sunghoon - stationary

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richiesta: //
personaggi: sunghoon x lettrice di genere femminile
genere: ?
tw: //
n/a: scusate l'assenza ma sto molto male. sta per avvenire un grande cambiamento nella mia vita che aspettavo da tempo ed ho un bel po' di paura. spero vi piaccia questa shot, sto leggendo molto ultimamente.
ispirata a fatti reali, vorrei avere il coraggio di salutare quel ragazzo dal mio treno ahahaha!
buona lettura! <3

Sunghoon osservava serio il piccolo libro che stringeva tra le dita, ma in realtà i suoi occhi stavano percorrendo la stessa riga di testo da oltre un minuto.
Non riusciva proprio a concentrarsi, sapendo che l'aria attorno a lui era impregnata di te.
Il treno sussultava, faceva un gran baccano, lo sferragliare non aveva neanche un ritmo regolare, perché le assi che percorreva erano tutte consumate dal sole.
Il sole colpiva la faccia del ragazzo, che cercava di non guardarlo così che potesse immergersi nella lettura.
Si arrese per qualche secondo, portando lo sguardo al sedile vuoto di fronte a sé.
Con la coda dell'occhio osservava dal finestrino sporco le foglie degli alberi susseguirsi come se potesse sentirne il fruscio.
Sembravano tanti sciami di insetti, quelle grandi foglie di tiglio, dall'odore insopportabile. Disgustava dal fondo della gola.
Sunghoon rifletteva sul lieve imbarazzo dell'averti poco distante, sarebbe bastato voltare la testa di una quantità di gradi irrilevante per incrociare il tuo sguardo.
Eppure se anche solo avesse voluto farlo, sentiva che quei movimenti avrebbero cigolato nei suoi muscoli, e sarebbe stato stancante e doloroso.
Tuttavia, il problema non si poneva: Sunghoon non aveva nessuna intenzione di voltarsi a guardarti. Non era proprio un'opzione da considerare, sarebbe stato oltraggiosamente vergognoso.
Eppure era come se ci fosse un'attrazione magnetica, quindi Sunghoon si disse che forse un'occhiata soltanto non sarebbe stata così sospetta.
In fondo, non era detto che tu lo notassi. Anzi, era molto più probabile che tu non te ne accorgessi proprio.
I tuoi occhi incrociarono i suoi, prima che lui potesse cambiare idea: sotto la sua mascherina nera, l'aria si stava facendo pesante.
Incapace di elaborare, il ragazzo rimase a guardarti, cercando di svegliare il suo sistema nervoso per aiutarlo a distogliere lo sguardo nel minor tempo possibile.
Il treno sussultò ancora, stavolta più forte e brusco.
La frenata improvvisa e stridula riuscì a portare l'attenzione di Sunghoon al finestrino, alla fermata un po' squallida e dai toni marroni, ricca di erbacce che sbucavano dalle fessure tra le mattonelle.
Il cartello attaccato al muro segnava il nome della zona a caratteri cubitali sporchi di terra e ragnatele.
Quel luogo Sunghoon lo conosceva bene, ed ogni volta, per quei pochi minuti, tentava di memorizzare qualcosa di nuovo riguardo la stazione.
Ciò che conosceva meglio era la sensazione amara di vederti camminare via con stanchezza, verso casa tua, presumibilmente.
Distratto, Sunghoon non si accorse che ti eri fermata proprio di fronte al suo finestrino sporco e macchiato.
Abbassasti la mascherina stropicciando il naso.
«A domani!» sorridesti, agitando la tua mano nella sua direzione.
Il ragazzo sussultò e si guardò attorno, non c'era nessun altro, ti stavi riferendo proprio a lui.
Quando lo notasti ritornare con agitazione ad osservarti, ridacchiasti.
Ripetesti il saluto con la mano, inclinando la testa da un lato.
Lui ricambiò con timidezza e leggermente confuso.
Tu allora sorridesti ampiamente e te ne andasti.

Il cuore di Sunghoon batteva fortissimo, al ritmo dell'oscillare della tua mano nella sua memoria.

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