi a cedere alle vili e oscure tentazioni.
Raelle si é portata, così, una mano al petto, a quelle parole, nella Cristiana ricerca della propria collana con croce.
Streghe. A Fréland, Salemè. In quella terra sperduta, in quel regno francese che spesso sembra esser dimenticato persino dallo stesso Signore.
Eppure quella storia sembra così incredibile alle orecchie di Raelle, così impossibile e al tempo stesso tristemente reale.
Cosa aveva portato le guardie di suo padre, re Edwin, a prendere una tale decisione, a decretare senza alcun battito di ciglia che quelle giovani sventurate fossero le amanti di Belzebú?
Raelle ha provato a dibattere durante la cena, ma suo padre gentilmente ha alzato una mano come ad interromperla, mentre sua madre, Willa, ha borbottato qualcosa simile a "non é bene che una principessa come te chieda certe assurdità."
Perciò, adesso, Raelle si trova da sola, con i piedi scoperti ed arrossati, infreddoliti dal pavimento ghiacciato, vagabonda nei corridoi della sua stessa dimora.
Trattiene il respiro, mentre lentamente, gradino dopo gradino, avanza nella penombra in quella discesa verso le segrete che, fermandosi solo un attimo a pensare, assomiglia quasi alla discesa di Orfeo negli Inferi. Eppure Raelle non é lì per riportare nessuno in superficie o per salvare qualche anima dalle grinfie di un'entità malvagia.
Raelle é curiosa, sorpresa, interdetta. Nelle mura del castello che le ha fatto da scudo per tutti quegli anni, ha sempre bramato la conoscenza, le verità del mondo che la circonda e che non é dato esplorare.
Raelle agogna l'avventura, scarsa nell'esperienza e rifugiata nel tempo tra le ruvide pagine di antichi libri, in storie lontane che non le appartengono. É sempre stata lì, in quel castello, a Fréland; rare anche le volte che insieme al suo fedele stallone persano dal manto grigio, Mycelium, ha cavalcato imprendibile nel folto del bosco di Salemè.
Per questo si trova lì, per questo il suo cuore, adesso che mancano pochi gradini, le martella incessante e prepotentemente nelle orecchie. Lo sente in gola e così é costretta a deglutire con forza per ricacciarlo al proprio posto.
Finora é riuscita ad eludere le guardie di suo padre, furtiva ed attenta; dopotutto sono anni che riesce facilmente a sgattaiolare fuori dalle proprie stanze per vagare indisturbata nella notte. Conosce le abitudini, i passi, i cambi; conosce la servitù e coloro predisposti a protezione della famiglia reale. Eppure non é semplice sorpassare quell'ultimo gradino. Non ha nessuna scusa nell'essere trovata lì.
Raelle, però, é destata da quel suo incessante pensare, mentre il piede nudo raggiunge il pavimento liscio ed umido che conduce alle segrete. Un ronfo sordo, ritmico, si espande in tutto il locale. Una delle guardie sta disattendendo ai suoi doveri, china con metà del busto su uno sgangherato e marcio tavolino in legno. Dorme, ignara di ogni cosa, ignara dell'arrivo furtivo di Raelle.
La ragazza rimane qualche istante ad osservare quella scena quasi pietosa ed é costretta a portarsi una mano alla bocca, impedendosi così di urlare, quando un topo grande quanto un gatto le corre sopra uno dei piedi nudi inoltrandosi poi nell'oscurità delle segrete, quasi come una guida premurosa che le apre la strada.
Lentamente Raelle avanza, attenta a non infastidire il sonno profondo della guarda col tremolio della sua candela.
Qualche metro, pochi passi, e la strega le sarebbe apparsa di fronte.
Che sciocca, pensa tra se e se. E per un istante, la bionda, medita di far dietro front e scappare sotto calde lenzuola.
« Puoi farcela... » Bisbiglia a denti stretti, mentre i suoi dolci occhi cerulei si assottigliano per mettere a fuoco.
Tra le sbarre, nel freddo di quel luogo austero, il contorno raggomitolato di un'esile figura si mostra timidamente.
Non sembra essersi accorta della presenza di Raelle, che, senza parlare, azzarda un altro passo stavolta arrivando a toccare con la punta dei piedi la fredda cella.
« Chi sei? »
Una voce fredda, distaccata, tristemente rassegnata al suo destino, riempie quel profondo silenzio con una semplice domanda.
La bionda deglutisce, prima di aprir bocca.
« Raelle... »

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Bewitched
FanfictionAU Raylla/Motherland Fort Salem. Raelle è una giovane principessa di un piccolo regno della Francia medievale. Scylla, una ragazza accusata di stregoneria e condannata a un'esecuzione pubblica.