Cap.1

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Nankurunaisa
Una delle più belle parole al mondo.
È giapponese.
Significa

"Con il tempo si sistema tutto"


Non è stata una serata facile, anzi che dico è stata una serata orrenda, come l'intera giornata.
Per non parlare degli ultimi quindici giorni.
Da incubo.
Non so perché capitano a me, li attiro come una calamita gli stronzi e lui era il capo degli stronzi.
Ma la colpa è mia, perché alla fine ragiono con il cuore, sempre, ma non deve andare così, ci vuole razionalità e giudizio, come diceva la mia professoressa, mai farsi trasportare dalle emozioni.
E io a dir poco ero stata travolta da quel mare di emozioni che poi si era rivelato fango.
Solo fango.
Una palata di fango addosso.

Parcheggio sotto casa, nel mio posto riservato, e mentre sto per scendere mi sento chiamare.
"Emma" e contemporaneamente alzo gli occhi al cielo.
Eccolo appena sceso dal suv nero, lui... sexy e antipatico.
Mi mancava la ciliegina sulla torta per chiudere in bellezza questa meravigliosa giornata, Mister non sorrido mai, che mi stava chiamando.
Bello come il sole, come un dio greco, ma antipatico come il prezzemolo tra i denti.
Non sorride mai e ogni volta che mi chiama è per lamentarsi di qualcosa.

Una volta gli ho preso di striscio la macchina, ma avevo un attenuante, era buio.
Un altra mi aveva sfracassato per il rumore assordante della musica, a causa di una festa che aveva organizzato la mia coinquilina, poi la volta successiva erano dei rumori che provenivano dal nostro appartamento, ed era sempre la mia coinquilina che quando fa sesso con il suo fidanzato non si contiene.
Mentre gli vado incontro, penso a cosa sia successo stavolta.
Più mi avvicino e più è bello, avrà circa 35 anni, possiede un azienda informatica e sembra single, ma questo solo perché non lo vedo mai con qualche ragazza, anche se con il carattere che ha non mi meraviglia.
Ma è bello, forse troppo, per me, che sono una persona gelosa, ma non stiamo insieme quindi poco importa.
Capelli neri come l'inchiostro, occhi blu come la profondità del mare, pettorali da urlo e sedere da svenire.

Ma questa sera non riuscirei a sentire dalla sua stupenda voce una qualsiasi lamentela, non ci riesco, penso a quello stronzo e mi viene il mal di stomaco.
"Ciao Luca cosa è successo stavolta?"

Sono diretta, tanto so quello che mi dice, lamentele su lamentele.

"Be' in realtà niente" mi risponde serafico.
Ha le mani in tasca e lo sguardo "strano" .
Forse lo fa apposta per tormentarmi.

"Ok se è tutto a posto, allora vado".
Faccio per superarlo, con un sorriso di commiato, quando sento ancora la sua voce che mi fa rimbalzare.
"Sei libera stasera?"
"In che senso?"
Mi viene spontaneo chiedere.
Mi punta quei due pozzi negli occhi inizio a sentire a disagio.
"Mi piacerebbe bere qualcosa insieme a te" dice in maniera tranquilla.
Penso di non aver capito, resto a fissarlo e deglutisco, devo prendere fiato.

"Cosa ne pensi?"
Ho capito bene? Mi sta chiedendo di bere qualcosa insieme, suona tipo" usciamo insieme" e mi chiede anche cosa ne penso.
"Si, volentieri" mi limito a rispondere.
E intendo dire, si voglio bere con te, insieme a te e tanti altri si vorrei dirgli.
"Possiamo andare su da me, dalla terrazza si vede il mare"
Non riesco a parlare.
Annuisco e lo seguo nel portone.

Quando entriamo nell'ascensore, l'abitacolo mi sembra più stretto di sempre, i miei sensi però sono sempre più accesi.

Avverto il suo profumo nelle narici, di bergamotto mischiato all'odore forte della giacca in pelle.
È così sexy che ho voglia di saltargli addosso.

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