Capitolo: tre

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***
Le campane di Sainte Odile hanno smesso di suonare da alcuni minuti, mentre il brusio iniziale nella piazza principale di Fréland adesso è un vociare animato.
A nessuno piace aspettare, specialmente se si sono lasciati i propri obblighi da parte per concedersi una distrazione dalla vita quotidiana, eppure i cittadini di quel piccolo paese dell'Alsazia non possono fare altro.
Nessuno si presenterà con il capo coperto e le mani legate sul piccolo palco in legno appositamente allestito davanti le mura del Castello, in piena piazza, alla luce del sole. Nessun discorso da parte di re Edwin, nessun momento solenne, nessun boia e, soprattutto, nessuna strega.
Cosa sta accadendo?
È questo quello che le bocche curiose dei presenti si domandano voltandosi impazienti da una parte all'altra, quasi a volersi rendere risolutori di quella disfatta.
"Dov'è la strega?"
Una delle voci si innalza sopra tutte le altre in direzione delle guardie reali, ferme ai piedi del patibolo.
"Sì! Siamo qui per vedere la strega!" Un'altra.
Gli schiamazzi aumentano, mentre voci su voci si accavallano per prender parola.
Persino il tintinnare della pesante armatura di una guardia, uscita di corsa dalle porte del castello, risuona pacata alle orecchie dei presenti. L'uomo, d'altro canto, senza prestare attenzione alle urla indispettite dei popolani, si avvicina ad un suo pari per rivelare la sconvolgente notizia: la strega è fuggita.
Senza aggiungere altro, le guardie reali lasciano all'unisono il proprio posto, avanzando in direzione delle mura cittadine.
"Allora? Dov'è la strega?"
"Vogliamo la strega!"
"Impiccatela!"
Poi, tra lo stupore di tutti, le campane riprendono a suonare, stavolta segnalando con il loro rintocco la presenza di una minaccia all'interno di Fréland.

***
La mano destra di Scylla è aggrappata ad un lembo del cappuccio; la testa coperta e lei stretta in quel mantello rubato.
Cammina lentamente, cercando di mischiarsi con la folla. L'ultima cosa che vuole è farsi notare... deve sgattaiolare via dalle mura cittadine prima che qualcuno capti il suo vagare confuso.
Sta accadendo tutto così velocemente. Il sole è sorto, poi tramontato e risorto, e nel mentre la giovane donna ha perso un'amica, è stata condannata a morte e, adesso, è inseguita dalle guardie reali come fuggitiva.
I suoi occhi blu sono sfuggenti, timorosi di incontrarsi con quelli di qualche sconosciuto e destare sospetti.
Sente il cuore in gola mentre avanza e nella testa le iniziano a vagare mille pensieri. L'unica certezza è quella di voler tornare a casa, di allontanarsi il più possibile da Fréland.
In un battito di ciglia rivede la guardia avanzare verso la cella; un sorriso beffardo sul volto paonazzo e grinzoso dell'uomo, che nelle mani stringe le chiavi di quel posto infernale.
"Strega", l'ha chiamata anche lui sorridendo. Di lì a pochi minuti le avrebbero stretto la corda intorno al collo, issa sopra uno sgangherato sgabello di legno. Forse le avrebbero chiesto le sue ultime volontà, le ultime parole di una sconosciuta agli occhi di tutti. Ed è proprio mentre Scylla è concentrata a pensare alla cosa giusta da pronunciare come addio alla vita che il sorriso della guardia si spegne improvvisamente dopo un tonfo sordo. Mai la ragazza si sarebbe aspettata di trovare il volto pallido e incredulo di Raelle, in piedi dietro il corpo privo di sensi dell'uomo; in una mano delicata una trave di legno recuperata chissà dove. La principessa di Fréland la stava aiutando a scappare.

« Beh, cosa aspettate! » La voce di Raelle arriva come sussurro dolce alle orecchie di Scylla, che ancora non muove un muscolo per paura che sia tutto frutto della sua immaginazione.
La bionda le si avvicina frettolosamente e in maniera goffa le toglie le catene dai polsi e dalle caviglie.
« Andate! » Con un gesto della mano indica un punto lontano nelle segrete.
« Se proseguite lungo il corridoio vi ritroverete nelle cucine. Non ci sarà nessuno, perché saranno tutti in piazza ad attendere la vostra esecuzione. Percorrete anche quelle e sulla destra troverete una porta.»
Scylla non sa se sta realmente ascoltando quello che l'altra raccomanda. I suoi occhi sono completamente incatenati in quelli di Raelle e il suo corpo immobilizzato dall'improvvisa sorpresa.
« Andate, avanti! Prima che qualcuno vi scopra... o peggio, ci scopra! »
« Voi...» Scylla si desta, muove un passo in direzione della bionda e per un frammento di secondo prova a sollevare una mano nel tentativo di afferrare quella dell'altra, ma la lascia ricadere lungo i fianchi.
«...grazie. »

Le campane di Sainte Odile la strappano da quel fresco e vivido ricordo. Le rimbombano nelle orecchie talmente forte che il suo cuore sembra aver preso quel ritmo.
Adesso la folla non é più radunata sotto il patibolo nella piazza principale. Si muove come api intorno ad un alveare; tutti in cerca di qualcosa, tutti indaffarati a tornare il prima possibile nelle proprie abitazioni per non doversi scontrare con lei, con la strega!
Anche Scylla affretta il passo, arriva senza far rumore fin davanti le mura cittadine.
Due guardie.
Le mani strette sulle rispettive else, mentre gli sguardi scrutano attentamente chiunque osi avvicinarsi.
La ragazza prende i lembi del cappuccio e li porta ancora più avanti a nascondere meglio il volto. Poi avanza. Lentamente. Incapace di trovare qualsiasi scappatoia per sfuggire a quell'imminente incontro ravvicinato.

