Sente pulsare il cuore in gola, forte. Fortissimo. Non ha più nessun dubbio, i passi sui ciottoli non sono i suoi, o meglio non sono solo i suoi. Sta camminando, in fretta. Più in fretta. Infila la mano nella tasca dei jeans per recuperare le chiavi, affretta il passo, ripete mentalmente le case che le restano da superare prima di arrivare a casa e sentirsi salva. "Villa Ciliegi, villa Ulivi, villa Melograno, villa Albicocco. Casa.
«Casa, villa Albicocco, villa Melograno...» bisbiglia nell'ideale mantra che dovrebbe rassicurarla. Si ordina di stare calma, di assicurarsi le chiavi in mano, di frugare meglio in ogni tasca -anche del giubbotto. Si impone di non voltarsi, di credere che quei passi, con ogni probabilità, non esistono fuori dalla propria testa. Si obbliga a credere che può mandare via anche questo mostro dalla propria testa, basta non credere sia reale. Basta non credere sia reale. «...basta non credere sia reale.» tira fuori le chiavi, le dita stanno tremando ma prima che l'altra mano riesca a dare supporto alla prima, un rumore sordo dichiara la caduta definitiva del mazzo di chiavi. Non se ne rende conto, tira dritto.
«Ehi», lo dice qualcuno alle sue spalle. Luna sussulta ma non demorde, si ostina a camminare con i pugni nelle mani e i denti stretti. «Ehi, ferma», accelera lui, accelera lei. «Perché cazzo stai correndo? Ehi! »
Luna cammina più veloce. Lui la insegue aumentando la velocità, sempre un po' di più. Alle spalle di lei i passi sui ciottoli battono una corsa, mentre i propri stivaletti in pelle nera stanno ancora interpretando un andante mosso. Lei è l'andante mosso, lui la raggiunge parandosi di fronte. Deve fermarsi di colpo, lui la prende il braccio per evitare che l'impatto sia troppo brusco. Luna strizza gli occhi chiudendosi la faccia dietro le mani, temendo la violenza dello scontro.
«Si può sapere che hai? Perché stai correndo? » dice lui con acredine, ha per il fiato corto dovuto a cinque minuti esatti di corsa. Cinque. Lei se ne sta zitta, perché quella faccia l'ha già vista. Una volta. Forse, due. Tre. La sorpresa nel riconoscere lo sconosciuto le fa spalancare le palpebre, non ha dubbi. Immediatamente, alza la mano e gli carica uno schiaffo, due e tre. Schiaffi a perdifiato. Senza possibilità di proroga. Aggiunge, un calcio. Una ginocchiata. Lui riesce a schivarla quasi sempre, quasi.
«IO che ho? Tu sei un fottuto maniaco depravato!», e lo colpisce ancora, un pugno assestato malissimo tra spalla e collo. Lui se ne sta impalato con una guancia che si arrossa delle sue cinque dita e un mazzo di chiavi in mano, permeato da una totale calma. Luna scorge con la coda dell'occhio il proprio mazzo di chiavi, riconoscibile per la sobrietà del portachiavi: un peluche grande quanto il palmo di una mano a forma di luna nera. Sbalordita apre la bocca, l'attimo successivo lo stupore lascia spazio all'irritazione. «Bene, sei anche un ladro!», gli sottrae le chiavi e se ne va, dopo avergli allungato un calcio che l'altro schiva prontamente.
«Come scusa?», lui incalza sconvolto e indignato.
Lei crede di risolvere la situazione sollevando, senza alcuna pretesa sia chiaro -a parte quel mezzo sorriso stronzo- il dito medio.
Lui si sta ancora tenendo la guancia con la mano, intanto che si predispone un sorriso cattivo sulla bocca.
«Solo perché ho scoperto che sei una pazza svitata ...», gli angoli della bocca si issano in un sorriso trionfante quando la vede rallentare. <...che fa finta di cadere dagli alberi», Luna frena di colpo rallentando. Prima incrocia le braccia sotto il seno, addenta il labbro inferiore per ragionare sulla frase che ha appena ascoltato, la ripete mentalmente indecisa sul proprio stato d'animo. Morde il labbro inferiore, i passi che compie sempre più distrattamente si fermano ad un certo punto.
«Nuda», lui aggiunge dettagli, massaggiandosi la guancia. «Lo sanno tutti che non si sale sugli alberi nuda», sta sorridendo, lei. Un sorriso vero. «Almeno dovresti avere le mutande», lei preme le labbra per evitare di ridere. «Per... sicurezza».
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In to. Il caos è un animale silenzioso.
RomanceIl loro primo incontro è come le loro personalità, brusco, imprevedibile, totalizzante. Luna e Alberto si stanno accanto, si inseguono, si mandano al diavolo durante un'estate lunga dieci anni. Riusciranno a sopravvivere a loro stessi? - 1° Posto al...