jungwon - sun

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richiesta: @ranocchiellabella_
personaggi: jungwon x lettrice di genere femminile
genere: super soft fluff
tw: //
disclaimer: mi sono intenerita un sacco. solo questo.
buona lettura! <3

Il disegno del sole colpiva il viso di Jungwon, così che lui dovette strizzare gli occhi gentili. Nonostante i suoi lineamenti fossero accartocciati in quell'espressione infastidita, rimaneva comunque dolce e premuroso come sempre.
Si avviava con passo spedito verso di te, incontrandoti sul largo marciapiede di fronte casa tua.
A Jungwon piaceva molto la facciata della tua casa, c'era un forno a microonde rotto da secoli piazzato accanto alla porta d'ingresso. Lo sportello cigolava e restava sempre aperto così ci dormivano dentro i gatti randagi.
Tuttavia, la parte preferita da Jungwon nel piccolo edificio era il tetto, dove vi incontravate sempre per osservare il cielo e scambiarvi parole significative.
Non aspettasti che Jungwon ti raggiungesse, appena fu abbasta vicino ti avviasti direttamente alle scale sul retro della casa, iniziando a salire.
Quando entrambi foste vicini, lui ti sfiorò una mano.
—Vorrei che,— sospirò con aria serena — vorrei che il sole andasse via più lento.—
C'era una nota di rassegnazione nella sua voce, ma era dolce. Sapeva che il sole non avrebbe mai rallentato per il suo individuale ed egoista piacere. Il senso di piccolezza invase Jungwon, che in quel momento rifletteva sull'infinità dell'universo, ma anche sull'immensità del singolo individuo.
Ti guardò, e si concentrò molto.
Come sarebbe stato vivere attraverso i tuoi occhi?
Sgranchire le tue spalle, allungare il collo da un lato. Vedere i tuoi colori, mordere le tue guance dall'interno. Toccare con le tue dita. Chissà se le tue impronte percepivano in modo diverso dalle sue.
Non avere la minima idea di cosa stesse passando a lui per la testa, ma sapere ogni singola cosa tu stessi pensando.
—Non trovi strana l'idea che se ci pensi a fondo, io so tutto ciò che penso, ma tu non puoi saperne niente, e viceversa?—
Lo disse con un'espressione seria, ma tranquilla. Non si era fatto aspettative sulla tua risposta, effettivamente, cosa avresti dovuto rispondere?
—Oh. Ma io so cosa stai pensando,— sorridesti e lo guardasti, lui aveva assunto un'aria sorpresa un po' divertente.
—La maggior parte del tempo, voglio dire. Solo non tutto,— parlasti dopo, con una gentilezza e delicatezza che spiazzava Jungwon.
Il sole gli rendeva il viso aranciato, ed il suo zigomo brillava più chiaro assieme alla punta del suo naso. —Se fossi obbligata a dire tutto ciò che penso, tu forse non vorresti più essere mio amico— gli confidasti, tornando a guardare il tramonto. —Stessa cosa— sospirò lui, seguendo il tuo sguardo alle nuvole variopinte. —Non per idee politiche o chissà che. Problemi da tutti, sai, da ragazzini stupidi— lo mormorasti come se gli stessi porgendo un indizio di nascosto, per risolvere un indovinello anche troppo semplice. —Lo scriviamo su un foglio e ce lo diamo a vicenda— propose lui. —Questa storia del rappresentante d'istituto ti fa pensare che tutto si risolva con pezzi di carta?— ridacchiasti. —Ehi. Non è mica una votazione. Propongo perché so di non avere il coraggio di dirlo. Se sei contraria possiamo lasciarci marcire finché le università non ci separeranno.—
—Prendi il foglio, dai—
Eravate uno di fronte all'altra. Le vostre ginocchia si alternavano e tu tenevi il foglio sopra alla gamba di Jungwon. Per un secondo ti venne paura che potesse capire dalla pressione cosa stavi scrivendo, ma era concentratissimo al suo pezzetto di carta e scriveva come se fosse il più importante suo saggio filosofico.
Vi scambiaste i fogli con un silenzio infernale ed una tensione altrettanto spaventosa.

Mi piacerebbe stare sotto al sole con te per sempre.

Ogni tuo arto si rilassò alle ultime luci del tramonto.

Penso sempre a te.

Jungwon sospirò una piccola risata tratteggiata.
Come diventaste un agglomerato indefinito in un abbraccio, il calore era rassicurante e scoppiava di felicità.
Lasciò un veloce bacio alla tua guancia, e quando ti voltasti di poco, chiedendo tacitamente che si avvicinasse di più, Jungwon non si fece attendere per poggiare le sue labbra sulle tue.
—Non è che funzioni ad energia solare? Ora ti spegni?— scherzasti, ancora così vicina al suo viso che le vostre labbra si sfioravano ad ogni parola che pronunciavi.
—Dimentichi che la luna riflette il sole— sorrise.

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