« Ferma! » La voce della guardia sul lato sinistro delle mura non é aggressiva, ma decisa.
Scylla alza di poco lo sguardo per incontrare quello giovane e all'apparenza gentile del ragazzo al di là della cotta di maglia.
« Non-non avete sentito le campane? » La guardia non sembra più così determinata come poco prima, anzi, sembrerebbe quasi il suo primo incarico, tanto é l'impegno per risultare il più ligio possibile.
« Tornatevene a casa! Non é sicuro! »
Scylla non risponde, incapace di pensare ad una trovata geniale che le permetta di superare anche quell'ostacolo. Eppure avanza, mascherando la crescente paura.
« Non avete sentito quello che ho detto? Tornate indietro, milady! »
L'altra guardia osserva da pochi metri più in là e la giovane può vedere l'uomo, più anziano ed esperto, stringere ancora di più le dita intorno l'elsa della spada, pronto ad agire in caso di necessità.
« Fermatevi! É un ordine! »
Adesso Scylla é a pochi passi dal ragazzo; i suoi occhi blu oceano incontrano per qualche istante quelli celesti e preoccupati della guardia che ha di fronte. Un ciuffo di capelli biondicci compare di poco sotto l'elmo e, solo per pochi secondi, la mente di Scylla torna a Raelle, al suo gesto, alla sua voce...
La giovane donna abbassa lo sguardo, deglutendo appena, pronta a commettere un ulteriore passo, quello decisivo, quello che avrebbe fatto scattare entrambi gli uomini contro di lei, quello che avrebbe decretato se sopravvivere o perire.
Ma é proprio mentre Scylla sta per portare un piede di fronte l'altro, che due braccia mingherline le si gettano intorno le spalle stringendola in un improvviso e intenso abbraccio.
« Finalmente ti ho trovata! »
A quel gesto e a quelle parole le guardie allentano leggermente la presa intorno le proprie armi.
« Messere, conoscete questa donna? » Il giovane dal ciuffo biondo si rivolge impacciato al nuovo arrivato, comparso dal nulla al momento decisivo.
« Certo che la conosco! É mia sorella! »
La guardia lascia stare la spada e gentilmente fa un passo indietro.
« Beh, non é sicuro vagare per le strade. C'é una strega a piede libero! Tornate alla vostra abitazione! »
« Una strega? » Il giovane arrivato si porta velocemente la mano destra a fare un segno della croce scaramantico.
« Vede quel fumo laggiù? » indica un punto imprecisato, oltre le mura cittadine.
« Abitiamo lì. Oh Dio, nostro padre starà così in pensiero, Rosy. Cosa pensavi di fare venendo da sola fin qui? »
E quelle parole sembrano convincere la guardia che, senza aggiungere altro, fa un cenno del capo ai due lasciandoli superare le mura.

***
« Fuggita? Come é potuta fuggire? » Entrambi i palmi delle mani di re Edwin sbattono con vigore sulla tavola in legno di fronte a se. La testa china, quasi i troppi pensieri dell'ultimo giorno pesassero più della corona.
Raelle osserva suo padre da lontano, nascosta dietro la porta in legno della grande sala. Deglutisce e, solo per un istante, si domanda se abbia fatto la scelta giusta.
Salvare una sconosciuta. Una strega, per giunta. Come le é saltato in mente di commettere una simile assurdità.
Eppure, in quegli occhi profondi e blu della giovane incatenata, le sembrava di aver letto verità. Non avrebbe potuto permettere la morte di una vita innocente, neanche per compiacere suo padre.
Così sospira, mentre ancora osserva quella figura impaziente e frustrata che impartisce ordini alle proprie guardie. Come vorrebbe poter uscire allo scoperto e garantire a suo padre che Scylla non é quel che sembra. Che la ragazza non é affatto un pericolo.

***
Scylla cammina a passo svelto, seguendo la figura alta e longilinea del suo nuovo salvatore.
« Rosy? » chiede infine con una punta di sarcasmo nella voce.
« Scusami tanto se non mi sono fermato a pensare ad un nome che potesse piacerti... » Il ragazzo risponde seriamente, prima di lasciarsi sfuggire un piccolo sorriso e voltarsi a guardare negli occhi l'altra.
« Dannazione Scyl. Mi hai fatto preoccupare a morte! »
« Beh, diciamo che questa volta non è colpa mia fratellino.»
Per qualche istante cala il silenzio tra i due, mentre entrambi si allontanano dalla strada principale per addentrarsi nel fitto del bosco di Salemè.
« Byron... »
Scylla arresta improvvisamente il proprio cammino.
« ...Abigail... lei... io... » deglutisce.
« ...non sono riuscita... By, non sono riuscita... »
« Andiamo, Scyl. » Suo fratello le passa dolcemente una mano intorno alle spalle avvolgendola.
« Gli altri saranno felici di vederti. »

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 22, 2021 ⏰

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