Brown's

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Tom's point of view
7 del mattino. Il telefono continua a suonare continuamente. Mi alzo di malavoglia per vedere chi chiama a quest'ora. Prendo il telefono e lo sblocco.
"4 chiamate perse da Haz".
Ma che diavolo c'è a quest'ora?! Lo richiamo.
<<Haz sono le 7 di mattina>> dico esausto.
<<Tom, mia madre ha invitato tutti a cena. Stasera>> a quella frase mi sveglio definitivamente.
<<Tutti chi?>> so già la risposta.
<<La tua famiglia, Grace, N..>>
<<Non le hai detto che ci siamo lasciati già da un po'?>>.
<<Credo di aver tralasciato questo dettaglio>>
<<HARRISON!>> lo rimprovero.
<<Vedi il lato positivo: ci saranno anche Tuwaine e la nuova vicina>>
<<La nuova vicina?>>
<<Si, mia madre la adora. L'ha aiutata a organizzare il trasloco.>>
Sospiro.
<<Dio Haz, vorrei ucciderti>>
<<Non lo farai>> no, non lo farò.
<<Comunque cosa porto?>>
<<quel che vuoi>>
<<D'accordo a dopo>>
<<A dopo>>.
Perfetto direi. Vorrei non doverci andare, ma non posso quindi scendo le scale fino al piano di sotto, dove Harry dorme nella camera degli ospiti.
<<HARRY>> cerco di svegliarlo. Si alza di scatto.
<<Chi è morto?>> ha la voce ancora impastata dal sonno.
<<Nessuno>> dico ridacchiando. È abbastanza divertente, ha ancora gli occhi chiusi e i suoi capelli ricci sembrano quelli di Green Goblin.
<<E allora perché diavolo mi hai svegliato così presto?>>
<<Sapevi della cena di stasera?>>
<<A casa di Haz?>>
<<Sì esattamente>>
<<Ah sí, mi ha chiamato mamma ieri sera>>
<<E quando pensavi di dirmelo?>> dico incrociando le braccia con fare arrabbiato.
<<È solo una cena Tom>>
<<Ci sarà anche la mia ex>>
<<Cosa?>>
<<Sí, la signora Osterfield l'ha invitata, non credo sappia che ci siamo lasciati>> dico buttandomi sul suo letto.
<<Merda>>. << Forza alzati, andiamo ad ordinare qualcosa>> mi porge le mani per alzarmi. In meno di un'ora ora siamo fuori casa.

La miglior pasticceria del quartiere è Black's, giusto pochi isolati da casa. Chiunque ci passi davanti, non può non fermarsi. È il classico negozietto inglese che si vede nei film. Fuori ci sono tavolini colorati, dove sedersi per gustare i loro magnifici dolci. All'interno invece l'attenzione è catturata dal lunghissimo bancone dove sono esposte in vetrine tutte le prelibatezze. Difronte al bancone c'è una enorme libreria attaccata al muro, dove puoi trovare libri di tutti i tipi. In fondo al locale poi ci sono altri tavoli, questa volta fissi e circondati da poltroncine abbastanza comode. Il Signor Brown, un signore paffuto e dalla pelle scura, serve tutti i suoi clienti con il sorriso. Ai fornelli c'è sua moglie, una donna sulla sessantina troppo divertente per non essere una comica. Quei due sono l'esempio di amore vivente. Stanno insieme da 50 anni e non si sono mai stancati l'uno dell'altro. Chissà che si prova.
Il nostro ingresso è segnalato dal suono della campanella attaccata alla porta.
Ci sono solo tre persone davanti a noi.
<<Che prendiamo?>> chiedo a mio fratello, ci sono così tanti dolci che non so scegliere.
<<Dopo un attenta analisi-ha il tono di chi sta facendo una presentazione al proprio capo- sono giunto alla conclusione che la torta mille foglie italiana è la miglior scelta>>
<<Vada per la mille foglie>>.

<<Alloora... la nuova vicina?>> ha un aria curiosa ma allo stesso tempo stupida.
<<Non so Harry, da quel che ho capito è una molto piena di sé>>dico soprappensiero.
Mio fratello minore assume un aria quasi disperata.
<<Tom, l'hai almeno sentita parlare?>>
<<Non proprio, ora che ci penso non so nemmeno il suo nome>>
<<Lia Rossi>>
<<Cosa?>> chiedo istintivamente, anche se so già la risposta. La persona proprio davanti a noi si volta. É una ragazza magra e poco più bassa di me. I suoi capelli lisci portati sciolti sono un misto tra il biondo e il castano chiaro e lo stesso sono i suoi occhi. Indossa un completo sportivo coperto da una felpa nera. Guardandola meglio é proprio una bella ragazza con un non so che di speciale, peccato che come un idiota mi sono appena guadagnato un posto nella confraternita delle  figure di merda.
<< Lia Rossi, è il mio nome>> ripete, questa volta scandendo leggermente le lettere. Sorride, stranamente sorride. Ha anche un bel sorriso.
Non c'è alcun tipo di rabbia, cattiveria o offesa nella sua voce, è ironica.
Guardo Harry in cerca di conforto, ma lui si trova in bilico tra il ridere a crepapelle e l'esasperazione. L'ho combinata grossa sta volta.
La ragazza si volta verso il signor Brown che ha fatto ritorno con una grande tavoletta di cioccolato e un caffè da portar via.
<<Allora Lia, ricordati di non far bruciare il cioccolato quando lo sciogli e soprattutto non prendere troppo caffè.>> il pasticciere le parla come se la conoscesse da una vita.
<< Si signore-scherza-, riguardo i caffè non posso prometterle nulla, invece cercherò di non far bruciare il cioccolato, sa sono passati un paio di anni ma certe cose non cambiano mai>>
<< A chi lo dici, a proposito non cambia nemmeno la tua decisione di non condividere la ricetta?>> è la Signora Brown ad intervenire questa volta.
<<Ho paura di no... Ora devo scappare, arrivederci Signori Brown>>
<< Arrivederci Lia!>> dicono all'unisono.
Prima di uscire dal negozio si volta verso di noi. <<Ciao anche a voi ragazzi >> dice sorridendo. La salutiamo con un gesto della mano, incapaci di dire qualcosa.
É come se il mio cervello avesse impedito alla bocca di formare delle parole. Mi giro di nuovo verso di Harry che non trattiene le risate e scoppia a ridere seguito dai due signori. <<Guarda il lato positivo, ragazzo, adesso non potrai più scordare il suo nome>>scherza la signora.
<< Già infatti>>.

Lia's point of view
Il telefono suona, mentre torno a casa sorseggiando il mio caffè bollente, lungo con due zollette di zucchero. È ormai da anni che lo prendo sempre così, anche il signor Brown lo sa, perché ogni mattina durante i miei viaggi studio lo prendevo da lui.
É mia zia al telefono.
<<Eii, come te la passi a LA senza di me?>> chiedo scherzando.
<<Benissimo, non c'è più nessuno che fa tonnellate di caffè ogni giorno!>>
<<O andiamo! A te piace il caffè!!>>
<<Non dar retta a tua zia, ci manchi molto!>>urlano dall'altro capo del telefono, è il suo attuale fidanzato. Si sono conosciuti sul set, lui lavora agli studi Marvel. Non ho ricevuto nessun tipo di favoritismo. Lui le ha versato il suo cappuccino sul cappotto quando mi avevano già dato la parte, a dire il vero una decina di minuti dopo. Il seguito è praticamente come si vede nei film, tutto troppo romantico.
<<Finn! Mi mancate anche voi>>
<<Tu piuttosto, che mi racconti? E non voglio sentire risposte del tipo "niente" o "nulla di che">> zia mi conosce troppo bene.
<<D'accordo allora. Stasera ho una cena dagli Osterfield, ieri ho preso il te con gli Holland e...Tom Holland mi ha dato della piena di me.>>
<<Cosa?!>> domandano esterrefatti zia Diana e Finn, evidentemente ancora in ascolto.
<<Già>> dico tastando le tasche della mia felpa in cerca delle chiavi di casa.
<<A quanto pare il signorino non è un angelo come dicono>>
<<Non so, non mi sembra uno che giudica il libro dalla copertina, probabilmente l'ha detto senza pensarci>>
<<Lia sei troppo buona! Non ti far fregare, però>>
<<L'hanno mai fatto?>> chiedo retoricamente.
<<C'è sempre una prima volta>> alzo gli occhi al cielo.
<<Posso vederti alzare gli occhi al cielo da quiii>>
<<Dovevano prendere te al posto mio, avrebbero potuto risparmiare sugli effetti speciali per i tuoi poteri>>
<<Siamo spiritose oggi, c'entra qualcosa un certo ragazzo?>>
<<No affatto, devo scappare, aiuto Paddy in latino e sarà qui a momenti>>
<<Come vuoi, riprenderemo il discorso>>.
<<Si sicuramente>>.

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⏰ Last updated: Dec 28, 2021 ⏰

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𝑰𝒏𝒕𝒐 𝒉𝒊𝒔 𝒂𝒓𝒎𝒔 || Tom HollandWhere stories live. Discover now