1.

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Il gelo avvolge la stanza per qualche secondo. Se non fosse per il rumore dei nostri respiri che dimostrano il nostro essere in vita, al di fuori, potremmo benissimo passare per statue di cera.
«Che cazzo hai detto?!» scatta in piedi Caleb rompendo il silenzio.
Azzardo un'occhiata nella sua direzione. È livido. Furente.
«Oh, porca puttana» Trevor copre la bocca con una mano.
«Devon, porta le tue sorelle e Aurora di sopra. Arrivo fra poco» dice Vivienne rivolgendosi al figlio ma continuando a guardarmi.
Danny non fiata, continua a guardarmi e basta.
Tom stringe la mia spalla e Molly la mia mano.
«P, ne sei sicura?» domanda Delia.
Non riesco a rispondere perché mio fratello si alza dal suo posto e fa il giro del tavolo. Tom si scosta lasciandolo passare ma non si allontana. Apprezzo la sua vicinanza, significa tanto per me.
Danny si abbassa sulle ginocchia, fermandosi alla mia altezza e poi accarezza il mio viso.
«Guardami, per favore» mormora.
Lo faccio: lo guardo dritto negli occhi e annego nel blu che conosco bene, tanto simile al mio quanto diverso.
«Ti ho deluso, lo so» bisbiglio.
«Tu e tua sorella non potrete mai deludermi. Siete le mie bambine, P» accarezza il mio viso scacciando le lacrime.
«Non è certa, Danny» prende parola Molly.
«Che significa?» domanda lui.
«Stamattina è passata di noi dicendoci che crede di essere incinta. Sono le stesse parole che ha usato poco fa. Non è certo al cento per cento» aggiunge Tom.
«Quindi, che vuol dire? Potrebbe non esserlo?» domanda Caleb.
«Ci sono delle possibilità, sì» annuisce Vivienne.
«Tesoro, hai preso precauzioni... qualcosa? Sai che non ti chiederei mai nulla di così privato ma dobbiamo capire come muoverci» sospira piano mio fratello.
Prendo un respiro profondo, passando una mano tra i capelli. Asciugo il viso e annuisco. «Prendo sempre precauzioni. Sempre. Sia io che lui. Quindi, non so come... io-»
«Cosa ti fa credere di essere incinta?» domanda Delia alzandosi.
«Ho diciotto giorni di ritardo, Delia. Diciotto. Continui mal di testa, nausee... che altro devo aggiungere?» la guardo.
«Sì, beh, i sintomi ci sono ma non è detto che tu lo sia» dice Vivienne alzandosi anche lei.
«Harper, amore, anche tu ti sentivi così» Danny si passa una mano sul viso.
«Però ha lavorato come un mulo ultimamente. Non potrebbe essere stressata?» chiede Trevor. «Voglio dire, mi rendo conto di non essere competente in materia ma... può accadere, giusto?»
«In effetti, Trev non ha tutti i torti» annuisce Tom.
«Paige, sali in bagno e fai un test. Sono nell'armadietto in alto» sorride dolcemente Vivienne.
«E a te che servono altri test?» domanda Molly.
«Sono per le evenienze come queste. E anche perché speravo che prima o poi saresti venuta tu a chiedermi aiuto» ghigna mia cognata cercando di alleggerire la tensione.
Tom, chinatosi a prendere un sorso d'acqua, soffoca.
«Mio Dio, che gentaglia» Molly scuote il capo. «Non hanno alcuna fiducia, Lucy. Nessuna» accarezza la schiena del suo ragazzo prima di voltarsi nella mia direzione. «Vuoi che venga con te?»
«No, vorrei farlo da sola» mi alzo e stringo la mano di mio fratello.
«Ti aspettiamo qui, okay? Prendi il tuo tempo» sorride Delia un attimo prima di chinarsi verso il divano dove la sua minuscola bambina di cinque mesi sonnecchia beata. Luna Sullivan.
Sono circondata da bambini, pappe, pannolini e tutto quello che richiedono... circondata e segnata. A quanto pare è nel mio destino.
Mi azzardo a lanciare un'occhiata al secondo biondino seduto a tavola. Già, è ancora incazzato.

Lascio la sala da pranzo con il cuore a mille ma la sorpresa negli occhi. Credevo che Danny mi avrebbe urlato contro scatenando l'inferno in terra ad una notizia del genere ma a quanto pare la situazione con Molly deve averlo colpito nel profondo. Sono lieta che adesso pensi almeno un po' prima di impazzire con noi. Se mi fosse venuto contro, non credo che starei affrontando nulla del genere in questo momento. Penso che sarei scappata, rifugiandomi da qualche parte, e avrei pianto fino all'isteria più totale.
Entro in bagno, chiudendomi la porta alle spalle e apro l'armadietto. Trovo tre test di gravidanza impilati uno sopra l'altro. Immagino che sia nella norma averli in casa dopo tre figli. Ne prendo uno e leggo le istruzioni. So già come si fa ma meglio accettarsene. Una volta aver fatto tutto l'occorrente, poso il test sul bordo della vasca e lo fisso. Controllo l'ora sullo schermo del cellulare e deglutisco. Saranno i tre minuti più lunghi di sempre.
Il timer scatta. Il mio respiro cessa. Allungo la mano in direzione del test, sembra tutto andare a rallentatore, ma riesco a prenderlo. Prendo un respiro e guardo, rivelando la sorte del mio destino.
Negativo.
Controllo di aver letto bene il risultato.
Negativo.
Non sono incinta? Non...
Oddio.
Mi alzo, sconvolta dalla rivelazione e strizzo gli occhi poggiando le mani sulle gambe per supporto. Non posso crederci.
Qualcuno bussa alla porta, così mi rimetto in piedi e mi avvicino alla maniglia. Un altro respiro profondo e apro.
Rimango sbalordita quando sulla soglia del bagno trovo niente meno che Caleb Morgan.
«Allora? Metterai al mondo una piccola arpia o per il momento ci risparmi la sofferenza?» domanda.
Se fossi la solita Paige lo insulterei come non mai ma sono troppo sconvolta e sollevata per poterlo fare. I miei occhi si riempiono di lacrime mentre una risata isterica sgorga dalle mie labbra e avvolgo le braccia attorno al collo del mio nemico. Affondo il viso sul suo petto e continuo a ridere.
«Paige?» sfiora la mia schiena con la sua mano.
Ignoro il brivido che mi percorre da cima a fondo e respiro affannata, quasi come avessi corso la maratona della mia vita.
«È negativo, Caleb. Non sono incinta» rivelo tra i singhiozzi.
«Caleb? Paige?»
Scosto il viso dal petto del biondo e mi giro, notando la mia famiglia fissarci stralunati dall'immagine che hanno davanti agli occhi. Mi allontano da Caleb e sorrido esitante. «Negativo» li informo.
«Sì, cazzo!» strilla Molly. «Niente bambini, Paige, niente bambini! Wooo!»
«Amore, i nostri nipoti sono dietro la porta su cui sei poggiata» le fa notare Tom.
«Oh» mia sorella si scosta subito dalla porta come fosse incandescente facendomi ridacchiare. «Niente bambini per il momento, tesori miei! La zia vi ama tantissimo!» esclama.
«Mio Dio, è un caso perso» sospira Danny avvicinandosi. «L'abbiamo scampata eh?» porta le mani sul mio viso e lascia un bacio sulla fronte.
«Non farò più sesso fino a quarantacinque anni, Danny» sospiro stringendolo forte.
«Non ho mai sentito frase più bella di questa. Cerca di inculcarla anche a tua sorella, okay?»
«Certo, come no, te lo sogni» ribatte Vivienne.
«Grazie!» esclama Molly. «Non si può smettere con un uomo del genere» indica il suo ragazzo.
Tom, lievemente rosso in volto, l'attira a sé mormorando qualcosa al suo orecchio che la fa zittire. A quanto pare c'è qualcuno che riesce a metterla al suo posto.
«Bene. Paige prendi comunque appuntamento dal tuo ginecologo, sarebbe meglio se ne avessi la conferma al trecento per cento» mi guarda Delia prima di rivolgersi a suo marito. «Trev, andiamo? Abbiamo tre ore di viaggio davanti e saranno pacifiche solo se tua figlia continuerà a dormire.»
«Sì, è meglio. Ci vediamo presto, ragazzi» ci saluta Trevor. «Paige, ti prego, non farci prendere più spaventi del genere» mi guarda.
«Sarà fatto» sorrido, più sollevata di prima.
«Caleb, porta a casa Paige. Okay?» Vivi guarda il ragazzo.
«Perché io?» arcua un sopracciglio.
«Perché ho deciso così. Non fare troppe storie e portala a casa. Al momento ha solo bisogno di riprendere fiato e deve farlo da sola» ribatte mia cognata.
«D'accordo» borbotta. «Andiamo, arpia, per oggi hai fatto abbastanza» mi supera.
«Che stronzo» sbuffo seguendolo.

𝐏𝐀𝐈𝐆𝐄 [𝐁𝐨𝐬𝐭𝐨𝐧 𝐒𝐞𝐫𝐢𝐞𝐬 𝐕𝐨𝐥.𝟒]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora