part.4

268 17 2
                                    

Hyunjin iniziò ad incamminarsi per il corridoio, il quale prese a vacillare sotto i suoi piedi. Sembrava quasi come se esso stesse ruotando, facendogli perdere l'equilibrio e mandandolo a finire addosso alla parete. Pur avendo da poco mangiato, forse grazie alla prestazione appena eseguita, si sentiva estremamente debole, la vista cominciava ad appannarsi. 

Un'altra serie di ricordi si fece strada nella mente di Hyunjin, incontrollabile, solo che stavolta era focalizzata sugli aspetti più negativi.
Gli tornò alla mente quanto la loro relazione fosse difficile da mantenere, il disprezzo da parte delle persone, le famiglie che non approvavano, le liti, i pianti, le innumerevoli volte in cui entrambi avevano provato a sopprimere i propri sentimenti pur di avere la possibilità di condurre una vita normale. 

<<Che cosa... Che abbiamo fatto-?>>
Pronunciò in un sospiro il ragazzo, mentre si reggeva la testa fra le mani, il quale venne presto raggiunto dal biondo.
<<Come?... Jinnie, è tutto ok?>>
Domandò dolce, mentre gli si accostava per andare ad accarezzargli la schiena, ma questo si scostò con uno scatto. 
<<No! È... È sbagliato... Sbagliato, è tutto sbagliato!>>

Mentre Chan rimase per qualche secondo spaesato da tale reazione, il moro prese a muovere qualche passo in avanti, sempre più veloce, mentre freneticamente cercava di liberarsi da quelle corde che, d'improvviso, dal nulla, gli si erano avvinghiate attorno. 
<<I’m going crazy now, out of control.>>
Blaterava di nuovo in inglese, senza rendersene conto, e nel mentre aveva preso a correre disperato, nel panico più totale, perso in quella prigione che la sua stessa mente aveva creato per lui. 
<<I’m staying up all night again.>>
Sembrava che qualcuno avesse afferrato le corde che lo stringevano e lo stesse tirando, nonostante lui cercasse di opporre più resistenza possibile, ma nel momento in cui si guardò indietro scorse solo il viso del compagno, sfocato, che lo stava rincorrendo in preda alla preoccupazione.

Lo raggiunse in poco tempo, cercando di fermarlo, ma Hyunjin faceva di tutto pur di continuare a correre, come se quella fosse stata la sua ultima salvezza. Il biondo lo fece cadere a terra, unico e più efficace modo che gli venne in mente per bloccare il ragazzo, che, con lo sguardo nel vuoto, ripeteva di continuo delle frasi che Chan non riusciva bene a decifrare. Ci mise molta attenzione, riconoscendo come primo passo la sua lingua madre, nell'individuare parola per parola, ripetendole ad alta voce per trovarvi un senso. 
<<The moment when I close my eyes... All I see is red lights?>>
<<Red lights... Red lights.>>
Ripetè Hyunjin un altro paio di volte, sempre dimenandosi per liberarsi di quella costrizione attorno al suo corpo. 

<<Hey... Che succede?? Parlami! Hyunjin...>>
Non c'era modo di farlo rinsavire, né con le parole e né tanto meno con i tocchi gentili che gli stava comunque riservando per tutto il tempo. 
<<Le corde Chan... Toglimi le corde, non riesco a respirare...>>
Il biondo scosse la testa e si guardò intorno incredulo: non c'era nulla sul corpo del ragazzo. 
<<Ma di che... Di che stai parlando? Non c'è nessuna corda.>>

Hyunjin spalancò gli occhi, com'era possibile? Puntò il suo sguardo sulla sua mando sinistra, intrecciata a quella del compagno, e le vide chiaramente entrambe a volte in più giri di corda, nonostante l'altro gli avesse assicurato non ci fosse nulla. 
<<Hyunjin stai avendo un attacco di panico. Ciò che vedi non è reale... Non c'è niente qui, nessuno ti farà del male.>>
Tentò alla meglio di aiutarlo come poteva, anche se non era un esperto in questo campo, ma non servì a molto. Il moro ribaltò presto la situazione, spingendo il ragazzo contro la parete opposta pur di liberarsi da lui, e tentò nuovamente di scappare via a gattoni e strisciando per il corridoio.

Fu di nuovo raggiunto prontamente da Bangchan che lo bloccò a terra con le braccia ai lati della testa, le sue pupille piccole piccole e perse nel vuoto. 
<<Mi devi stare a sentire ora Hwang Hyunjin! Siamo già abbastanza nella merda, ed io qui da solo non posso fare niente... Perciò ho bisogno di te, capito?? Ho bisogno che torni qui da me, al mio fianco, come abbiamo sempre fatto in tutte le situazioni in cui ci sembrava di affogare... Torna da me!>>
In parte in quelle parole lasciò sfogare tutta la rabbia accumulata sia per la situazione in cui si trovavano, sia per tutti i terribili momenti che avevano passato nella loro storia. 

RED LIGHTS - [b.ch × h.hj]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora