Capitolo Cinque.

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The devil's on your shoulder,
strangers in your head
As if you don't remember, as if you can forget
It's only been a moment, It's only been a lifetime
But tonight you're a stranger

~*~

"Albus."

Albus sentì ancora il suono della voce di Scorpius da lontano, come se non fosse ad un passo da lui.

"Al, ehi."

Una mano sulla spalla. Albus vi si abbandonò completamente, e nascose il suo viso nell'incavo del collo di Scorpius.

"Va tutto bene. Al, ehi." Scorpius lo strinse, facendo scivolare la mano sulle sue spalle e avvicinandolo a se' dalla nuca. Albus stava tremando. "Sei stato bravissimo."

Albus annuì quietamente, prendendo respiri profondi per calmarsi. Non stava piangendo, ma avrebbe potuto arrendersi a farlo - per quello che gli importava, al momento, non sarebbe cambiato nulla. Era stato un misto di emozioni, di paura e felicità e eccitazione per la magia riuscita - e infine, la sorpresa più grande.

"Al, ci siamo riusciti. Sai cosa vuol dire?"

"Che siamo perseguibili penalmente dal Ministero?"

Scorpius scoppiò a ridere. Albus si scostò appena dalla sua spalla, senza allontanarsi troppo dal suo calore familiare, e sorrise appena. "So cosa intendi, Scorp. E... e si, lo sento anche io. È assurdo, ma... Sono contento che l'abbiamo fatto insieme. E sono contento che sia un segreto." aggiunse, abbassando lo sguardo. "Ora capisco un po' meglio cosa sentivano Sirius e gli altri."

Scorpius annuì. Albus si mosse ancora, facendo quasi per alzarsi, prima che la voce affrettata del ragazzo lo distraesse. "E riguardo al cervo..."

"Non - non lo so, è solo... È solo che non me lo aspettavo. Non è il mio animale. Ho sempre pensato - è che tutti conoscono il Patronus di mio padre." fece Albus, senza riuscire a contenere una traccia di irritazione nella voce. Scorpius lo notò, e si accigliò. "E tutti pensano - anche io pensavo - che sarebbe stato lo stesso di James. Io non - lo hai visto anche tu nel ricordo di Regulus. Non c'entro nulla con mio nonno, e questo non ha assolutamente senso."

"Però ti piace."

Albus alzò lo sguardo di scatto, stupito da quell'affermazione così sicura. Scorpius stava sorridendo, infatti. I suoi capelli biondi erano più spettinati del solito, e anche il suo sorriso era stanco e morbido - e non era niente, ma Albus sentì la distinta sensazione di quanto fossero connessi per la prima volta, di come lo conoscesse bene, e di come potessero interpretare tutti gli sguardi e le parole non dette dell'altro. Si chiese se sarebbe mai riuscito a trasformarsi, se non fosse stato per la presenza di Scorpius - e la risposta era no, era senza dubbio no. Scorpius era la causa, ed era anche l'obiettivo. Arrossì appena perchè quelle parole erano vere. "Dovremmo tornare dagli altri." borbottò, distogliendo lo sguardo e alzandosi in piedi. "Si staranno chiedendo se qualche pianta carnivora magica non ci abbia inghiottito."

Scorpius rise, accettando la sua mano per rialzarsi dal pavimento. Si pulirono i vestiti dalla polvere e insieme uscirono dalla serra, rientrando nel corridoio di marmo che appariva così distante dalla selvaggia bellezza di quel mondo naturale. Scorpius era allegro, lo guardava di lato e rideva e faceva battute - e Albus si godette la visione di lui nel suo ambiente, quella casa così grande ed elegante, della luce del marmo nei suoi occhi grigi. Avrebbe voluto - non lo sapeva, forse stringerlo e abbracciarlo o forse qualcosa di più. O forse ancora, quello che avevano appena fatto insieme andava già oltre il legame di due amici.

"Albus." lo sentì dire, con un po' di stupore, poco prima che lui svoltasse l'angolo ed entrasse nel salotto.

Albus si voltò a guardarlo con curiosità, fermandosi davanti alla porta chiusa. "Qualsiasi cosa succeda," iniziò Scorpius, solenne, guardandolo e sollevando la mano in mezzo a loro. "Questo segreto morirà con noi. È una promessa."

Stardust. ||Regulus Black ffDove le storie prendono vita. Scoprilo ora